Vincenzo Placido e la passione per il cinema: il ricordo di Stefano Giuntini

Il giornalista racconta “una storia d’amore fra tutte le storie d’amore della vita del professore”
Vincenzo Placido e la passione per il cinema. Un ricordo personale del professore arriva dal giornalista e membro della direzione artistica di Lucca Film Festival ed Europa Cinema, Stefano Giuntini. Lo pubblichiamo integralmente.
C’è una storia d’amore fra tutte le storie d’amore della vita del professor Vincenzo Placido che mi sento in dovere di raccontare, nel giorno in cui purtroppo ci ha lasciati: il cinema. Una storia che a un certo punto ci ha uniti come succede sempre quando ci si trova a dover compiere insieme un qualche tipo di impresa. Certo, la storia di Vincenzo e me parte molto prima – ai tempi dell’adolescenza, visto che facevo parte di quell’orrenda falange di pubescenti che si accompagnava al figlio (il mio amico da una vita Beniamino) nelle scorribande spensierate degli anni Novanta e a lui toccava non di rado l’ingrato compito di richiamarci all’ordine facendo leva sul nostro allora molto acerbo senso di responsabilità. Ma questa è un’altra storia. La storia di oggi inizia con un libro e finisce con un libro, ma parla di cinema.
È una storia multimediale.
Parte con la pubblicazione come strenna natalizia del libro Lucca Effetto Cinema, scritto proprio da Vincenzo a quattro mani con Glauco Borella e che ripercorreva cinquant’anni di sodalizio fra la città e la settima arte, raccontando con immagini e parole tutti i film girati in zona.
Era un sabato di inizio dicembre del 2012, quando con la mia amica Cristina (Puccinelli) incontrammo Vincenzo nel corso di una presentazione. Lui – sapendo che la cosa ci avrebbe appassionato – ci disse che stava organizzando un incontro per il lancio del suo libro di cinema chiedendo il nostro coinvolgimento e ci mettemmo a ragionare su come poter sfruttare questo connubio storico in modo da renderlo una risorsa per la città.
Il lunedì mattina eravamo già a parlarne in Fondazione e quella che all’inizio era “solo” la presentazione di un libro si trasformò in quello che potremmo definire Gli stati generali del cinema lucchese perché coinvolgemmo tutte le realtà locali che si occupavano direttamente o trasversalmente della settima arte in un grande brainstorm che si svolse il 20 dicembre 2012 con la media partership della testata giornalistica che avevo fondato e dirigevo dal 2007 e con il titolo significativo di Lucca Risorsa Cinema.
Questo è il link al video dell’evento di quel giorno, creato per mettere insieme un gruppo di lavoro su progetti futuri.
Da Lucca Risorsa Cinema, come da copione, emerse un “ensemble” di varie realtà – sostenute dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca, Banca del Monte e la testata on line – che sotto l’ala proprio di Vincenzo (che allora era membro della commissione Cultura della Fondazione Banca del Monte di Lucca) dopo pochi mesi aveva prodotto un programma di incontri con varie anime dell’universo cinematografico, che sarebbero venute a Lucca per portare know-how e creare sinergie.
Per promuovere il neonato calendario di incontri e allo stesso modo chiudere il programma del Lucca Film Festival – che faceva parte del gruppo – decidemmo di creare un nuovo format di evento made in Lucca, che avrebbe trasformato i locali in set cinematografici e il pubblico in protagonista dei film.
Vincenzo ci sostenne sempre di fronte a tutti, anche quando qualche forza conservatrice della città storse il naso davanti a un nuovo evento che univa attivamente per la prima volta la cultura alla cosiddetta “movida”.
Diceva sempre che “Voi giovani dovete dare la scossa a questa città!” e che il cinema era la leva per arrivare a tutti, perché tutti amano il cinema.
