Messe di preghiera per le vittime di omotransfobia, don Nando: “Non piacerà la mia idea ma la Chiesa ama tutti”

Il parroco di San Ginese: “Non tutti i miei confratelli gradiscono ma io non faccio nulla di straordinario. Il ddl Zan? Si poteva fare davvero di più”
“La mia non è una battaglia, ma un segnale lanciato a tutti, modellato sul Vangelo: la Chiesa è madre di tutti e accoglie tutti”. Il parroco di San Ginese, don Nando Ottaviani, lo dice dopo aver lanciato una iniziativa che farà discutere – è lui stesso a prefigurarlo – anche “molti confratelli”. Il prete social, già noto per aver preso in più occasioni le parti della comunità lgbt, ha proposto di dedicare, già da questa settimana, la Messa del mercoledì alle vittime dell’omotransfobia. E così andrà avanti, ogni mercoledì: bandiera arcobaleno con la scritta ‘Pace’ a caratteri cubitali distesa sull’altare e un’omelia dedicata a sensibilizzare contro le discriminazioni. Un chiaro messaggio di apertura e sensibilità che si sposa con il dibattito attuale dopo il naufragio del ddl Zan che ha già guadagnato al parroco non solo tantissime adesioni sui social ma anche qualche critica.

“So che tanti miei confratelli nella Chiesa non vedranno di buon occhi questa mia iniziativa, ma non faccio niente di straordinario. Per me è come rivolgere una preghiera agli afflitti o dedicare una messa alle vittime degli incidenti sul lavoro”, spiega don Nando. Nonostante questo qualche utente sui social ha protestato, anche direttamente con il parroco. Uno di loro è stato particolarmente insistente e molesto: “Ma lei, mi ha scritto in privato – racconta don Nando – lo legge il catechismo? So che non tutti comprendono, ma so anche che siamo tutti cristiani e figli della Chiesa. Il vangelo è la mia guida, ma soprattutto in questa situazione mi è sembrato importante dare un segnale. Quello che ho inteso fare è dedicare a questi nostri fratelli e sorelle che sono etichettati e additati una preghiera speciale, perché anche loro possano sentirsi abbracciati dall’amore di Dio. Tutti siamo figli di Dio”.
Le critiche, dunque, il parroco di San Ginese se le lascia alle spalle ma non è un caso che proprio ora parta un’iniziativa del genere: “Quello che abbiamo visto accadere in Senato per il ddl Zan non è stata una scena cristiana. Vedere quei senatori applaudire per la bocciatura del provvedimento, non è stata una bella cosa – commenta don Nando -. Si poteva davvero fare di più. Una legge per tutelare queste persone doveva già esserci. Avrebbe dovuto fare uno sforzo ulteriore la politica, evitando scene da stadio in aula per un argomento tanto delicato come quello portato all’attenzione da parte del ddl Zan”.