Bracconiere cacciava volatili protetti: denunciato

Per i forestali usava l’uccellagione pratica illegale in Italia
E’ stato sorpreso a catturare volatili con la tecnica dell’uccellagione, una pratica illegale in Italia, dove è considerata una forma di bracconaggio, messa in atto con l’impiego di dispositivi fissi.
Nei guai è finito un lucchese sorpreso dai carabinieri forestali in collaborazione con le guardie giurate del Wwf Italia.
Dal controllo è emersa inoltre la detenzione di 16 esemplari di avifauna catturati illegalmente tra cui due frosoni (Coccothraustes coccothraustes), passeriforme della famiglia dei fringillidi protetto e tutelato anche a livello internazionale dalla convenzione di Berna, e un usignolo del Giappone (Leiothrix lutea). Gli usignoli del Giappone, passeriformi di piccole dimensioni apprezzati sia per la loro bellezza e colorazione sia per le loro peculiari dote canore, sono esemplari elencati nell’appendice II della Cites, convenzione firmata a Washington nel 1973 che regola il commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione. Questa specie, così come il frosone, sono purtroppo molto ricercate dai bracconieri che, in violazioni alle norme, li catturano in natura per utilizzarli perlopiù in ambito venatorio ai fini del richiamo; talvolta alimentando un mercato illegale dai considerevoli risvolti economici.
L’uomo è stato deferito all’autorità giudiziaria sia per la pratica illegale dell’uccellagione mediante reti che per detenzione di fauna protetta. I militari hanno inoltre provveduto alla immediata liberazione di 7 uccelli (tra cui l’usignolo del Giappone) mentre altri 9 sono stati affidati all’associazione Assiolo per le cure necessarie e per la successiva reimmissione in natura.