Muore a 61 anni per un tumore, la denuncia della famiglia: “Ci hanno negato i funerali”

I familiari: “Niente ultimo saluto a Nozzano per l’impossibilità di collocare la salma in attesa della cremazione”
Un operaio muore di cancro ma le sue volontà non possono essere rispettate. È quanto denunciato dalla figlia del 61enne scomparso venerdì scorso (4 settembre) dopo aver lottato per cinque mesi contro un tumore non operabile al pancreas.
Tra le ultime volontà lasciate da Francesco Cosci c’era il desiderio di essere cremato. Così i familiari hanno preso i contatti con l’agenzia funebre e fissato l’appuntamento per la cremazione il martedì successivo, convinti di poter svolgere la funzione funebre il sabato. Ma, secondo quanto riportato dai familiari, non sarebbe stata concessa loro la possibilità di svolgere la funzione in quel giorno, data la presunta impossibilità di trattenere la salma nei due giorni che intercorrevano dai funerali all’appuntamento per la cremazione.
“L’appuntamento per la cremazione era previsto il martedì successivo a Pisa, quindi la salma avrebbe lasciato Lucca il lunedì pomeriggio, come voleva la prassi, visto che le cremazioni il sabato e la domenica non vengono effettuate – spiegano i familiari -. Quindi il sabato pomeriggio antecedente avremmo voluto fare la funzione, già ridotta per via dell’emergenza, a Nozzano, dove nostro padre voleva essere salutato per l’ultima volta, Ma non gli è stato concesso nemmeno questo. La signora con la quale abbiamo parlato ha deciso di non far uscire mio padre, una salma, dall’obitorio. Perché? Perché è morto di venerdì, non può morire di venerdì se deve essere cremato, sennò non si sa dove parcheggiarlo per due giorni dal funerale. Non si può trasportare dal cimitero di Nozzano al cimitero di Sant’Anna. Era così difficile concederci questo permesso che in precedenza veniva concesso? Perché la responsabile ha voluto stravolgere la prassi senza, per altro, avvisare le agenzie funebri?”.
“Forse è chiedere troppo, di mettersi nei panni di una moglie, che è stata sposata nel periodo della malattia, o di due figlie di 33 e 29 anni, che hanno perso una madre nemmeno 10 anni fa, o di due ragazzi di 17 e 15 anni che hanno perso un padre acquistato, o di un padre e una madre che vedono morire l’unico figlio che avevano – concludono i parenti – Volevamo solo portare nostro padre nel luogo da lui scelto, per un ultimo saluto“.