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Madre e figlia aggredite e rapinate da un ladro incappucciato la sera della vigilia di Natale

26 dicembre 2021 | 22:34
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Madre e figlia aggredite e rapinate da un ladro incappucciato la sera della vigilia di Natale

Choc in pieno centro: spintonate alle spalle dal malvivente fuggito con una borsa appena regalata

Stavano tornando a casa dopo la cena della vigilia di Natale a casa di un’amica in centro storico quando sono state aggredite e rapinate da un ladro incappucciato e con il volto nascosto da una mascherina chirurgica. Sono stati minuti di terrore per madre e figlia, venerdì sera (24 dicembre), attorno alle 22,30 di sera. Rita Lunatici, 59 anni, ex vicepresidente di Fondazione Campus Lucca e dal 2012 direttrice della Scuola italiana per il turismo di Firenze, e la figlia, 33 anni, che nel 2017 la meningite ha reso sorda, sono state sorprese alle spalle da un malvivente, mentre stavano percorrendo una via dell’Arcivescovato deserta a quell’ora. Qui è accaduto tutto in pochi, inesorabili, minuti.

“Stavamo camminando nel silenzio – racconta Rita Lunatici -, non c’era nessuno in strada a quell’ora, nonostante fossero appena le 22,30. Mia figlia ed io tornavamo a casa dopo una cena da una mia amica, tenendoci a braccetto. Lei aveva a tracolla la borsa con incise le sue iniziali che le avevo appena regalato per Natale”. E’ stato quel dono a finire subito nell’occhio del ladro che all’improvviso è apparso loro alle spalle, spingendole per dividere madre e figlia.

“A quel punto quell’uomo che indossava un giubbotto rosso ma che non sono riuscita a vedere in volto perché aveva un cappuccio e indossava una mascherina, si è accanito su mia figlia. L’ha spintonata di nuovo per strapparle la borsa. Lei l’aveva a tracolla e il ladro non è riuscito a sfilargliela quindi l’ha colpita di nuovo”. La giovane donne, come gesto istintivo, ha alzato le mani verso la testa: “E’ stata una reazione normale – spiega la madre -: in quel momento mia figlia ha pensato a tutelare gli impianti cocleari che le consentono di sentire dopo il calvario della meningite”. Ed è stato di quel gesto che ha approfittato il bandito, riuscendo a prenderle la borsa e a darsi alla fuga, percorrendo, al contrario, la stessa strada che avevano poco prima fatto madre e figlia: “Questo dettaglio ci fa credere che quell’uomo forse ci stava spiando e seguendo dal momento in cui eravamo uscite dalla casa della mia amica. E questo è davvero spaventoso”.

E’ stata dato subito l’allarme al 113: la madre, mentre la figlia era rimasta come paralizzata per lo spavento, ha anche inseguito per un tratto un malvivente, che si è dileguato nella zona di Porta San Pietro. In pochi attimi le volanti della polizia, a sirene spiegate, erano sul posto e iniziavano le ricerche del ladro. “Devo ringraziare la polizia per la sua tempestività e per l’attenzione che hanno riservato a quanto ci era accaduto: le volanti sono arrivate immediatamente e c’è stata prestata subito l’assistenza del caso”. Le ricerche del malvivente, per ora, non hanno dato l’esito sperato. E non si trova nemmeno la refurtiva: un Iphone, le chiavi di casa e il documento che la figlia di Rita aveva subito riposto nella borsa regalatale dalla mamma: “Quello che mi fa male è pensare che quel ladro si è accanito contro mia figlia, che è in una condizioni di particolare debolezza per i problemi che quella tremenda malattia, la meningite, le ha causato”, racconta la mamma della giovane donna, il cui caso, all’epoca, finito all’attenzione dei media locali, aveva provocato sgomento in città.

“Dopo il grande spavento che abbiamo avuto, è subentrato un sentimento di rabbia – racconta Rita Lunatici -: è necessario che le istituzioni locali diano una mano alle forze dell’ordine nel presidio del territorio. Lucca dalle 20 è deserta e servono, secondo me, più telecamere. E’ un presidio della città e del territorio che a mio parere manca: le telecamere non devono servire soltanto a inquadrare targhe di veicoli o a multarli ai varchi. Mia figlia quella notte non ha dormito e ancora oggi dovendo recarmi ad un bancomat a prelevare mi sono trovata ad aver paura: una cosa che nella mia città non mi era mai accaduta prima”.