Qualità dell’aria, Lucca bocciata per le Pm10 e l’ozono

Alla centralina di Lucca San Concordio preoccupa anche il dato sul benzo(a)pirene
Qualità dell’aria, ancora bocciata la Piana di Lucca. Lo confermano i dati dell’Arpat nella Relazione annuale sullo stato della qualità dell’aria in Toscana recentemente pubblicata per il suo sito web.
Restano le Pm10, le cosiddette polveri sottili, le criticità nel sistema Piana di Lucca. Nel 2020, infatti, la centralina Lucca-Capannori ha superato di oltre 50 volte il limite medio giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo. Il limite massimo, non sforato da nessuna delle altre stazioni (ma quella di San Micheletto ha più di 30 superamenti del limite l’anno), è di 35 giorni di superamento dei valori.
Rispettato, invece, il limite normativo di 25 microgrammi per metro cubo, come media annuale, per il Pm 2,5. Valori nella norma in Lucchesia anche per il biossido di azoto. Nonostante i valori del 2020 siano nettamente più bassi dei valori medi degli ultimi anni, si conferma la criticità per il parametro ozono, con entrambi i valori obiettivo previsti dalla normativa che non sono stati raggiunti nel 60% delle stazioni: fra queste anche quella di Lucca Carignano.
Se il monitoraggio ha rilevato assenza di criticità per le concentrazioni di monossido di carbonio, biossido di zolfo, benzene e idrogeno solforato non è così per il benzo(a)pirene. Il valore indicato dall’Oms come 0,12 nanogrammi per metro cubo come media annuale è stato superato in tutte le stazioni di rilevazione, tranne due nella costa livornese. Il valore più alto, intorno allo 0,8, è stato riscontrato proprio nella centralina di San Concordio.
Pieno rispetto dei valori obiettivo, infine, per la presenza di metalli pesanti come arsenico, nichel, cadmio e piombo.