Video hard privato finisce nelle chat Whatsapp, denunciati in sette

26 gennaio 2021 | 09:26
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Video hard privato finisce nelle chat Whatsapp, denunciati in sette

In un anno di attività della polizia postale di Lucca anche denunce per pedopornografia, cyberbullismo e sextortion

Un anno di attività per la polizia postale di Lucca. Sono tante le operazioni significative che il comparto ha effettuato nel 2020, in un anno importante visto il dilagare della pandemia che ha riversato molte persone sul web e sui social network.

Queste le principali operazioni portate a termine.

33 persone, di cui 20 minorenni e 13 maggiorenni sono stati denunciati, in concorso tra loro, per detenzione e diffusione di materiale pedopornografico e files gore, immagini provenienti dal dark web raffiguranti suicidi, torture, mutilazioni, squartamenti e decapitazioni di persone e animali;

Due maggiorenni, uno residente a Siena e l’altro a Bologna, sono stati denunciati per aver scambiato con una sedicenne lucchese, tramite Whatsapp e Telegram, materiale pornografico e pedopornografico (riferito alla sedicenne) autoprodotto.

Sono state raccolte diverse segnalazioni e querele per bullismo e cyberbullismo per episodi avvenuti negli istituti scolastici Machiavelli/Civitali e on line nel corso della didattica a distanza. La soluzione di alcune situazioni è stata trovata in coordinamento con i dirigenti scolastici. Per altre, più gravi, è stata necessaria invece la denuncia all’autorità giudiziaria minorile.

Una giovane lucchese ha denunciato la divulgazione di un video autoprodotto per il suo compagno, destinato a rimanere nella sfera privata, ma che era stato oggetto di condivisione tramite applicazione Whatsapp dopo la violazione del cloud del destinatario. Le indagini condotte hanno portato alla denuncia di sette persone.

Un lucchese ha sporto denuncia per frode informatica dopo che dalla sua carta di credito erano state distratte delle somme di denaro utilizzate per l’acquisto di biglietti ferroviari e di autobus a lunga percorrenza. Gli accertamenti hanno condotto alla identificazione di un soggetto residente a Napoli che è stato denunciato all’autorità giudiziaria.

Un educatore di asilo nido ha sporto querela per diffamazione su Facebook dopo essere stato pubblicamente insultato a causa del suo orientamento sessuale; nella circostanza la diffamazione è stata estesa anche alle forze di polizia. L’evento, che ha suscitato un considerevole clamore mediatico, ha visto il querelante ospite del sindaco di Lucca e della nota trasmissione televisiva La vita in diretta di Rai 1. L’attività d’indagine ha condotto alla individuazione del responsabile.

In seguito alla denuncia per sextortion sporta da un cittadino lucchese è stata avviata un’indagine nell’ambito della quale sono stati individuati sei italiani che trasferivano il denaro provento di reato in Costa d’Avorio.