“Raspini ha un addetto stampa personale, lo stesso della Fondazione Crl”, Santini condannato per diffamazione
Per il tribunale civile sarebbero stati lesi la reputazione e l’onore dell’assessore: il consigliere dovrà pagare 5mila euro di danni più le spese processuali
Una condanna per diffamazione Remo Santini, capogruppo di Siamo Lucca. Ad annunciare l’esito l’assessore comunale Francesco Raspini, rappresentato dall’avvocato Lorenzo Nannipieri. La decisione è stata presa dal tribunale civile di Lucca che condanna Santini al pagamento di 5mila euro più le spese processuali.
La sentenza si riferisce alla vicenda che a ottobre 2019 coinvolse direttamente l’assessore Raspini, quando Remo Santini, sia per mezzo stampa sia per mezzo di una conferenza stampa convocata in piazza San Frediano, dichiarò che, questo il testo pubblicato e richiamato in sentenza, “[…] la giunta è supina ed ai piedi dell’assessore Raspini che addirittura si è fatto anche un addetto stampa personale. […] ci sembra anche che ci sia il tentativo di mischiare poteri… di mischiare poteri diversi della città […] Non è un caso che abbiamo parlato anche di quella che ritengo essere un’anomalia, cioè il fatto che chi cura la comunicazione per quanto riguarda la Fondazione Cassa di Risparmio sia la stessa persona che cura la comunicazione di Raspini. Ci sembrano esagerazioni e arroganze di cui la città non ha bisogno […]”.
Espressioni ritenute lesive dell’onore e della reputazione di Raspini, “poiché riportanti – hanno argomentato i legali dell’assessore – una notizia falsa, in quanto mai realmente accaduta, con portata diffamatoria, relativa all’inopportunità per un assessore comunale di dotarsi del medesimo addetto stampa della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, insinuando così un’indebita commistione “tra poteri diversi della città e cioè da un lato l’esecutivo comunale e dall’altro la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca” e invitando la Fondazione Cassa di Risparmio a “prendere le distanze da questa situazione, al fine di evitare possibili strumentalizzazioni dell’ente””.
Ed è proprio sulla veridicità delle affermazioni sostenute da Remo Santini che si sofferma la sentenza: “Deve ritenersi che il convenuto (Santini, ndr) – si legge – non abbia conformato i suoi accertamenti in ordine alla veridicità del fatto riferito ai criteri di diligenza richiesti ed esigibili al fine di scriminarne la condotta; criteri da parametrarsi anche in considerazione delle qualifiche rivestite dal convenuto: capogruppo in consiglio comunale e giornalista professionista. […] Nel caso di specie all’esito dell’istruttoria non è emersa prova alcuna che il convenuto […] abbia effettuato ulteriori accertamenti per verificare la veridicità di quanto riferitogli”.
Ed è qui che allora subentrerebbe, secondo i giudici, la diffamazione ai danni di Raspini. La sentenza infatti stabilisce che “deve, infine, ritenersi l’idoneità lesiva della reputazione e dell’onore del ricorrente del contenuto delle affermazioni effettuate dal convenuto nel contesto sopra riportato tali da ingenerare nell’opinione pubblica l’erronea convinzione di una pericolosa commistione tra l’amministrazione comunale, nella persona dell’assessore Raspini, e la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, ente che amministra un patrimonio rilevantissimo e che si muove con totale indipendenza dal potere politico. A tal proposito appaiono inequivocabili le dichiarazioni del Santini che, come già sopra riportato, alludono chiaramente ad un tentativo di mischiare poteri forti e operanti in settori diversi nell’ambito del contesto cittadino a scapito della trasparenza e correttezza dell’operato politico-amministrativo dell’assessore Raspini con evidente portata lesiva della credibilità politica e della professionalità del Raspini sia agli occhi del Sindaco sia agli occhi dell’intera cittadinanza”.
”Il tribunale di Lucca – dice l’avvocato Lorenzo Nannipieri – ha pienamente accolto le domande dell’assessore Raspini, il quale aveva chiesto in sede civile un risarcimento per il danno subito in conseguenza di alcuni episodi avvenuti nel 2019. Esprimiamo piena soddisfazione per la sentenza, che ha ribadito il principio giuridico per cui i sacrosanti diritti di critica e cronaca non possano che fondarsi su fatti veri. E tali non sono state ritenute le dichiarazioni rivolte nei confronti del mio assistito dalla nostra controparte”.

“Per due anni non ho detto niente su questa vicenda – commenta l’assessore e candidato sindaco Raspini -. Volevo che a parlare fosse la giustizia. Oggi infatti è una sentenza che stabilisce le cose: le affermazioni lesive della mia persona, diffuse e sostenute da Santini senza uno straccio di fondamento sulla veridicità delle stesse, arrivate addirittura a mettere di mezzo la mia famiglia, sono false. So quanto questa situazione abbia creato dolore, dispiacere e danno anche dal punto di vista della salute a Marcello Petrozziello, ingiustamente tirato in mezzo in qualità di responsabile comunicazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Marcello non c’è più dal 29 giugno scorso e il dispiacere più grande, oggi, è che non sia qui con me a leggere la sentenza: una sentenza che ristabilisce le cose per quello che sono e che sono sempre state, rendendo giustizia anche a lui e alla sua onorabilità. Credo che chi decide di fare politica e chi ha l’ambizione di amministrare la cosa pubblica debba mettere al primo posto l’onestà intellettuale, la trasparenza e la verità. I diritti di cronaca e di critica sono sacrosanti e sono il primo a tutelarli e a difenderli, ma non possono essere esercitati in modo diffamatorio”.
