Dopo quarant’anni torna a Lucca il dipinto seicentesco trafugato dalla chiesa di Sant’Anastasio






Questa mattina il Nucleo dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Bologna ha riconsegnato l’opera alla Diocesi lucchese
È tornata a casa dopo oltre quarant’anni l’opera seicentesca trafugata dalla chiesa di Sant’Anastasio nel 1977.
A restituirla alla Diocesi lucchese è stato questa mattina (23 dicembre) il Nucleo Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Bologna da anni sulle tracce del dipinto. La pala d’altare a olio su tela del pittore fiorentino Giovanni Domenico Ferrucci datata 1662 è stata infatti recuperata il 20 dicembre del 2012 da una casa d’asta milanese dopo una lunga indagine che ha visto collaborare il Comando Tpc con la Soprintendenza e l’Arcidiocesi di Lucca. La Madonna con Bambino e Santi Crispino e Crispiniano dopo il sequestro da parte della Procura della Repubblica è stata esposta nel 2014 nel palazzo del Quirinale a Roma insieme ad altre opere recuperate dall’arma e oggi viene restituita nella sua bellezza alla città.
“E’ un onore essere qui per restituire a una città d’arte come Lucca un dipinto rubato ormai tanti anni fa – afferma il Ccmandante del nucleo Giuseppe De Gori – Oggi restituiamo dopo quaranta anni un anni bene che era stato trafugato dalla chiesa di San Vincenzo e Anastasio nel 1977 dopo un’indagine complessa. Nel 2012 siamo venuti a conoscenza di una pala seicentesca di probabili origini toscane in una casa d’asta milanese. L’opera non figurava però nella nostra banca dati dei beni culturali illegittimamente sottratti. E’ stato solo grazie alle ricerche storiche della Soprintendenza e della Diocesi che siamo riusciti a catalogare il bene e ad attribuirne la presenza a Lucca nel ‘76 dopo aver confrontato l’opera con un’immagine in bianco e nero. Abbiamo scoperto così che il dipinto era scomparso nel 1977 ma la sua mancanza era stata denunciata solo nel 1995 in occasione dell’allestimento della mostra La pittura a Lucca nel primo Seicento. La comparazione di queste immagini ha permesso di riconoscere l’opera e sequestrarla per restituirla formalmente oggi nelle mani dei cittadini lucchesi”.
Giovanni Domenico Ferrucci nasce a Fiesole nel 1619 e arriva a Lucca più che trentenne. Qui battezza il suo primo figlio e decide di rimanere per tutto il Seicento dopo aver studiato alla bottega del ritrattista della Corte dei Medici. Nel dipinto dalla composizione medievale a fianco della Vergine col bambino sono raffigurati i santi Crispino e Crispiniano. “Non abbiamo tante notizie sulla loro vita ma sappiamo che sono partiti missionari per la Francia dove sono morti da martiri come calzolai e ciabattini – spiega Don Daniele Martinelli -. Ai piedi dei Santi nel dipinto sono infatti raffigurati gli attrezzi del tempo, utilizzati dai calzolai nel loro lavoro di aiuto ed evangelizzazione dei più poveri”.
“Quest’operazione riporta a Lucca un’opera che non è quindi solo qualcosa di bello ma è l’espressione di una realtà che passa vede nel lavoro l’espressione della propria fede – commenta l’arcivescovo di Lucca Monsignor Paolo Giulietti -. In queste immagini si ritrova quella cornice che permette di collegare il proprio mestiere al cammino cristiano proprio nei giorni in cui festeggiamo San Giuseppe. Mi auguro che tutte le opere scomparse possano tornare a essere della comunità perché oggi più che mai abbiamo bisogno di un patrimonio che parla anche di fede”.
“Il ritorno a casa di un’opera d’arte va salutato con entusiasmo perché è un tassello della nostra identità condivisa – conclude la funzionaria della Soprintendenza per le Province di Lucca e Massa Carrara Neva Chiarenza -. Questo ritorno ha avuto una storia lunga come spesso succede per il recupero di queste opere che implicano anni di lavoro e ricerche. Adesso cercheremo una collocazione al dipinto, sperando di restituirlo nella sua cornice di appartenenza perché far conoscere le opere alla comunità rimane il miglior patrimonio”.