Brindisi e foto senza mascherina e distanze dopo l’evento: alla faccia dei bar che devono chiudere

È successo domenica nella periferia cittadina: non è sempre colpa della ‘movida’
Due pesi e due misure. Si diceva ieri dell’attenzione che, nella lotta al coronavirus, va soltanto agli assembramenti davanti ai locali del centro storico.
Ma, come detto, non mancano anche in periferia i casi e le situazioni in cui, in disprezzo delle regole vigenti, non solo non si rispettano le normative previste dalla lotta al Covid ma, in palese beffa di chi non sgarra, si postano anche sui social video e fotografie senza mascherine e senza mantenere le distanze.
È successo domenica quando un’associazione, che ha la sua sede nel popoloso paese di Sant’Anna, al termine di una manifestazione organizzata all’aria aperta, ha pensato bene di organizzare un piccolo buffet e anche un brindisi finale. Il tutto ripreso da un gran numero di fotografie e di video.
Nelle immagini, che hanno fatto immediatamente il giro del web e delle chat private, una quindicina di persone, bicchiere in mano, che intona un brindisi. Mascherine? Le indossa, fra tutti, una sola persona, che, nella evidente violazione delle regole antiassembramento (era sostanzialmente una festa privata con un gran numero di persone, laddove qualcuno non può neanche andare a trovare i propri familiari), almeno mantiene un minimo di decenza.
Un altro elemento, insomma, su cui riflettere anche per togliere tutto il ‘peso’ della responsabilità degli assembramenti su chi, in effetti, non lo ha, in quanto legittimamente impegnato a svolgere la sua attività imprenditoriale di barista o ristoratore.
Perché difendere l’economia di un intero settore è giusto e giustificabile. L’arroganza e lo spregio di ogni regola alla faccia di chi, invece, si mantiene ligio al dovere, invece, no.