Falso Sassicaia, Brunello di Montalcino e Chianti: i Nas bloccano il traffico fra Italia e Cina

Operazione congiunta tra Firenze, Prato e Padova
Falso Sassicaia, Brunello di Montalcino e Chianti: i Nas hanno sgominato il traffico di vini toscani pregiati contraffatti.
Nella mattinata di oggi (3 novembre), nelle province di Firenze, Prato e Padova, i carabinieri del Nas di Firenze, con la collaborazione dei colleghi di Padova e dei rispettivi comandi provinciali, a conclusione di un’articolata attività d’indagine denominata Geminus, coordinata dalla procura della repubblica di Pistoia, hanno eseguito quattro decreti di perquisizione nei confronti di tre indagati e di una società di import-export con sedi in Italia e nella Cina.
I tre perquisiti, di nazionalità cinese, sono indagati, insieme ad altre quattro persone di nazionalità cinese e italiana, per aver prodotto, imbottigliato e commercializzato, soprattutto all’estero, vino con false indicazioni relative a denominazioni di origine geografica garantita e tipica, utilizzando in etichetta marchi, segni distintivi e caratteristiche grafiche e tipografiche che indebitamente imitano marchi registrati e il design del packaging di vini pregiati prodotti in Toscana.
L’indagine è partita a marzo 2019 da una segnalazione pervenuta al Nas di Firenze da parte di una società produttrice del vino Doc Sassicaia, relativa all’esposizione di “cloni” di Sassicaia e di altri vini toscani di pregio documentata nel corso di una importante manifestazione fieristica svoltasi nella città cinese di Chengdu. Le conseguenti indagini avviate dal Nas hanno permesso di individuare il punto di origine delle bottiglie presso un’azienda agricola in provincia di Pistoia, ma con ramificazioni anche in provincia di Siena (Chianti e Montalcino); rintracciare su una nota piattaforma on line di vendita l’offerta di vini sospetti oggetto di interesse investigativo e intercettare presso il porto di La Spezia, con attività di monitoraggio in collaborazione con l’agenzia delle Dogane e dei Monopoli, alcune partite di bottiglie di vino rosso spedite verso quelle destinazioni, prive dell’etichetta frontale.
Con i riscontri acquisiti nel corso dell’indagine, con la fattiva collaborazione dei legittimi titolari dei marchi, il Nas è riuscito a ricostruire i rapporti tra l’azienda vitivinicola toscana ed alcune società di import-export di merci varie con sede in Italia e in Cina, gestite da cittadini asiatici. Aziende, già in affari tra loro dal 2015, grazie all’intermediazione del mediatore pratese, che avevano realizzavano l’accordo per inviare in Cina, a partire dal 2018, bottiglie munite di sola retro-etichetta, triangolate cartolarmente su società di comodo con sede in Hong Kong.
A destinazione, con la connivenza del produttore italiano, venivano apposte le etichette frontali create tipograficamente ad imitazione di quelle dei vini italiani tra i più importanti nel panorama internazionale. I vini così prodotti erano poi commercializzati da un ulteriore società cinese, ritenuta collegata alle altre, destinandoli al mercato cinese e al mercato online tramite una delle più note piattaforme asiatiche di e-commerce.