Appalto per i servizi cimiteriali, il tribunale accoglie il ricorso contro la società

Uil commenta la sentenza contro Ipsa Srl: “Violati i diritti e la retribuzione dei lavoratori, ma Gesam non si chiami fuori dalle sue responsabilità”
“Una sentenza che riconosce violazioni nei diritti e nella retribuzione dei lavoratori”. E’ quella scritta dalla sezione lavoro del tribunale di Lucca che lunedì scorso (15 novembre) ha emesso accogliendo il ricorso presentato dall’avvocato Giulio Roberti per conto di Uil Area Nord Toscana, in merito all’esecuzione dell’appalto affidato da Gesam Spa alla società Ipsa Srl per la gestione dei servizi cimiteriali. Secondo Simone Marsili della segretaria generale della Uil Trasporti Toscana e Giuseppe Priolini responsabile del settore vertenze e politiche del lavoro della Uil area Nord Toscana “vi sono stati degli illeciti nella parte inerente ai diritti e alla retribuzione dei lavoratori dall’anno 2014 al 2016″. Tuttavia i sindacati chiamano in causa anche l’appaltatore.
“La sentenza – spiegano i sindacalisti – ripristina i diritti dei dipendenti, ma lascia un punto etico irrisolto. Infatti, la questione che deve fare riflettere è la difesa del committente e riconosciuto obbligato in solido nel pagamento di quanto dovuto, Gesam Spa, (di cui il Comune di Lucca detiene la maggioranza), che a fronte della grave gestione dell’appalto, determinata, a nostro avviso, proprio dalle errate modalità di indizione e di gestione della gara, non ha ritenuto di dover correttamente garantire i diritti dei lavoratori, ma ha inteso eccepire l’obligazione in solido con la società appaltatrice, vale a dire Ipsa Srl. In sintesi, come Ponzio Pilato, Gesam si voleva lavare le mani davanti alla folla, asserendo: ‘non sono responsabile'”.
“Una società a capitale per maggioranza pubblico a fronte di mancato pagamento di lavoro straordinario e festivo, mancato godimento delle ferie, mancata consegna delle buste paga, mancato pagamento della reperibilità e delle retribuzione, oltre alle competenze di fine rapporto e del Tfr – sostengono ancora Marsini e Priolini -, non può permettersi di cercare di uscire dalla questione semplicemente cercando di rivendicare il diritto a non essere responsabile in solido come Spa. Perché è particolarmente grave ed eticamente scorretto che all’interno di un bene comune di natura pubblica vi sia lo sfruttamento dei lavoratori, perché il soggetto che pone in essere l’appalto rappresenta lo Stato. Ci diciamo soddisfatti per l’ottimo lavoro portato avanti, per conto del sindacato Uil prima e Uiltrasporti dopo nonché dei lavoratori, dall’avvocato Giulio Roberti che ringraziamo e per quanto disposto dal tribunale di Lucca, ma crediamo che sia il momento di aprire un dibattito serio sulle modalità di indizione delle gare di appalto e sulle responsabilità di chi le pone in essere. Perché se il pubblico o chi gestisce beni pubblici, che è colui che controlla o che dovrebbe controllare il privato, è il primo a ritenere di poter permettere, restandone estraneo, lo sfruttamento dei lavoratori all’interno dei propri appalti, abbiamo un problema più grosso e che non riguarda solo la parte privata ma in primis gli amministratori pubblici”.