È scomparso Fortunato Menichetti. Il ‘nonno partigiano’ aveva 96 anni

Deceduto all’ospedale Versilia a causa di un ictus, ha speso gli ultimi anni della sua vita ‘insegnando’ la memoria ai più giovani
All’età di 96 anni è scmparso Fortunato Menichetti. Nato il 27 maggio del 1924 era soprannominato il Nonno partigiano, l’unico a raccontare ancora la storia della Resistenza in Versilia.
È deceduto all’ospedale Versilia a seguito di un ictus che lo aveva colpito sabato (25 luglio), mentre si trovava da solo nella sua abitazione. A trovarlo era stata la nuora, poi i soccorsi e l’arrivo in ospedale dove purtroppo oggi (28 luglio) è deceduto.
“Ci ha lasciato oggi Fortunato Menichetti, il nonno partigiano – annuncia il sindaco Giorgio Del Ghingaro – Entusiasta, fervente raccontatore, sempre pronto a mettere in campo progetti nuovi: una vita spesa per fare memoria quella di Menichetti. Prima di tutto fra i giovani, con i ragazzi e con le scuole, nel tentativo di tenere vivo il ricordo degli orrori della guerra, delle stragi naziste e fasciste, di un’Italia soggiogata dalla dittatura. Erano occhi che vedevano lontano quelli di Menichetti: occhi a fessura come quelli di tanti anziani, che ti guardavano dentro senza bisogno di molte parole”.
“Ci ha lasciato a sorpresa Menichetti – dice ancora il sindaco – da sempre libero come un colpo di vento. Una notizia che addolora, ancora di più oggi, che di libertà ci sarebbe tanto bisogno. Per allestire la camera ardente, l’amministrazione comunale mette a disposizione della famiglia la sala di rappresentanza del palazzo comunale, doppiamente simbolica, perché luogo istituzionale e perché intitolata al partigiano Manfredo Bertini. Mai dimenticare, era la lezione del nonno partigiano. E noi, non dimenticheremo”.
“Con la scomparsa di Fortunato Menichetti se ne va uno dei grandi personaggi della Resistenza nel nostro territorio e del nostro Paese. ‘Nonno partigiano’, così era stato soprannominato, per anni ha rappresentato non solo un punto di riferimento in Versilia, ma soprattutto la memoria storica di uno dei periodi più tragici della storia italiana raccontando la guerra, il dopoguerra e l’attività partigiana di quel tempo. Ai suoi familiari va il mio più profondo cordoglio sia personale, sia come presidente della Provincia di Lucca”. Così il presidente della Provincia Luca Menesini ricorda Fortunato Menichetti .
“Quel che ha fatto Menichetti raccontando gli orrori della guerra e delle stragi nazifasciste in particolare ai giovani studenti del nostro territorio – aggiunge Menesini – l’ha fatto con la consapevolezza, la passione e l’obiettività di chi quegli orrori li ha vissuti da vicino, in prima persona. E lo ricordiamo sempre in prima fila nelle iniziative dell’Anpi di Viareggio e nelle celebrazioni istituzionali come quelle del 25 aprile. Sono certo che il suo insegnamento non andrà perduto”.
“Salutiamo un testimone degli orrori della guerra che negli ultimi anni della sua vita si era dedicato ai ragazzi per trasferire loro la conoscenza dei fatti del 1944-1945 – dice il sindaco di Stazzema, Maurizio Verona -. Lo ha fatto in modo testardo, come era solito fare, cercando di incontrare più giovani possibile perché essi potessero crescere nei valori che hanno ispirato la sua vita. Lo faceva con tanta passione che sembrava che il tempo per lui non passasse. Ci dispiacerà non averlo con noi alle prossime celebrazioni a cui non sarebbe certamente mancato con la sua giacca color verde militare, lo stemma dell’Italia, i fiori che portava ogni volta con sé per rendere omaggio alle vittime. Ciao Fortunato”.
L’ultimo saluto di riconoscenza arriva anche da parte del Pd Versilia: “Sincere condoglianze al figlio Franco e a tutta la famiglia di Fortunato Menichetti, ormai per tutti il nonno partigiano, che con la sua lunga vita ha testimoniato i valori dell’antifascismo e della democrazia, dell’attaccamento alla Costituzione repubblicana. L’esperienza partigiana sui monti della Versilia, l’amicizia con Sandro Pertini, l’adesione al Partito Socialista sono stati trasmessi da Menichetti a migliaia di giovani, attraverso le sue pubblicazioni e attraverso il contatto umano che amava molto. Simbolo di una generazione quasi del tutto scomparsa, la sua vita rimarrà esemplare per moltissimi giovani che lo hanno incontrato, hanno avuto il piacere di ascoltarlo e di dibattere con lui, uno spirito vivace anche oltre le 90 primavere, che non sarà dimenticato”.
Il ricordo arriva anche dall’Anpi Viareggio: “Il compagno Fortunato Menichetti ci ha lasciato – si legge in una nota – Fortunato Menichetti è stato insignito dalla Repubblica italiana della ,edaglia della Liberazione il 25 aprile 2015, segnalato dalla nostra sezione insieme agli ultimi partigiani viventi. Simpatico ed entusiasta, socialista da sempre, Fortunato negli ultimi anni è stato per tutti “il nonno partigiano” incontrando migliaia di ragazze e ragazzi nelle scuole di ogni ordine e grado della provincia ed oltre, scrivendo diversi libri sulla sua esperienza partigiana e sulla sua amicizia con l’indimenticato presidente Pertini”. “Il compagno Fortunato – conclude la nota – lascia un mondo che continua ad avere tanto bisogno di testimoni, di uomini come lui che aveva fatto della diffusione della cultura dell’antifascismo la missione della vita”.
