Lutto nel mondo della cultura per la morte dell’ex dirigente scolastico Francesco Petrini

Aveva fondato l’associazione Custodi della Città e sognava gli Stati Generali della Cultura
Lutto nel mondo della cultura cittadina. È morto, dopo una malattia, Francesco Petrini, fondatore dell’associazione Custodi della Città per gli Stati generali della cultura ed ex dirigente scolastico. A darne la notizia è stata la famiglia proprio sul profilo social dell’associazione.
Petrini da anni si batteva per la salvaguardia del patrimonio storico cittadino e, con la sua associazione, per la realizzazione degli Stati Generali della Cultura, una consulta in grado di affrontare le diverse problematiche legate alle politiche culturali.
Non scevro da toni duri nei confronti delle amministrazioni comunali aveva anche animato, negli anni Novanta, il Forum dei Progressisti a a sostegno dell’elezione del sindaco Giulio Lazzarini. Fra l’altro è stato autore di numerosi saggi sulla storia di Lucca e sull’archeologia industriale, in particolare sulla zona delle Seimiglia.
Tante le condoglianze dal mondo culturale cittadino. La prima quella di Francesca Fazzi, presidente di Lucca Crea: “Caro Francesco, angelo custode della nostra Lucca, mancheranno le tue polemiche piene di amore per la nostra città. Ricordo tante discussioni, tante iniziative, il tuo libro, pubblicato con noi, dedicato all’industrializzazione in Lucchesia, uno dei tanti temi che amavi e al quale ti eri dedicato con passione. Non ho potuto salutarti, lo faccio ora. Un abbraccio”.
A nome di tutta la giunta comunale parlano il sindaco Alessandro Tambellini e l’assessore Stefano Ragghianti che esprimono “il cordoglio per la scomparsa di Francesco Petrini, ex dirigente scolastico, fondatore dei Custodi della città per gli stati generali della cultura. La sua passione ha tenuto vivo in questi anni un importante dibattito pubblico sulla gestione dei beni culturali e sulla loro valorizzazione coinvolgendo addetti ai lavori, studiosi, professionisti ma anche centinaia di cittadini. In tutti ha saputo risvegliare il senso di appartenenza alla tradizione e l’amore per il grande patrimonio che abbiamo ricevuto dal passato, richiamando gli amministratori pubblici all’impegno e al buon governo di questi beni. Alla famiglia e ai suoi collaboratori e amici le nostre più sentite condoglianze.
Toccante anche il ricordo del consigliere Daniele Bianucci, capogruppo di Sinistra con Tambellini.
Anche il Pd di Lucca ne ricorda la figura: “Con la scomparsa di Francesco Petrini la città perde una persona dalla profonda umanità, animata da una forte passione civile. Grande conoscitore della storia di Lucca, lo ricorderemo per il suo impegno a favore della cultura e in particolare per la sua preziosa opera di riscoperta e valorizzazione dei luoghi del lavoro che hanno caratterizzato lo sviluppo industriale della città e del territorio. All’occorrenza anche critico ma mai pretestuoso e sempre informatissimo – molti lo ricorderanno passeggiare per via Fillungo con il quotidiano sotto braccio – ha saputo essere un valido sprone nei confronti delle amministrazioni pubbliche perché facessero sempre di più per la valorizzazione della città e del suo patrimonio storico e culturale. Alla famiglia di Francesco il Pd comunale di Lucca porge le più sentite condoglianze”.
Così lo ricorda Paolo Bottari, storico lucchese: “Ho appena saputo con grande dispiacere della scomparsa di Francesco Petrini, un amico con cui condividevo la passione per la storia locale e tante idee per la valorizzazione del grande patrimonio storico e paesaggistico del nostro territorio – dice – Si dilettava a stimolare il confronto pubblico, unendo e spronando il volontariato a fare quello che le istituzioni non erano riuscite a fare in questi anni in campo culturale. Era il primo dei Custodi della cultura della città di Lucca”.
“Arguto e pungente – prosegue – un carattere schietto, a volte anche burbero, era un piacere ascoltarlo ogni volta che raccontava la “sua” storia, i suoi cavalli di battaglia, “lo jutificio di Ponte a Moriano” e il “condotto pubblico”, che arricchiva sempre di nuovi particolari. Le sue ricerche non finivano mai. Un professore che aveva “bisogno” di raccontare ciò che sapeva e quello che aveva scoperto e di offrirlo al suo pubblico molto eterogeneo, fatto di adulti e di scolaresche. Verso ognuno aveva una sensibilità particolare ed un modo di raccontare la storia sempre diverso. Impegnato in tante battaglie civili, aveva ormai sposato la causa della cultura della memoria, per aiutare anche le giovani generazioni a capire e a ricordare il passato. Auspicava un grande museo della cultura dentro o anche fuori della città, dove raccogliere quelle tante testimonianze del passato del nostro territorio che ancora non avevano trovato collocazione”.
“L’ho avuto ospite – concluce – l’ultima volta a settembre a Villa Reale a Marlia, per parlare dell’industrializzazione di Lucca e pur con una salute già precaria, aveva saputo conquistare tutti per la passione e l’ardore che metteva nelle sue spiegazioni. Per me, è stato anche il riferimento principale per il mio primo libro sulla storia della Cantoni. La sua storia dello Jutificio di Ponte a Moriano e della nascita dell’industrializzazione a Lucca rappresenta, ancora oggi, una pietra miliare della nostra storiografia economica, per gli studi sul novecento. Adesso l’impegno a non vanificare i suoi sforzi. Alla famiglia, le mie condoglianze più sentite. Ciao Franco”.