Scoperta una maxi serra di marijuana in un capannone industriale abbandonato



Sequestrate dai carabinieri 372 piante di cannabis per un totale di 80 chili di stupefacente: avrebbe fruttato oltre 200mila euro
Hanno realizzato in un capannone industriale in disuso una vera e propria piantagione di cannabis, alimentata da energia elettrica sottratta abusivamente alla rete. Ed è stato proprio l’insolito consumo di energia nella zona, a far scattare gli accertamenti dei carabinieri del radiomobile e quelli del nucleo operativo di Lucca nel sito abbandonato di Marginone. Dopo una segnalazione di operai dell’Enel, circa anomalie nel funzionamento della rete, i militari hanno individuato un cavo elettrico “sospetto” che ha portato i carabinieri dritti alla serra.
All’interno dei locali i carabinieri hanno rinvenuto 327 piante di cannabis indica alte dai 135 ai 180 centimetri, quasi tutte in piena fioritura, coltivate in vaso. C’erano anche 80 germogli della stessa pianta, pronti ad essere rinvasati, 300 dischetti di torba per germinazione e diverse confezioni di prodotti fertilizzanti e acceleranti della crescita, oltre a più di 300 vasi vuoti e materiale elettrico di vario tipo.
I coltivatori, al momento senza un nome e un volto, avevano attrezzato la struttura di un complesso impianto elettrico che alimentava oltre 30 lampade che emettono una luce che agevola la fase di crescita e la fioritura delle piante, un efficiente impianto di aerazione per dissipare il calore delle lampade e garantire una corretta ossigenazione alle piante ed un funzionale impianto idraulico per l’irrigazione.

Lo stupefacente sequestrato, pari a circa 80 chilogrammi, se fosse stato immesso nel mercato avrebbe fruttato, al dettaglio, circa 200.000 euro. Il materiale rinvenuto è stato posto sotto sequestro, mentre lo stupefacente, dopo essere stato sottoposto ad accurata campionatura, è stato distrutto.
Proseguono le indagini per l’individuazione dei coltivatori.