Galleria d’arte non paga le sculture dell’artista e nega la restituzione: dovrà sborsare 10mila euro

Uno scultore aveva affidato le opere in conto vendita. Per il tribunale di Lucca deve essere risarcito
Ci sono voluti dieci anni ma alla fine avrà i soldi che gli spettavano.
Uno stimato artista lucchese nel 2011 aveva dato in conto vendita a una nota galleria d’arte della provincia tre sue opere, tre sculture in marmo realizzate con la sua arte e la sua passione, ma nonostante diverse richieste di informazioni il silenzio totale. Inevitabile a quel punto rivolgersi ai giudici che nei giorni scorsi hanno emesso sentenza a suo favore condannando la galleria d’arte a pagare circa 10mila euro.
“Ritenuto che non avendo provato parte convenuta di avere adempiuto all’obbligo assunto di restituire le statue o il corrispettivo ricavato dalla loro vendita deve essere accolta la domanda di parte attrice di condanna della convenuta al risarcimento danni che tenuto conto delle risultanze della perizia di parte possono essere liquidati, anche facendo ricorso ad un criterio equitativo in euro 9.500 oltre interessi e rivalutazione dalla domanda al saldo”.
Questa la recente sentenza del tribunale di Lucca a firma del giudice Anna Martelli che ha condannato la galleria d’arte anche alle spese di lite quantificate in circa 2mila euro.
Il contratto estimatorio o più comunemente noto come conto vendita è utilizzato principalmente nei rapporti di collaborazione occasionali tra artista e galleria. La galleria riceve tramite un consignment (documento di consegna di opere elencate da parte dell’artista) le opere che si impegna a vendere o a restituire entro un termine stabilito all’artista, il quale mantiene la proprietà fino alla vendita, che viene suddivisa secondo una percentuale concordata tra le due parti. La quantificazione della somma dovuta è stata accertata in sede processuale grazie a una perizia disposta dal giudice che ha chiesto una relazione tecnica a un noto esperto d’arte della Lucchesia: “Rilevato, altresì – si legge in sentenza – che in base alla perizia dell’esperto d’arte, il valore complessivo delle sculture mai restituite a parte attrice ammonta ad euro 9500”.
Si tratta di una scultura astratta, di un busto di Giulio Cesare, e di una Venere. La sentenza è immediatamente esecutiva.