Bel tempo e folla: serve un po’ di buon senso per evitare nuove restrizioni

Le scene del weekend in città risollevano i consueti interrogativi. Il rischio è che a pagarne le spese siano solo gli esercenti
Aprire o chiudere, più controlli o buon senso? Una ricetta sola non c’è e le diverse posizioni, fra rigidità e lassismo, rimarranno inevitabilmente distanti. Perché dopo un anno dai primi contagi la domanda resta sempre la stessa: come conciliare la pandemia con la sopravvivenza delle attività economiche.
Veniamo ai fatti: è un dato che nei luoghi più frequentati della città, complici le belle giornate, la situazione mostri la presenza di molte persone davanti a locali più noti, a consumare bevande e a chiacchierare, con o senza mascherina a seconda della sensibilità dei singoli.
Ma se l’occhio cade più facilmente nei luoghi più noti del centro storico (piazza San Michele, portone dei Borghi e simili) la situazione non è certo molto diversa nei locali e nei bar della periferie, dove non mancano anche i maxischermi per assistere alle partite di calcio di serie A.
Una situazione più che accettabile, sia chiaro, laddove prevale il buon senso. Un po’ meno quando è ormai martellante l’avviso che si è in vista di un aumento di contagi e il corollario potrebbe a quel punto essere un ulteriore giro di vite in senso peggiorativo. Ovvero non poter fare nemmeno quel poco che è al momento concesso all’aria aperta.
E a pagarne le conseguenze sarebbero proprio quegli esercenti che stanno facendo i salti mortali per sopravvivere a limitazioni e coprifuochi, a zone arancioni e zone rosse, alle saracinesche abbassate alle 18 (per chi rispetta l’orario e anche qui ci sarebbe molto da dire sui supermercati, minimarket e, adesso, enoteche, che possono comunque restare aperte per ‘asporto’). Esercenti che non hanno alcuna possibilità di controllare, anche volendo, quanto accade nelle vicinanze del proprio bar o locale. Perché vale un po’ la regola degli schiamazzi notturni: difficile capire, anche volendo, quale è il limite in cui l’esercente può intervenire a ‘sciogliere’ gli eventuali assembramenti. Mentre sarebbe senza dubbio in grado di rispondere all’interno del proprio locale su distanze e sanificazioni, prendendosi le responsabilità di eventuali violazioni delle norme.
Resta il fatto che le immagini, che poi sono destinate a fare il giro dei social e del web, fanno discutere. E che una soluzione, che non sia solo quella, a questo punto semplicistica, di tenere le serrande dei negozi abbassate, deve essere trovata. Nell’interesse di chi ha paura dei contagi, ma anche nell’interesse di chi vuole vivere una vita il più normale possibile e, soprattutto, delle attività commerciali di ogni tipo.
La foto è stata scattata sabato pomeriggio alle 17,30