Quartieri social, esposto alla procura del comitato Per San Concordio: “I lavori già realizzati sono un abuso edilizio”

18 febbraio 2021 | 11:32
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Quartieri social, esposto alla procura del comitato Per San Concordio: “I lavori già realizzati sono un abuso edilizio”
Quartieri social, esposto alla procura del comitato Per San Concordio: “I lavori già realizzati sono un abuso edilizio”
Quartieri social, esposto alla procura del comitato Per San Concordio: “I lavori già realizzati sono un abuso edilizio”
Quartieri social, esposto alla procura del comitato Per San Concordio: “I lavori già realizzati sono un abuso edilizio”

Per l’associazione di cittadini l’intervento non sarebbe conforme al regolamento urbanistico

Abuso edilizio, falso in atto pubblico e truffa ai danni dello stato. Di nuovo sul piede di guerra il comitato Per San Concordio che la scorsa settimana ha presentato un nuovo esposto alla procura di Lucca per la presunta “mancanza di conformità urbanistica” dei lavori alle aree verdi dei Quartieri social, finanziati con 4 milioni di euro dal bando della Presidenza del consiglio dei ministri.

I progetti della galleria coperta ed il parcheggio ai Chiariti, secondo il comitato, non possono essere assolutamente portati avanti, mentre i lavori già eseguiti, come il taglio della grande aiuola di piazzale Moro per trasformarla in parcheggio, e quanto realizzato nella parte sud del parco tra via Formica e via Urbiciani,  “sarebbero veri e propri abusi edilizi”.

A mostrare l’esposto è l’esponente del comitato, Clara Mei: “Non è il primo esposto che abbiamo presentato negli ultimi anni, sono già iniziate altre indagini. Speriamo di essere ascoltati anche questa volta, perché ciò che è successo è veramente clamoroso”.

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“Questi lavori – spiega Mei – non potevano essere inseriti nel piano triennale delle opere pubbliche e soprattutto non potevano concorrere al bando della Presidenza del consiglio dei ministri per ottenere quei 4 milioni di euro, perché la conformità urbanistica era condizione di ammissibilità al bando. Mentre la gran parte degli abusi edilizi sono sanabili, questi non lo sono: l’unico rimedio possibile sarebbe infatti il ripristino dello stato precedente, che ad oggi è impossibile. Come si può ripiantare un albero che stava lì da decenni? Un errore talmente grande, che anche noi, che ne siamo accorti più di 5 mesi fa, non potevamo crederci”.

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Mesi fa, infatti, il gruppo aveva presentato anche una interrogazione consiliare per ascoltare le giustificazioni del Comune, interrogazione alla quale – come ha ribadito Clara Mei – non è stato mai risposto. Anzi: secondo il comitato, l’assessore competente ai lavori per i quartieri social, il vicesindaco Giovanni Lemucchi, avrebbe affermato cose non rispondenti al vero.

In cosa consisterebbe la mancanza di conformità urbanistica? L’ha spiegato bene Mei: “Le aree a verde del quartiere social di San Concordio sono regolate dalla variante straordinaria di salvaguardia al regolamento (approvata con un decreto il 15 marzo 2012). Solo il comparto A del progetto norma numero 6 non è stato oggetto di decadenza, mentre sono decadute le previsioni urbanistiche per il comparto B, per il quale, ai sensi dell’articolo 55, ‘sono consentiti esclusivamente gli interventi previsti dalla stessa legge in materia di territorio agricolo’”.

In poche parole, tra gli interventi ammissibili non rientrerebbero, quindi la costruzione di una strada con fondazione a platea di cemento armato coperta da una tettoria, come non rientrano la costruzione di un parcheggio lungo via Savonarola, nell’area dei Chiariti, e la trasformazione in parcheggio della grande aiuola centrale che c’era prima in piazzale Moro, dove – come si ricorderà – furono abbattuti diversi alberi e nella cui occasione dovettero intervenire anche le forze dell’ordine.

Secondo quanto ‘scoperto’ dal comitato sarebbero abusivi anche i lavori eseguiti nella parte sud del parco che si trova tra via Urbiciani e via Formica, poiché – hanno spiegato – “il regolamento urbanistico prevede che lì sia soddisfatto lo standard di parcheggio pubblico”.

Ma non finisce qui: oltre all’esposto alla procura, il comitato ne ha presentato uno anche all’Arpat e alla procura. I lavori, infatti, avrebbero anche creato un cumulo di scarti di asfalto lungo via Savonarola. “Rifiuti – ha concluso il gruppo – che se fossero stati lasciati lì da un comune cittadino comporterebbero una bella sanzione”.