Pista ciclabile alla Lecciona, i dubbi di Regione e Parco. Il sindaco: “Sono rimasto interdetto, chi governa deve assumersi le responsabilità”

Giorgio Del Ghingaro interviene sulla vicenda della ciclovia tirrenica
“Quando uno governa deve avere il coraggio di assumersi le responsabilità. Siamo stati eletti o nominati per questo. Ecco perché quando ho letto le dichiarazioni di un assessore regionale, riguardo alla decisione di inviare al ministero il tracciato della ciclovia Tirrenica col percorso della Lecciona, sono rimasto interdetto”.
Il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro interviene sulla vicenda della pista ciclabile
“Avete presente la frase famosa: “Io non c’ero e se c’ero dormivo”? – spiega – Ecco m’è venuta in mente quella, quando il delegato sulle infrastrutture regionali ha affermato pilatescamente che lui di questa cosa non ne sapeva nulla, scaricando su fantomatici tecnici la responsabilità. Stessa cosa il presidente dell’Ente Parco, che con una giravolta ancora più ardita ci ha informato che lui si è trovato tutto già fatto e che siccome ci sono due opinioni diverse sul tracciato, ne propone arditamente una terza, dimenticando che il Parco a suo tempo ha già previsto quella pista nei propri strumenti urbanistici. Ma lui certamente non sapeva, o se sapeva se n’era dimenticato”.
“Ecco, io faccio esattamente il contrario: sono convintissimo del tracciato ciclopedonale della Lecciona per la ciclopista Tirrenica e lo sostengo, con estrema trasparenza e chiarezza – ribadisce il primo cittadino -. Questa che dovrebbe essere una roba normale per un amministratore, si chiama appunto assunzione di responsabilità, ma ormai sembra essere diventato un esercizio sconosciuto a diversi. Certo, metterci sempre la faccia sottopone a qualche frizione, a contrapposizioni e a possibili scontri, ma fa bene alle proprie comunità e soprattutto a chi governa, perché quando uno dice quello che pensa può magari dividere, ma sicuramente decide e manda avanti le cose, che altrimenti galleggerebbero nel mare delle convenienze”.
“Quindi – conclude – niente equilibrismi per favore, la responsabilità è nostra non degli altri, assumiamocela.”