Bracconieri trovati a pescare il novellame di anguilla: multe per 24mila euro

L’attività è vietata per il rischio di estinzione della specie. Blitz dei carabinieri forestali
A pesca di ‘cieche’, scatta la maximulta.
Il personale del comando stazione dei carabinieri forestali di Camaiore, coadiuvato da altri militari forestali della provincia di Lucca, anche quest’anno nel periodo gennaio – marzo, ha intrapreso una campagna di controlli per le prevenzione e repressione del bracconaggio del novellame di anguilla europea.
I servizi, contro il bracconaggio dei poveri avanotti che tanta strada hanno percorso, sono stati svolti in orario serale e notturno nei giorni che presentavano caratteristiche idonee per il loro avvicinamento verso riva. Sono stati individuati e controllati una decina di soggetti (i pescatori di frodo erano in numero più elevato ma molti sono riusciti a darsi alla fuga) che con mezzi non consentiti (nasse e cerchiaie) avevano catturato un numero significativo di avanotti. I mezzi illegali sono stati sequestrati e i piccoli di anguilla, fortunatamente ancora in vita, sono stati reimmessi in acqua. A ciascuno dei trasgressori è stata contestata una sanzione di 2000 euro per l’uso dei mezzi non consentiti ed una sanzione pari a 20 euro per ogni avanotto pescato illegalmente. Complessivamente le sanzioni elevate ammontano a circa 24mila euro.
Particolare attenzione è stata posta al controllo di questa forma di bracconaggio in quanto l’anguilla europea è registrata come “in pericolo critico” nella lista rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura, che è il gradino immediatamente precedente l’estinzione; trattasi inoltre di una specie compresa nella convenzione di Washington (Cites) che regola il commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione. Le principali cause della rarefazione dell’anguilla, specie poco sensibile all’inquinamento, sono proprio da ricercare nell’eccessivo sforzo di pesca soprattutto a carico dei giovani.
Le abitudini riproduttive delle anguille, rimaste avvolte nel mistero per secoli, sono proprio tra le ragioni percui questa specie riveste un elevatissimo interesse. Solo recentemente è stato definitivamente conosciuto il complesso ciclo riproduttivo di questa specie: quando raggiungono la maturità riproduttiva, le anguille femmina discendono i fiumi per raggiungere il mare, incontrando così gli individui maschi che vivono nelle acque salmastre alle foci. È da qui che in autunno comincia la sorprendente migrazione verso il mar dei Sargassi, un viaggio lungo oltre 6mila chilometri.
Gli individui che riescono a raggiungere la meta, in primavera, depongono le uova concludendo il proprio ciclo vitale. I piccoli di anguilla in estate iniziano il viaggio di ritorno seguendo la corrente del golfo. Durante il tragitto, che dura 3 anni, aumentano di volume trasformandosi in “cieche”. Purtroppo proprio in questa fase le anguille sono particolarmente richieste in quanto ritenute una prelibatezza culinaria. Il costo di un chilogrammo di si aggira sui 1000 euro, per un piatto di pasta al ristorante vengono pagati oltre 100 euro.
L’auspicio è che questa forma di bracconaggio vada a scomparire e ciò anche grazie ad una riduzione della domanda favorita da una maggiore consapevolezza di quanto danno un “piatto di pasta” possa arrecare.