Auto con il contachilometri taroccato, arrivano anche le sanzioni dell’Antitrust

Sanzione da 100mila euro per alcune vetture vendute tra Lucca e Firenze poi “smascherate” dagli stessi concessionari toscani
Dimezzavano i chilometri percorsi effettivamente dalle auto, taroccando il tachimetro, per poi rivenderle a prezzi maggiori di quelli di mercato, ma una concessionaria di Lucca si accorge dell’imbroglio e da quella segnalazione alle autorità giudiziarie ne è venuta fuori un’inchiesta penale della procura di Cuneo, dove ha sede la ditta, ancora in corso, ma soprattutto un provvedimento sanzionatorio dell’Antitrust.
La società che immetteva sul mercato le automobili taroccate nel chilometraggio, infatti, è stata multata dall’Agcm con una sanzione da 100mila euro. Il Tar del Lazio nel 2019 aveva poi dimezzato la sanzione ma nei giorni scorsi il Consiglio di Stato, accogliendo il ricorso dell’Antitrust, ha ristabilito la multa iniziale definitivamente per pratiche commerciali scorrette.
Si legge infatti nella sentenza pubblicata nei giorni scorsi dal Consiglio di Stato: “In particolare la giurisprudenza della Sezione, con orientamento che non vi è ragione di non seguire anche in questa occasione, ha affermato che uno dei parametri principali, con riferimento ai quali va calcolata l’entità della sanzione con riguardo ai comportamenti ascrivibili nella categoria delle pratiche commerciali scorrette, consiste nell’attribuire rilevanza al fatturato quale misura di commisurazione del quantum sanzionatorio, atteso che tale metodo consente il dispiegarsi dell’effetto deterrente e dissuasivo della sanzione medesima che deve, infatti, essere adeguata ed efficace per disincentivare condotte qualificabili come pratiche commerciali scorrette. Di conseguenza prevedere l’entità della sanzione irrogata alla società nei limiti di un cinquantesimo del massimo edittale, tenuto conto del fatturato dell’azienda per come dimostrato in atti, rende congrua la sanzione e irragionevole ogni ulteriore defalcazione della stessa”.
La maggior parte delle auto con chilometraggio alterato finivano in Toscana, tra Firenze e la Lucchesia, e in particolare almeno un paio di queste vetture riportavano circa 30mila percorsi quando in realtà, attraverso indagini investigative, risultavano averne fatti almeno il doppio. La maxi inchiesta dei giudici piemontesi aveva scoperto un sistema di raggiro utilizzato da numerose società che poi rivendevano in tutta Italia le vetture con i chilometri percorsi contraffatti. Una di queste aveva “piazzato” le sue auto tra la Lucca e Firenze, e proprio da qui, oltre che da altre segnalazioni e dalle attività investigative era venuto fuori nel 2016 un procedimento giudiziario che vede coinvolte molte ditte. Settantaquattro titolari di concessionarie, rivenditori auto multimarche ed elettrauto delle province di Cuneo, Asti e Torino sono stati denunciati al termine di una indagine condotta dalla polizia stradale di Cuneo che ha anche sequestrato più di 400 autovetture, altrettante carte di circolazione, numerosi congegni elettronici e software, il tutto collegato alla rivendita di auto usate che erano stato sottoposte a un “lifting” compresa, ovviamente, la manomissione del contachilometri che veniva riportato indietro.
Il processo prosegue ma nel frattempo tutte le società rischiano anche multe e sanzioni da parte dell’Antitrust che come detto si basano sul fatturato aziendale. Le società “più grosse” rischiano multe più alte. La vicenda prosegue quindi su diversi livelli.