Falegname muore per carcinoma, Inail condannata a risarcire la vedova

Secondo i giudici l’uomo si ammalò a causa del suo lavoro
Dopo 6 anni di battaglia legale la vedova di un falegname di Lucca ottiene giustizia in tribunale. Per troppi anni l’uomo aveva respirato polveri di legno duro prima e vernici tossiche dopo, troppo per la sua salute e nel 2015 a seguito di un carcinoma polmonare era morto a circa 60 anni.
La vedova a quel punto dopo essersi consultata con legali e medici chiede all’Inail la cosiddetta “rendita ai superstiti e l’assegno funerario”, richieste che vengono entrambe negate. Nei giorni corsi il Tribunale di Lucca, invece, ha accolto le sue istanze e condannato l’Inail al versamento dell’assegno mensile ai superstiti, (il 50% dello stipendio esente da Irpef) dalla data del decesso più interessi e rivalutazione, e l’assegno funerario una tantum di circa 10mila euro. In giudizio si è riusciti a dimostrare che la malattia mortale era stata contratta dal falegname lucchese proprio durante i suoi 40 anni di attività.
Le polveri di legno duro sono quelle provenienti da legname appartenente ad alberi della famiglia delle latifoglie o angiosperme. Queste presentano una maggiore compattezza rispetto al legname della famiglia delle conifere (legno tenero). I motivi della cancerogenicità delle polveri di legno duro sono ancora dibattute. Le sostanze chimiche trasportate e/o contenute nelle diverse tipologie di legno potrebbero costituire un fattore nello sviluppo delle neoplasie, insieme ai processi infiammatori innescati dalle fibre inalate. Per i giudici cittadini quindi nessun dubbio. Nella sentenza a firma del giudice Alfonsina Manfredini infatti si legge chiaramente: “Sussiste quindi il presupposto della riconducibilità della malattia che ha determinato il decesso del falegname all’attività lavorativa da lui svolta per oltre 40 anni. All’accertamento del nesso causale tra l’attività lavorativa esercitata dal falegname e la malattia che ne ha determinato il decesso, consegue il diritto della ricorrente alla rendita in esame che è una prestazione economica, non soggetta a tassazione Irpef, erogata ai superstiti dei lavoratori deceduti a seguito di un infortunio o di una malattia professionale. La rendita decorre dal giorno successivo alla morte del lavoratore ed è erogata al coniuge fino alla morte o a nuovo matrimonio”. L’Inail è stata condannata anche alle spese di lite per complessivi 2.500 euro.