“Il nostro partito – scrivono dal Partito Socialista regionale e provinciale – perde un testimone della nostra storia politica e di quella Italiana, Fortunato Menichetti, dalla sua esperienza come partigiano alla sua amicizia con Sandro Pertini, dalla sua libera e spontanea divulgazione della cultura antifascista alle generazione di ragazzi della Versilia e non solo, ai sui libri memoria di un passato vissuto nei valori socialisti, preziose letture per i nostri giovani”.
“Il Partito Socialista Regionale e tutti i compagni della provincia di Lucca porgono alla famiglia – conclude la nota – le loro condoglianze. Ricordiamo con affetto e stima il compagno Fortunato, non possiamo dimenticare il suo entusiasmo e la sua esperienza politica portata nelle riunioni provinciali, pur in età avanzata rimaneva anche a notte tarda, dimostrando la sua tenacia in quello che credeva“.
Così il senatore Massimo Mallegni ricorda Menichetti: “La sua vita è oggi patrimonio collettivo – spiega – Un patrimonio di cui noi tutti, che ne siamo stati testimoni diretti, dobbiamo conservare e continuare a rendere fruibile attraverso i suoi libri, le sue narrazioni, i suoi racconti. Era rimasto uno dei pochi testimoni, in questo nostro paese, che poteva arrogarsi il diritto di parlare di democrazia e libertà. A Fortunato mi ha sempre legato amicizia e profonda stima. In più occasioni, all’epoca dei miei mandati da sindaco di Pietrasanta insieme al Circolo Rosselli, ho voluto che raccontasse la sua esperienza ai nostri giovani e alla nostra comunità anche quando il suo ruolo di testimonial della Resistenza non era riconosciuto. Fortunato era un socialista ed il suo punto di vista non era pienamente compreso. Mi fa piacere che 15 anni dopo sia un simbolo”
“Aveva visto, aveva toccato, aveva vissuto gli orrori di una guerra inumana – concliude – La sua narrazione era lucida ma sempre tesa verso la strada di una ripacificazione che sono certo ha trovato perché il suo cuore non sapeva odiare. Ha trasformato la sua esperienza in patrimonio. Ai famigliari vanno le mie più sentite condoglianze. Fortunato mancherà a tutti noi ma continuerà a vivere grazie alla storia”.
Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani: “Cordiale e vivace si prestava volentieri alle domande e al dibattito con i ragazzi; aperto, spontaneo e diretto veniva immediatamente percepito come una persona che era stata testimone di fatti memorabili, ma nel contempo conservava la semplicità di un parente, un nonno appunto. I suoi racconti emozionavano l’uditorio e tramettevano i valori di un’epoca ormai passata, di generazioni che credevano profondamente nella forza delle idee e nel coraggio delle azioni. Quei giovani “pazzi” credevano di poter cambiare il mondo e ci sono riusciti, realizzando una trasformazione socio – politica senza pari: l’istituzione della Repubblica sulle ceneri di una lunga dittatura. Proprio per questo oggi ci sentiamo più soli, anche se chi ha avuto l’onore di conoscere e incontrare Fortunato non ne dimenticherà mai la tempra da combattente nato tale da sollecitare i giovani a non accettare supinamente le ingiustizie sociali ma a combattere per un mondo migliore. Ci mancherà tantissimo”.
Un pensiero anche da Massimiliano Baldini: “La prima volta che ho conosciuto Fortunato Menichetti – racconta – ero un giovanotto e mi invitò a vedere la mostra di Antonio D’Arliano che curava con grande passione ed a cui presenziò Leonetto Amadei, presidente della Corte costituzionale di cui Fortunato era intimo amico come lo era del presidente della Repubblica Sandro Pertini. Me lo ricordo come se fosse ieri ma saranno passati trent’anni, trent’anni durante i quali ho imparato a conoscere Fortunato e tutta la famiglia Menichetti di cui sono molto amico ed ai quali ho esternato personalmente le mie più sentite condoglianze questa mattina in Sala di Rappresentanza del Comune di Viareggio. Fortunato era un uomo dall’energia vitale incredibile, impegnatissimo nelle battaglie che portava avanti con una caparbietà rara e vicinissimo in particolare ai giovani verso i quali trasferiva la sua esperienza di vita con dedizione certosina. Era un uomo che la politica l’aveva fatta e la conosceva bene, sia quella locale che quella nazionale – grande socialista – e dal quale ho ascoltato tante volte insegnamenti preziosi ed utili che porto ancora con me. Ma ormai, per tutti noi, a Viareggio ed a Torre del Lago, era ‘il nonno partigiano’ e sapeva interpretare quella veste con una capacità tale da incontrare l’apprezzamento e la stima da parte di tutti, nessuno escluso, per quanto faceva nelle scuole di tutta la Versilia e ben oltre. La nostra comunità perde sicuramente un punto di riferimento, una persona amata che ci mancherà a tutti. A Franco, a Monica, a tutti i familiari Menichetti va il mio abbraccio più sentito”.
Menichetti aveva speso gli ultimi anni della sua vita ad insegnare la memoria ai più giovani. Fotografo di mestiere, ha raccontato la sua storia nel volume Diario del Nonno Partigiano, che lo ha reso celebre anche fuori dalla Toscana.
Nella foto assieme ai ragazzi dell’Isi Pertini