Positivi a Capodanno, odissea per riottenere il green pass

Dopo un tour infinito fra certificati e uffici il certificato verde ancora non arriva: “Serve un’attestazione provvisoria”
Odissea per riottenere il green pass dopo la positività. A segnalarlo è una signora di Lucca, trovata positiva l’ultimo dell’anno con il figlio.
“Nel delirio di Omicron – dice – i green pass si perdono in un limbo sconosciuto. E pensare che il programma della Asl, a detta di chi ci lavora, pur essendo costato cifre considerevoli sembra avere al suo interno buchi neri che non si chiudono nonostante i continui aggiornamenti. Mio figlio ed io nostro malgrado evidentemente siamo finiti proprio in uno di questi”.
“Tutto – spiega – ha avuto inizio con il nostro tampone positivo fatto il 31 dicembre. Nei giorni successivi controllando il portale della Regione Toscana, questi non risultavano caricati impedendomi pertanto di poter eseguire la procedura di auto tracciamento, la farmacia era impossibile da contattare telefonicamente e così il 9 gennaio ho chiesto a mia madre di andare in farmacia e segnalare la situazione. In breve tempo il problema è stato risolto e i nostri tamponi risultavano caricati correttamente (con data 31 dicembre) sul portale, consentendomi così di poter fare il tracciamento per attivare la procedura di isolamento. Il giorno successivo, essendo trascorsi 10 giorni, con i miei familiari siamo andati a fare i tamponi, che, risultando negativi, hanno sancito la fine del nostro isolamento, ma avremo comunque dovuto aspettare la comunicazione ufficiale della asl che a mio marito è arrivata la sera stessa insieme al green pass. Quella di mio figlio e la mia non arrivavano così il martedì mattina sono andata alla Usl e l’operatrice ha messo a posto la nostra posizione ( a loro risultava come inizio isolamento il 9 ossia il giorno che i tamponi sono stati caricati sul portale) permettendo l’invio del certificato di fine isolamento, ma del green pass ancora nessuna traccia”.
“Il giorno successivo – spiega la signora – ho contattato il 1500 senza successo perché mi è stato risposto che la Usl non ha inviato la nostra pratica e per questo loro non possono generare il green pass. Giovedì 13 torno nuovamente alla usl e per l’ennesima volta l’operatrice prova ad inserire nuovamente le nostre pratiche (insieme a quella dell’altro mio figlio che terminava l’isolamento il giorno stesso) dicendomi che più di quello lei non poteva fare perché aveva seguito la procedura regolarmente (e infatti il certificato di via libera e il green pass del più piccolo sono arrivati immediatamente), ma ad oggi (sabato 15) dei nostri green pass ancora niente- In questi giorni ho telefonato anche al medico di famiglia, che chiaramente ha detto di non poter risolvere il problema, ho telefonato ad ogni numero che ho trovato sui vari portali, ho inviato mail, all’indirizzo indicato sul portale del governo (cittadini@dgc.gov.it) che però risulta disattivato dal ottobre 2021, ma in nessun caso ho ottenuta risposta al mio problema e a questo punto non so davvero più cosa fare”.
“Il green pass – commenta la donna – mi pare chiaro che ora come ora ci serva per vivere ma nessuno sa fornirci una risposta adeguata. Credo che invece la Asl o il medico di famiglia dovrebbero poter emettere un certificato provvisorio, e il nostro “caro” presidente Giani dovrebbe occuparsi di questi disguidi (tanto per usare un eufemismo) invece di mettersi in posa con i bambini appena vaccinati per far bella figura sui giornali. La mia è una situazione kafkiana, ma non credo di essere l’unica e forse se tutti insieme ci facessimo sentire magari cambierebbe qualcosa”.