Scatta l’obbligo di green pass, corteo di protesta a Lucca

Il ritrovo venerdì (15 ottobre) alle 15 in piazzale Verdì
“Chi baratta la libertà con la sicurezza non avrà né libertà né sicurezza”. Una nuova protesta contro il green pass è stata indetta anche a Lucca per venerdì (15 ottobre), giorno dell’entrata in vigore dell’obbligo per i dipendenti di esibire il certificato verde sul posto di lavoro. Il corteo #R-Esistere!, organizzato da Lucca Consapevole con l’adesione di Fronte del dissenso, Movimento per la decrescita felice Lucca, Città Pistoia nuova, Valle del Serchio Alternativa e Comitato contro il green pass Pisa, partirà da piazzale Verdi alle 15 e sfilerà per le strade della città.
“Questa pacifica marcia avrà come obbiettivo quello di manifestare il nostro dissenso in opposizione al decreto legge 127/21 che vuole subordinare il diritto al lavoro, sancito dall’articolo 1 della Costituzione italiana, all’esibizione di un lasciapassare – spiega Lucca Consapevole – Il governo Draghi ha introdotto questo nuovo obbligo con la giustificazione di voler rendere sicuri i luoghi di lavoro e di ritrovo e introducendo l’obbligo di screening a tutti coloro che nel rispetto dell’articolo 32 non hanno aderito alla campagna di vaccinazione, creando così una nuova categoria di cittadini che pur essendo sani, fino a prova contraria, di fatto vengono discriminati e costretti, ogni due giorni, a certificare il mancato contagio sottoponendosi al tampone e sostenendo il costo dello stesso che sarà di circa 45-60 euro alla settimana. Chi invece si è sottoposto alla vaccinazione ha ottenuto la tessera verde per i successivi dodici mesi, sebbene la protezione da vaccino nel contrarre la malattia in forma più lieve sia stimata dagli esperti dai quattro ai sei mesi con successiva caduta della stessa nel secondo semestre”.
“Appare quindi evidente che anche coloro che si sono vaccinati possono contagiarsi e contagiare e che quindi non è giustificabile l’utilizzo del green pass come strumento utile ai fini del raggiungimento dell’immunità di gregge che, per le caratteristiche stesse della malattia, è sempre stato un obiettivo irrealizzabile – proseguono i promotori del corteo -. Al contrario il suo unico obiettivo appare indurre in modo forzoso alla vaccinazione pena l’esclusione dalla vita sociale e lavorativa per tutti coloro che si dimostrano esitanti e giustamente dubbiosi sulla sua effettiva efficacia e sicurezza. Risulta paradossale quindi che dopo due anni vissuti in emergenza sanitaria, fatti di lockdown, distanziamento sociale e stato di emergenza, mentre i cittadini italiani chiedono di poter tornare a lavorare per contribuire alla rinascita e ripresa del paese, debbano invece veder perdurare questo stato di restrizioni dovendo sottostare al rilascio di una tessera, che rappresenta solo un ricatto e una limitazione dei propri diritti costituzionali. Il nostro invito quindi è rivolto a tutti coloro che ritengono intollerabile pagare per lavorare e soprattutto non accettano di dover esibire un lasciapassare per entrare nei luoghi di lavoro dove fino ad ieri le istituzioni ci hanno rassicurato di poter lavorare in assoluta sicurezza sia per il ‘successo’ della campagna di vaccinazione sia per il rispetto delle normative Covid”.
Questa l’adesione del circolo di Lucca per il Movimento per la Decrescita felice che “aderisce e fa proprie le motivazioni della manifestazione al fine di esigere l’abolizione di questo strumento violento e oppressivo degno di un regime totalitario. Sappiamo tutti che non ha alcuna motivazione sanitaria, è un ulteriore passo in avanti nel giro di vite alle libertà individuali e collettive che il governo persegue ormai da due anni. Il lasciapassare altro non è che un tentativo autoritario di un sistema politico succube del potere economico e finanziario delle multinazionali e delle banche mondiali, per rendere le persone ancora più sottomesse e sottoposte a una logica di dominio che nulla ha a che fare con la “sicurezza”. Mentre non si fa niente per l’ambiente, per migliorare la vita nelle città, per migliorare la sanità, per bloccare le delocalizzazioni, per salvaguardare una diversa concezione della qualità della vita senza consumismo, al ripristino di un tessuto economico di prossimità che sostiene le comunità e migliora la qualità della vita delle famiglie, anche l’agricoltura rurale è sotto attacco e niente viene fatto per la cura della Terra e per un mondo migliore e sano per noi e per le generazioni future. Ci vediamo in piazza”.