Vendita del depuratore di Veneri, inviato un esposto a procura e Corte dei conti

7 gennaio 2022 | 17:25
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Vendita del depuratore di Veneri, inviato un esposto a procura e Corte dei conti

Un gruppo di cittadini mette nel mirino l’operazione e organizza un’assemblea pubblica

“La vicenda della vendita all’asta del depuratore di Veneri non è affatto conclusa e, vista l’importanza della partita, una discussione pubblica al riguardo è quanto mai necessaria”. A sostenerlo sono Giovanni Bertilacchi, Gianluca Flosi, Tommaso Panigada e Cristina Tronchetti, cittadini di Villa Basilica che sull’alienazione hanno anche inviato una segnalazione a procura e corte dei conti, ipotizzando un eventuale danno erariale.

“Viceversa, man mano che ci avviciniamo alla fatidica firma del contratto con gli aggiudicatari, le quasi quotidiane baruffe pesciatine sembrano un elemento di distrazione di massa, mentre sul versante di Villa Basilica un silenzio tombale – si sostiene – ha preso il posto delle campane a festa suonate dall’amministrazione comunale fino a poco tempo fa. In questa situazione paradossale, vogliamo provare a dare il nostro contributo all’informazione ed alla trasparenza, nell’interesse del bene pubblico e della democrazia”.

“Per la realizzazione dell’impianto di Veneri, oltre 30 anni fa furono spesi circa 15 miliardi di vecchie lire: abbondanti 13 miliardi – sostiene il gruppo di cittadini -, di provenienza europea, erogati a fondo perduto dalla Regione Toscana unitamente a 2 miliardi e 600 milioni concessi in prestito dalla Regione stessa. Tale prestito aggiuntivo si rese necessario al momento della rendicontazione con l’Europa per certificare l’avvenuto completamento dell’opera e fu erogato attingendo ai fondi di rotazione del 1995. Questi denari non risultano mai restituiti e infatti la Regione nell’anno 2000 li ha messi a ruolo come crediti verso Coad: ci domandiamo come sia stato possibile solo pensare di vendere il depuratore in presenza di questo macigno; la Regione Toscana tace e così il Comune di Villa Basilica, ci permettiamo quindi di chiedere che fine abbia fatto quel credito”.

“Non ci è dato nemmeno sapere – proseguono – quanti miliardi siano stati erogati dalla Regione per la costruzione delle fognature, senza le quali un depuratore non serve a niente, perché il Comune di Villa Basilica a differenza di quanto correttamente fatto dal Comune di Pescia non ha trasmesso alla Regione – sostengono ancora – la documentazione, tutta di sua esclusiva pertinenza, necessaria per completare la risposta ad un’interrogazione presentata l’anno scorso dal gruppo regionale 5 Stelle. Da questi documenti sarebbe peraltro emerso che il Comune di Villa Basilica in anni recenti ha venduto un terreno di sua proprietà (ricadente nel comune di Capannori, ma ubicato lungo la Pescia Minore) con l’annesso impianto a suo tempo realizzato dal Coad per la re-immissione nel torrente delle acque depurate a Veneri (per inciso, l’acquirente è un imprenditore privato che intende realizzarvi una centralina idroelettrica). E’ di tutta evidenza come il ripompaggio delle acque depurate, pratica prevista e mai realizzata nonostante la derivazione di acqua dalla Pescia Minore a beneficio delle serre nei mesi caldi e secchi, non sarà a questo punto assolutamente più possibile, in barba alle pur condivisibili aspettative di alcuni gruppi consiliari di Pescia. La vicenda è veramente complessa e piena di sorprese per chi si ingegna ad acquisire informazioni documentate. Chi scrive ha letto e possiede copia del contratto di concessione fra Coad e la società di gestione, prorogata di scadenza in scadenza (così emerge dalla documentazione fornita dalla Regione Toscana in risposta all’interrogazione citata): il contratto indica chiaramente come al termine della concessione l’impianto vada restituito con tutte le attrezzature manutenzionate e perfettamente funzionanti senza nessuna contropartita, ad eccezione di eventuali investimenti ammortizzabili oltre la durata della concessione e quindi concordati fra Coad e gestore. Tutto ciò è stato contraddetto dal capitolato d’asta, in base al quale l’aggiudicatario avrebbe dovuto acquistare per oltre 700.000 euro dal gestore uscente una parte dei macchinari già chiaramente risultanti come proprietà di Coad nel contratto di concessione a suo tempo stipulato”.

“Ma l’aspetto più preoccupante dell’operazione – si sostiene – è per noi lo spacchettamento fra fognature e depurazione, perché gli oltre 600.000 euro incamerati nel 2021 dal Comune di Villa Basilica per i suoi diritti di proprietà sullo scarico delle cartiere garantiscono un valore commerciale che non esisterebbe senza l’impianto di depurazione a valle ed è quindi evidente come l’operazione in atto non possa essere considerata semplice alienazione di un immobile, bensì vendita di un pezzo di azienda e come ciò rappresenti un palese danno erariale per il patrimonio pubblico. E’ necessario poi che la Regione ed il Governo intervengano a sanare una situazione che appare comunque incongruente, in quanto, dalla documentazione fornita dagli uffici tecnici della Regione, non risulta periziata l’impiantistica grazie alla quale è stata meritoriamente ottenuta la certificazione ambientale Aia da parte del gestore, così come manca una parte dei macchinari impiegati nella disidratazione fanghi, sparita nella voce capannone: l’impianto di Veneri produce sia fanghi biologici che chimico fisici e di conseguenza ha 2 tipologie di macchinari, ma di una non troviamo traccia. Non è compito nostro giudicare alcuno, ma vogliamo assoluta chiarezza sulla vicenda”.

“In ultimo – si legge nella lettera aperta -, ma non per importanza, non ci risulta esistano i presupposti di legge per vendere un impianto di questo genere, perché la normativa dice esplicitamente che non è consentita la vendita di acquedotti, fognature e depuratori di proprietà pubblica, se non nei modi da essa stabiliti. Siamo sempre in attesa che le due Amministrazioni chiariscano quindi a quale norma fanno riferimento. Del resto, Villa Basilica si priva di quota parte della proprietà del depuratore, mentre (almeno per ora) non intende vendere il bene strumentale all’altro capo del filo, la fognatura. Abbiamo chiesto una sala al Comune di Villa Basilica per illustrare le nostre ragioni per il giorno 15 gennaio, compatibilmente con le esigenze di salute pubblica e la normativa nazionale in materia di covid e attendiamo fiduciosi la risposta. Vogliamo intanto rendere noto che segnalazioni sono state inviate, anche dagli scriventi, a Procure della Repubblica, Anac e Corte dei Conti per avere certezza che tutto si stia svolgendo regolarmente”.