Da una settimana senza riscaldamento, luce e gas: odissea per una famiglia di san Donato con due bimbi piccoli
Dopo la morte del proprietario di casa i parenti chiamati a rispondere all’eredità chiudono la porta con cui si accede ai contatori e non vogliono fornire l’accesso
Da più di una settimana niente luce, acqua e riscaldamento per una famiglia di san Donato. Una storia che ha dell’incredibile e che è resa ancora più drammatica dalla presenza di due bambini piccoli di 7 e 9 anni. A raccontarla la madre, di origini straniere ma da molte decine di anni sul territorio italiano e da quattro a Lucca, residente in un appartamento del quartiere di san Donato. Una situazione apparentemente normale_ la famiglia si trova bene a Lucca, luogo ideale per crescere i propri figli. Ma lo scorso anno il padrone di casa muore improvvisamente e da quel momento inizia una vera e propria odissea culminata mercoledì scorso con il blocco delle utenze.
“Da quando il proprietario di casa è morto, abbiamo avuto molti problemi – racconta la signora – I parenti, che sono in attesa di accettare l’eredità, si sono presentati qui e non hanno voluto parlarci. Hanno però tolto la cassetta delle lettere, chiuso parte dell’immobile in cui c’erano due camere da letto e hanno chiuso anche la porta dove si accede ai contatori per le utenze”. La Gesam si è resa conto che alcune bollette non sono state pagate, per una cifra intorno ai 900 euro e ha staccato le utenze. La signora si è offerta di pagare la cifra, anche se ufficialmente il debito non sarebbe stato contratto da lei, ma per ripristinare le utenze la Gesam deve accedere alla stanza dei contatori che però è stata chiusa a chiave dai parenti del proprietario che ancora non hanno accettato l’eredità.
“Abbiamo provato a contattarli – prosegue la signora – ci hanno detto di parlare con il loro avvocato, ma anche lui non risponde e noi ci troviamo senza né acqua, nP luce e nemmeno il riscaldamento, visto che la stufa a pellet va con l’elettricità. Non possiamo cucinare, non possiamo farci una doccia, non possiamo fare niente e ho due bambini piccoli, come faccio ad andare avanti così? Sono disperata. Non posso neanche lavare i piatti, nell’acquaio ce n’è una pila enorme, alcuni panni sono rimasti dentro la lavatrice che si è interrotta a metà. Questa non è vita, ho chiamato carabinieri, polizia municipale e servizi sociali. La polizia municipale per fortuna ci ha dato una mano, ha detto che non possono lasciarci in questa situazione. È da mercoledì (12 gennaio, ndr) che non abbiamo più utenze”.
I servizi sociali si sono interessati alla questione, ed hanno proposto alla madre e ai due figli di andare temporaneamente nel dormitorio per famiglie, in attesa che la situazione si sblocchi.
“Ma come possiamo fare? – commenta la donna – Dovrei lasciare mio marito qua solo, perché nel dormitorio non può andare. Anche per i bambini non mi sembra il caso, in un momento di pandemia, metterli a contatto con altre persone. Poi noi siamo sempre stati regolari, abbiamo sempre pagato tutto e siamo residenti qui, non abbiamo intenzione di andarcene, devono semplicemente riallacciare le utenze”.
Un comportamento, quello della proprietà, che sembra difficilmente spiegabile anche da parte dell’avvocato della famiglia, Natascia Carignani: “Conosco bene la situazione in cui si trovano – dice l’avvocato -, non si riesce a capire come mai i chiamati a rispondere all’eredità impediscano alla signora e alla sua famiglia di accedere ai contatori per ripristinare le utenze. Oltretutto non si può bloccare l’accesso all’area, se per caso con un temporale scattasse il salvavita e ci fosse necessità di riattivare la luce?”