Rubavano l’incasso dai supermercati bucando il tubo ad aria compressa: condanna definitiva per due

4 luglio 2021 | 13:18
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Erano stati incastrati dalle indagini della squadra mobile di Lucca, che ne aveva ricostruito il complesso sistema di azione

Condanne definitive per la “banda del tubo”. I due responsabili erano stati arrestati circa 3 anni fa dalla squadra mobile di Lucca che li stava pedinando proprio in quanto ritenuti responsabili di alcuni colpi davvero rocamboleschi.

Mario Miani e Antonio Tavalazzi, rispettivamente di origini pugliesi ed emiliane, per giudici e investigatori usavano una tecnica ben nota: entravano nel centro commerciale come normali clienti, proseguivano nei sotterranei, tagliavano il tubo in cui passano i soldi di giornata senza far scattare il sistema di allarme, grazie a un sistema molto complicato, e si allontanavano con il bottino dopo aver sottratto il bussolotto nell’unico punto del ‘tragitto’ non ripreso dalle telecamere.

Un sistema molto complicato, come detto, perché attuato non con una minaccia ai dipendenti o ai cassieri. Questo permetteva ai due di agire tranquillamente a volto scoperto. Entrati come clienti, infatti, i due andavano nella zona, evidentemente da loro ben conosciuta, di passaggio del tubo in cui transitano, mediante sistema pneumatico, i soldi dalla cassa dell’esercizio commerciale alla cassaforte. Sul tubo con un seghetto praticavano un taglio, immediatamente sigillato con il nastro isolante per non far scattare l’allarme, in grado di attivarsi in caso di perdita di pressione dell’aria. Successivamente veniva scaldato un punteruolo con una fiamma ossidrica e quindi introdotto nel tubo. Al passaggio del plico di denaro, segnalato dalla presenza dell’ostacolo inserito, i malviventi potevano aprire rapidamente il tubo in quel tratto e impossessarsi del denaro.

In occasione del primo colpo a Lucca erano stati ripresi dalle telecamere di videosorveglianza che avevano colto anche la targa. Erano quindi sotto osservazione fino al giorno del loro arresto avvenuto a maggio del 2018 da cui poi era venuto fuori un procedimento giudiziario terminato nei giorni scorsi con la condanna definitiva da parte della suprema corte di Cassazione.

La pena totale da scontare sarà quantificata dal giudice dell’esecuzione per via di un’altra condanna, sempre definitiva, di uno dei due componenti della banda, per reati giudicati in altre sedi, relativa a riciclaggio aggravato ed altri delitti di minore gravità contro il patrimonio.

Furti nei super, presa la ‘banda del tubo’