Santa Maria del Giudice in lutto per la morte di ‘Gigi’

Mor Leye arrivava dal Senegal ma era stato adottato dal paese. Il ricordo del consigliere comunale Gianni Giannini
Morto Mor Leye, per tutti Gigi. Un personaggio per Santa Maria del Giudice che è stato vinto da una malattia.
A ricordarlo è il consigliere comunale Gianni Giannini: “Mor Leye – dice – veniva da lontano e il colore della sua pelle non era uguale al nostro. Quando arrivò a Santa Maria del Giudice insieme ad altri, per condividere un appartamento proprio nel centro del paese, non tutti accettarono di buon grado la loro presenza. Mille ostacoli, mille lavori, fino anche prestarsi a cucinare il cous-cous in casa, per feste locali dal sapore etnico. Quando sei migrante devi cambiare anche il tuo nome, perché sembra che gli autoctoni non riescano mai a pronunciare il tuo nome arabo. Mor Leye era diventato per tutti Gigi”.
“Sorridente sempre – ricorda Giannini – con quel velo di tristezza però che lasciava intendere il prezzo e la fatica della battaglia giornaliera alla ricerca di una vita più dignitosa ed economicamente più vantaggiosa rispetto alle condizioni del paese di origine. Tutti si accorsero, conoscendolo, che la rettitudine non dipende dal colore della pelle né dalla religione. Gigi era ormai uno della comunità e le sue capacità manuali erano apprezzate al pari della sua pacatezza e del suo ingegno. Era venuto per trovare miglior vita ma il destino lo ha costretto a confrontarsi anche con il riflesso negativo delle malattie che la società moderna occidentale impone come prezzo del suo benessere.”
“In Senegal aveva una moglie ed un figlio di tre anni e nella sua discesa, ha scelto di tornare da loro prima dell’atto finale – conclude Giannini – Gigi si è sottomesso al suo destino, ma nella sua via verso la fine ha incontrato la solidarietà di tante persone che a loro modo gli hanno voluto bene e che oggi si sentono in lutto. Primo fra tutti il primario del reparto di epatologia dell’ospedale di Lucca, Sauro Luchi, che oltre il suo impegno medicale si era assunto anche un ruolo di “buon padre”, ed al quale vanno i ringraziamenti di tutta la comunità”.