Il Tar ‘boccia’ il Comune: “Il taxi? Non si può chiamare al cellulare”

Sospeso l’articolo del nuovo regolamento che prevede questa possibilità in attesa della nuova udienza fissata per il 23 febbraio
Il taxi? Non si può chiamare al cellulare. Lo ha stabilito il Tar sospendendo l’articolo 24 (comma 2 e 3) del nuovo regolamento dell’amministrazione comunale di Lucca, accogliendo il ricorso. Secondo i giudici, infatti, questo aspetto “altera l’equilibrio concorrenziale” fra il servizio e quello dei trasportatori privati. Così il Tar ha deciso con una ordinanza cautelare di sospendere questo articolo in attesa di una pronuncia sul merito del regolamento.
Su questo aspetto interviene il consigliere comunale M5S, Massimiliano Bindocci: “Anche sul regolamento di taxi e Ncc l’amministrazione ha preso un abbaglio”.
“Contestammo in quasi perfetta solitudine in Consiglio comunale alcuni aspetti, uno relativo agli Ncc che non potevano fermarsi nemmeno per andare in bagno – ricorda Bindocci -, parzialmente recuperato grazie anche ad un nostro intervento, ed uno relativo al fatto che i taxi potessero raccogliere con il cellulare le corse. La scelta del Comune di Lucca fu motivata con una interpretazione del parere del garante e con una banalizzazione dell’assessore Martini, la verità è che non si era capito la differenza strutturale tra i due servizi”.
“Il taxi in particolare – si afferma – non è e non può essere un servizio strettamente personale, uno chiama un numero e poi arriva un taxi: non si chiama con il cellulare il proprio tassista. Anche la normativa è chiara, abbiamo avuto notizia che il Tar proprio in questi giorni, in attesa di decidere sul ricorso, con specifica ordinanza ha sospeso questa parte de regolamento ritenendolo già ad ‘un primo vaglio’ errato e dannoso. Il Comune di Lucca intanto paga gli avvocati, con i soldi dei cittadini, produce regolamenti sbagliati e le regole certe mancano , ma anche in questo caso agli assessori e dirigenti, evidentemente poco competenti, non succede nulla, nessuno paga e nessuno si dimette. Si dimostra ancora una volta la necessità di una gestione di Lucca, che fondi il proprio consenso non sulla rete di amicizie che produce voti e genera preferenze, ma sulla competenza ed un progetto di città, che tuteli i più deboli e consenta alle imprese di svilupparsi, in trasparenza, nel rispetto dell’ambiente e in modo solidale”.
“Il Tar ha confermato quanto da noi sostenuto nei vari e inutili incontri con l’amministrazione a causa di un atteggiamento di inspiegabile chiusura – commenta Antonello Fambrini di Sistema trasporti -. Purtroppo capita che alcuni comuni agiscano come dei piccoli feudi, incuranti delle leggi nazionali ed europee alle quali anche loro si devono attenere. Un risultato concreto e un precedente molto importante per l’intera categoria e su tutto il territorio nazionale. Da nessuna parte infatti, è ammessa la richiesta di un taxi attraverso il cellulare del conducente. Ora confidiamo che vengano cancellate le altre illegittimità contenute nel regolamento nell’udienza di merito fissata per il 23 febbraio prossimo”.