“Il cinema è come la pizza – dicevamo – piace a tutti. Poi a qualcuno piace la margherita, ad altri la quattro stagioni. A qualcuno piace Truffaut, ad altri il cinepanettone”.
E così nacque Lucca Effetto Cinema Notte come si chiamava alla prima edizione, nel settembre 2013 con soli 9 pubblici esercizi partecipanti.
Avevamo montato un set con green screen nel centro storico, dove dalla mattina i cittadini potevano aggiudicarsi le Cinema Card – che davano diritto a sconti nei pubblici esercizi aderenti alla festa della sera – recitando le scene dei loro film preferiti.
Vincenzo venne a farsi la foto con noi prima che iniziasse l’attività frenetica di quel primo giorno di fuoco, assieme agli amici del Circolo del Cinema che ovviamente erano parte della sinergia nata quel sabato di dicembre alla presentazione del suo libro.
Da allora con il professor Placido di foto ne abbiamo fatte tante insieme, quanto le conferenze stampa di presentazione delle varie edizioni, che crescevano anno dopo anno fino a diventare un vero e proprio format di grande evento, capace di creare indotto attraverso la cultura cinematografica grazie anche alla presenza di celebri star internazionali.
Quando Effetto Cinema Notte entrò a far parte del Lucca Film Festival e diventò il reparto eventi dello stesso, Vincenzo continuava a seguirci, informarsi, sostenerci per tutto quello che poteva.
Non lo faceva per interessi personali, come spesso accade nel mondo e anche nelle città come Lucca, ma solo per quel suo amore per il cinema che è uno dei sentimenti più forti e puri osservati da me in una persona.
Vincenzo amava la sua famiglia, i suoi nipoti, amava la politica, amava la sua città Lucca e la sua terra d’origine di Puglia, amava la filosofia, il cane Kim, amava circondarsi di giovani che fossero i suoi alunni o noi pischelli inquieti e casinari alla riscossa negli anni Novanta.
D’altronde quanti amori nascono, crescono e respirano in una vita degna di essere vissuta?
Vincenzo non si è mai fatto mancare niente, dalle sigarette (anche se aveva smesso da anni) all’impegno politico e sociale, ai birrini bevuti in compagnia nostra e degli amici olandesi nei tramonti d’estate ai tavoli di piazza Anfiteatro.
Ma fra tanti amori ho voluto ricordarlo raccontando l’amore per il cinema perché so che lui avrebbe voluto che – fra tante storie – anche questa storia d’amore fosse raccontata perché ne andava fiero ed era un sentimento che lo ha accompagnato tutta la vita.
E so che spettava a me raccontarla.
L’ultima volta che ci siamo visti fu la scorsa estate. Eravamo io, Mario (Pardini) e Beniamino alla presentazione del suo ultimo libro, a Barga.
Si intitola Zvanì – Il fanciullino di Casa Pascoli e racconta la gioventù del poeta “con un taglio di scrittura cinematografico”, come ha spiegato lui stesso fra una lettura e una canzone suonata in piazza in quella presentazione multimediale.
“Il cinema è il veicolo per portare la cultura a tutti perché piace a tutti”.
Ricordo che ripensai a quelle parole e ci penso anche adesso.
È questo l’Effetto Cinema.
E senza Vincenzo, che per primo l’ha sognata, non ci sarebbe stata una Lucca Effetto Cinema.
Penso sia giusto oggi metterlo nero su bianco.
Buon viaggio, professore. E grazie.
Grazie per aver sempre creduto in noi.
Mi piace pensare che dove vai ci saranno le sale aperte, mica come qua che siamo in crisi d’astinenza.
Sai, ti ci vedo lì seduto in galleria a sgranocchiare noccioline mentre cala l’oscurità, la luce dello schermo avvolge tutto – come un’onda che si porta via ogni pensiero, ogni dolore -, partono i titoli di testa e tutto diventa passione e amore.
D’altronde, che Paradiso sarebbe senza un cinema?