Decide di cambiare sesso in fase di separazione: i giudici danno l’ok

16 luglio 2021 | 14:29
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Decide di cambiare sesso in fase di separazione: i giudici danno l’ok

Sorpresa durante una causa di divorzio

Durante la separazione decide di cambiare sesso. Una vicenda che ha avuto origine al tribunale di Lucca e che oggi trova conferma nell’ultimo pronunciamento dei giudici.

Nel 2017 il tribunale di Lucca ha sentenziato la separazione legale tra una donna di origini napoletane e suo marito di origini tunisine ma nell’ultima udienza il colpo di scena. Lui è stato dichiarato contumace per non essersi nemmeno presentato nell’ultima udienza, che si è svolta in un città diversa (dal 2014 a decidere in materia di divorzio è il Tribunale di ultima residenza di uno dei due coniugi che chiede sentenza) e in questo caso in un’aula di Tribunale della nuova città toscana in cui si è trasferita e vive tuttora la donna, donna ancora per poco. Sì perché ha chiesto e ottenuto ai giudici di poter procedere ad operazione chirurgica per cambiare sesso e passare da “sesso femminile a sesso maschile” e i giudici hanno accolto le sue istanze nella sentenza pubblicata nei giorni scorsi.

Dall’esame della documentazione medica agli atti e, in particolare, dalla relazione diagnostica sottoscritta dai periti medici del tribunale, è stato rilevato  l’esistenza nell’attrice di un’evidente identificazione con il sesso maschile, qualificata come “disforia di genere”, tale che le caratteristiche psicologiche e della personalità, maschili, non sono in accordo con quelle somatiche sessuali, femminili.

“Il convincimento dell’attore appare stabilmente orientato all’assunzione totale e definitiva del sesso maschile. La scelta non risulta inficiata da disturbi psichiatrici, né da concomitanti condizioni fisiche di intersessualità e non appare legata a qualche presunto vantaggio culturale derivante dall’eventuale riattribuzione di sesso. La presenza degli originari caratteri sessuali femminili determina invece evidentemente per l’attrice un disagio significativo sul piano clinico, sociale e relazionale, rappresentando un ostacolo al diritto di assumere l’identità sessuale di cui lo stesso si sente portatore. Ha manifestato con fermezza la volontà di sottoporsi al trattamento chirurgico chiarendo di ben comprendere le difficoltà del percorso transizione e l’irreversibilità del suo risultato”.

Inevitabile quindi la decisione dei giudici in merito alle sue richieste. “Sulla scorta di tali considerazioni e rilevato che non risultano sintomatologie apparenti, né nuclei profondi di patologia psichiatrica, tali da costituire controindicazioni all’esecuzione degli interventi di chirurgia plastica adattativa, il Collegio ritiene che l’intervento chirurgico di adeguamento dei caratteri sessuali sia necessario al fine di offrire una condizione di genere coerente con la sua intima e sostanziale identità; il trattamento chirurgico consentirà all’attore di superare il divario attualmente esistente tra la sua condizione fisica e sociale e la sua personalità, garantendole una vita più serena attraverso la rimozione di quegli ostacoli che, allo stato, non le consentono una identificazione accettabile della propria persona”. Divorzio e cambio sesso accordati.