Saluti romani al funerale del padre del sindaco di Pietrasanta

Massimiliano Simoni avrebbe salutato il feretro urlando “Camerata Adriano… presente”
Saluti romani al funerale di Adriano Giovannetti, il babbo del sindaco di Pietrasanta.
Il fatto è accaduto sabato scorso (30 gennaio) dopo le esequie celebrate nel Duomo della Piccola Atene, una volta che il feretro è uscito dalla chiesa. Nella piazza si sarebbero viste decine di braccia tese.
Massimiliano Simoni, ex presidente della Versiliana, ed esponente di Fratelli d’Italia, avrebbe urlato Camerata Adriano… presente.”La mia chiamata non ha significato nostalgico o fascista – ha spiegato Simoni – si rifà al contesto militare. Quando muore un militare, infatti, viene appunto salutato con la chiamata del presente per testimoniare che continuerà a vivere nella memoria di ognuno di noi”.
“Prima di tutto il rispetto per il lutto – commenta Rossano Forassiepi, esponente del Pd – Possono essere molti i possibili commenti politici di fronte alla notizia che alcune persone, poche fortunatamente, abbiano sentito l’esigenza di salutare la salma di Adriano Giovannetti con il saluto romano. Come esponente della sinistra sono stato chiamato da più parti a esprimere una opinione, sinceramente ne avrei fatto a meno, poiché di fronte alla morte credo che debba esserci rispetto e vicinanza umana. Infatti non mi permetto di associare il gesto al defunto che ha tutto il diritto di riposare e di essere lasciato in pace. Mi colpisce che possa esserci ancora chi ritiene che quel tipo di saluto possa essere un gesto di onore, mi stupisce che chi lo ha compiuto non abbia pensato che in quel modo potesse infangare la memoria di una persona e contemporaneamente metter in difficoltà il figlio che in questo momento è sindaco. Non voglio assolutamente giustificare il gesto, voglio pensare che sia stato un incosciente gesto di affetto nei confronti di un proprio sodale all’ultimo saluto. Quello che mi aspetto è che da questo episodio, per nulla edificante, si possa riflettere che l’ignoranza l’indifferenza e il qualunquismo sono molto presenti e portati avanti da tante persone, forse non c’è pericolo per la democrazia, forse non ci sarà più il fascismo, ma certo è che una riflessione sul livello di conoscenza della storia e di ciò che hanno significato certi gesti e certi comportamenti andrebbe fatta. Sono convinto che il sindaco avrebbe fatto a meno di questo episodio, spesso rimaniamo ostaggi delle nostre radici, non chiedo nulla a riguardo poiché in me prevale il rispetto del dolore, spero però che la città rifletta e si interroghi su questa domanda: sono passati tanti anni dall’oppressione e dalla dittatura fascista che tanto male ha provocato al nostro paese, perché ancora oggi qualcuno sente l’esigenza di richiamare in gesti e spesso anche in opinioni quel periodo ?
Alla prossima sperando che sia su fatti meno tristi in tutti i sensi”.
“Questa cosa dei saluti romani al funerale di paese rappresenta un fenomeno molto più grave ed ampio, che c’era già prima, sottotono e abbastanza nascosto, forse per vergogna, e che per colpa di tutti è proseguito negli anni fino a strabordare a questi livelli – commenta Nicola Lari – Eravamo in pochi ad indignarci per le bandiere della X Mas fascista esposte alla finestra, o per i quadretti coloniali e faccetta nera a tutto volume dentro un’agraria (quella, appunto, del padre del sindaco, ndr). Ai più pareva goliardia, nostalgia di anni passati e di storia che certo non poteva ritornare. Per pochi erano comportamenti illegali e come tali andavano sanzionati”.