Non versa al Comune la tassa di soggiorno per 3 anni, albergatrice condannata

Danno erariale l’ipotesi di reato: dovrà risarcire 60mila euro
Già condannata per peculato dal tribunale di Lucca nel 2019 ora dovrà pagare oltre 60mila euro di danno erariale. Questo ha stabilito la corte dei Conti nei confronti di una donna proprietaria di un hotel in Versilia che non avrebbe versato le tasse di soggiorno dei clienti al Comune di Viareggio dal 2013 al 2016.
Il danno contestato è correlato al mancato versamento dell’imposta di soggiorno, reintrodotta con l’articolo 4 del decreto legislativo 23/2011, che prevede la possibilità, per determinate tipologie di Comuni, di istituire un’imposta di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive ubicate sul proprio territorio, da applicare secondo criteri di gradualità, in proporzione al costo giornaliero praticato dalla struttura ricettiva, con obbligo di riscossione e riversamento da parte del gestore della stessa struttura alberghiera.
Per il Comune di Viareggio l’imposta è stata reintrodotta con delibera del consiglio comunale numero 18 del 28 giugno del 2012 che ha approvato il relativo regolamento che stabilisce modalità e termini per la riscossione e il versamento in favore del Comune impositore.
Si legge infatti in sentenza: “Nel merito la domanda è fondata. In attuazione delle norme sul federalismo fiscale municipale il Comune di Viareggio, nel proprio regolamento esecutivo, ha previsto che il gestore abbia il compito di riscuotere l’importo dovuto, riversando il riscosso nelle casse comunali secondo le modalità stabilite, rivestendo, per tale pubblica funzione, la qualità di agente contabile della riscossione. Sussiste, quindi, la responsabilità contabile da attribuirsi, in via solidale, ai convenuti. Dalle indagini eseguite dalla guardia di finanza è emerso che i gestori dell’hotel non hanno versato al Comune quanto riscosso a titolo di imposta di soggiorno negli anni 2013-2016 per un totale complessivo di 60.551,70 euro. In quel periodo l’hotel era gestito dalla donna. Per il mancato versamento dell’imposta in oggetto, quest’ultima è stata condannata, con sentenza del gip del tribunale di Lucca, 456 del 1 ottobre del 2019, per il delitto di peculato”.
L’importo del danno è stato calcolato dalla guardia di finanza per il periodo 2013-2016. Con nota successiva depositata a febbraio del 2020 la guardia di finanza ha rettificato l’importo dovuto nella maggior somma di complessivi euro 64.748,80 in quanto per errore nell’informativa precedente erano stati segnalati, quali importi dovuti, quelli indicati nelle ricevute fiscali/fatture emesse invece di quelli rideterminati applicando le tariffe previste dal regolamento comunale. Ma la domanda di risarcimento era di circa 61mila euro e da qui la condanna a risarcire tale cifra al Comune di Viareggio. In buona sostanza, in presenza di regolamenti comunali che abbiano esternalizzato le funzioni di riscossione dell’imposta di soggiorno, con obbligo di riversarla al comune, si instaura, tra il gestore dell’unità ricettiva e il Comune stesso, un rapporto di servizio connotato da spiccati compiti contabili.