Dissequestro per la cava di Piastrabagnata, il comitato fa ricorso
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Apuane Libere contro la ripresa dell’attività nel sito di Vagli Sotto
Apuane Libere, non ci sta alla riapertura di quelle cave che a seguito delle proprie denunce ambientali erano state inizialmente sequestrate e sospese dagli organi competenti e prepara un ricorso contro i nuovi permessi che permetteranno di seviziare ulteriormente il Monte Pallerina nel comune di Vagli di Sotto, anche in aree di uso civico (dove è vietata l’escavazione), con stringenti vincoli idrogeologici e a pericolosità sismica elevata.
“Crediamo – fanno sapere dal tritone apuano – che l’opera svolta dai nostri soci volontari da gennaio a luglio sia stata immolata sull’altare di favori fatti a qualche amico degli amici: altrimenti non si spiegherebbe questo colpo di spugna sulle nostre denunce ambientali, che a suo tempo evidenziarono una discarica abusiva nel geosito Unesco Abisso del Pozzone e altri reati ambientali. È inaccettabile, dopo che abbiamo fornito agli inquirenti prove schiaccianti su quegli abusi commessi anche a cava sospesa, che da oggi si torni a deportare la sacra roccia apuana come se niente fosse: quando è troppo è troppo e quanto prima prepareremo un corposo dossier che una nostra delegazione presenterà al Presidente della Repubblica. È ormai comprovato che questa giunta regionale – con in testa il governatore Eugenio Giani – in combutta con le varie amministrazioni comunali, non sia capace di produrre un modello di sviluppo alternativo a questa distruzione mascherata da lavoro: d’altra parte rimane più facile continuare ad aprire miniere per far schiavizzare altre persone in nome del bieco profitto di cui beneficiano anche le casse regionali, comunali e di quel Parco Naturale sempre più asservito alla propria estinzione”.
“Appena uscito l’assurdo decreto di riapertura – spiega Gianluca Briccolani presidente dell’associazione – abbiamo chiesto subito chiarimenti ai tecnici regionali e nello specifico il perché, non solo si autorizzi un nuovo piano di coltivazione a quella ditta macchiatasi di reiterati delitti contro l’ambiente, a fronte di cui, in un paese normale, si rischierebbero svariati anni di carcere, ma la si premi con altre due nuove concessioni. È bene precisare che l’inquinamento ambientale è un reato penale e la nostra organizzazione di volontariato – gratuitamente e con spirito di servizio – più che cogliere sul fatto e denunciare lo sverso di detriti in quell’enorme ravaneto tristemente noto a tutti i viandanti che da ogni parte d’Italia vengono a percorrere la settecentesca Via Vandelli, non sa che fare. Voglio appellarmi agli enti tutti – continua Briccolani – magistratura in primis, perché se continua a passare il messaggio che sulla catena montuosa delle Alpi Apuane l’impunità regna sovrana, le nostre amate valli brulicheranno di altri imprenditori senza scrupoli, che verranno appositamente a delinquere, lasciando macerie ambientali e danni erariali alla collettività. Ci teniamo a sottolineare – conclude il presidente di Apuane Libere – che non abbiamo niente di personale contro i 70 soci lavoratori della Cooperativa Apuana Vagli di Sopra, ma siamo anche consapevoli che questa economia che rapina giornalmente i beni della collettività, non solo metta a fortissimo rischio la salute degli operai stessi e della popolazione, ma alla luce delle sempre più frequenti disgrazie climatiche, non abbia futuro e vada urgentemente riconvertita dagli organi preposti a farlo”.