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Assunzioni e favori nell’assistenza a minori disagiati: ai domiciliari per corruzione anche un giudice onorario di Lucca

7 dicembre 2020 | 12:03
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Assunzioni e favori nell’assistenza a minori disagiati: ai domiciliari per corruzione anche un giudice onorario di Lucca
Assunzioni e favori nell’assistenza a minori disagiati: ai domiciliari per corruzione anche un giudice onorario di Lucca
Assunzioni e favori nell’assistenza a minori disagiati: ai domiciliari per corruzione anche un giudice onorario di Lucca
Assunzioni e favori nell’assistenza a minori disagiati: ai domiciliari per corruzione anche un giudice onorario di Lucca
Assunzioni e favori nell’assistenza a minori disagiati: ai domiciliari per corruzione anche un giudice onorario di Lucca

L’inchiesta di Massa: avrebbe rivelato ai dirigenti indagini sulla coop che per l’accusa gestiva il giro

C’è anche un giudice onorario – all’epoca dei fatti – in servizio al tribunale dei minori di Firenze e residente a Lucca, dove si trova ai domiciliari, nell’inchiesta della procura di Massa su un giro di favori e assunzioni a parenti e amici per l’accoglienza di minori e famiglie disagiate, da parte di una cooperativa, la Serinper di Massa, i cui vertici sono finiti nel mirino dei carabinieri, che hanno eseguito stamani misure cautelari e perquisizioni.

Rosa Russo, di Lucca, si trova ai domiciliari, in particolare con l’accusa di corruzione per avere, in cambio di assunzioni e altri favori chiesti per i propri familiari – stando agli inquirenti – violato in modo sistematico e continuativo i doveri del proprio ufficio riferendo ai dirigenti della Serinper l’esistenza nei loro confronti di attività investigative o comunque di denunce di natura penale. E’ accusata anche di non aver rispettato l’obbligo di inoltrare comunicazioni di notizie di reato a loro carico in relazione a fatti da lei appresi nell’ambito dell’attività di ufficio. E’ accusata anche di aver omesso di segnalare al competente tribunale per i minori gravi irregolarità a carico della Serinper di cui aveva avuto notizia diretta.

Dalle indagini, secondo i carabinieri, sarebbe emerso un sistema gelatinoso gestito dai dirigenti della cooperativa Serinper, società che gestisce un elevato numero di strutture protette per l’accoglienza di minori e nuclei familiari disagiati, basato, per l’accusa, sulla assunzione di parenti e amici di funzionari pubblici, tra cui quelli addetti al controllo del settore, e di coloro che, per qualche ragione, erano reputati “utili alla causa”.

Questa sistema corruttivo, secondo gli inquirenti, oltre a creare una commistione tra controllore e controllato, avrebbe permesso ai dirigenti della Serinper di ottenere innumerevoli vantaggi, come l’accumulo di ingenti profitti economici massimizzati dall’inserimento di utenti all’interno delle strutture in numero notevolmente superiore a quello consentito per legge, e dalla sistematica elusione dell’osservanza degli obblighi contrattuali stipulati con i vari enti della pubblica amministrazione.

Infatti, sarebbero emerse, secondo l’accusa, gravissime violazioni degli standard minimi richiesti, consistenti, ad esempio, nel somministrare agli utenti – anche minori – cibo di scarsa qualità e in quantità insufficienti, nel non garantire condizioni igienico-sanitarie adeguate e assistenza di personale qualificato, nel far dormire i minori in giacigli di fortuna, e nel vessarli con continue minacce e sottoporli a manovre di contenimento.

Il gip del Tribunale di Massa, Marta Baldasseroni, ha applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di otto persone per i reati di corruzione e di traffico di influenze illecite.

Tra gli arrestati Paola Giusti, responsabile del Centro Affidi dei servizi sociali per il Comune di Massa, e quindi secondo l’accusa persona preposta ad interfacciarsi con gli assistenti sociali individuati dalla legge come responsabili del collocamento di minori (accompagnati e non) disagiati all’interno di strutture di accoglienza: è stata sottoposta agli arresti domiciliari in quanto accusata di avere, in cambio di assunzioni di familiari assegnato, o fatto assegnare, i “pazienti disagiati” nelle case di accoglienza riconducibili al gruppo Serinper gestito da Alessio Zoppi, Enrico Benassi e Tamara Pucciarelli, anziché in altre strutture aventi pari requisiti. Violando, così, per l’accusa, i doveri del proprio ufficio, particolarmente quello di imparzialità, con il danneggiare così altre società concorrenti di Serinper, e quello di segretezza, con l’avvisare i dirigenti in occasione dei controlli da parte delle forze di polizia, di commissioni di vigilanza, ovvero di sopralluoghi ispettivi presso le diverse strutture, e ciò all’ovvio scopo di occultare gravi violazioni alle normative di settore.

Rosanna Vallelonga, responsabile della commissione multidisciplinare Asl Distretto della Lunigiana nonché direttore della società della salute della Lunigiana, è stata sottoposta agli arresti domiciliari in quanto accusata di avere, in cambio di assunzioni di persone da lei segnalate, consegnato a Alessio Zoppi documentazione d’ufficio riservata, tra cui alcuni verbali utili alla Serinper a conoscere le situazioni economiche e giuridiche che gravavano sull’immobile della comunità Casa di Bastian di cui la Serinper aveva intenzione di acquisire la proprietà e la gestione (circostanza questa poi effettivamente perfezionatasi il successivo 31 gennaio 2019). E’ accusata anche di avere, inoltre e d’accordo con i gestori, omesso di programmare i dovuti sopralluoghi ispettivi presso le comunità socio-educativeNumeri Primi di Aulla e Casa di Bastian di Villafranca in Lunigiana, entrambe facenti parte Cooperativa Serinper.

Ma anche Filippo Abramo Bellesi, sindaco del Comune di Villafranca in Lunigiana è stato sottoposto agli arresti domiciliari con l’accusa di avere concesso, in cambio di assunzioni di persone da lui segnalate, alla cooperativa Serinper: una autorizzazione in deroga ad operare nella struttura Casa di Bastian, Centro di giustizia minorile nel Comune di Villafranca in Lunigiana, nonostante – sostiene l’accusa – personale del Comune e della commissione di vigilanza della Asl avessero già segnalato gravi carenze strutturali dell’edificio; di avere, poi, omesso di revocare le autorizzazioni al funzionamento e accreditamento e di disporre immediatamente la chiusura dell’immobile e delle relative attività, anche in considerazione dell’assenza dei requisiti richiesti dal regolamento d’igiene, e ciò pur avendo conoscenza delle gravi carenze strutturali dell’immobile in cui operava la comunità Casa di Bastian gestita dalla Serinper.