Rubavano identità per vendere opere d’arte: sgominata la banda

20 gennaio 2022 | 09:11
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Giro d’affari per centinaia di migliaia di euro

Hanno approfittato della loro passione per l’arte e la numismatica, acquisendo a insaputa delle ignare vittime i loro numeri di telefono, i contatti email e perfino l’indirizzo di casa, sottraendole indebitamente rinomate aziende specializzate nella vendita di rarità per appassionati, molti dei quali toscani.

L’unico obiettivo, secondo le fiamme gialle che hanno sgominato la banda di truffatori, era utilizzare quel prezioso indirizzario per eludere le normative a tutela dei dati personali dei consumatori e disporre senza vincoli di preziose liste di clienti a cui sottoporre propri prodotti.

Nell’ambito di una articolata e innovativa indagine, coordinata dal quarto dipartimento della procura della Repubblica di Milano, i finanzieri del Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche sono riusciti a identificare gli ideatori ed esecutori dell’attività fraudolenta di trattamento illecito dei dati. Nei loro confronti sono state eseguite numerose perquisizioni nelle province di Napoli, Caserta e Milano. Gli approfondimenti di natura economica hanno consentito di ricostruire il rilevante giro d’affari per centinaia di migliaia di euro.

Un ingegnoso sistema posto in essere unicamente per eludere le normative a tutela dei dati personali dei consumatori e disporre senza vincoli di preziose liste di clienti a cui sottoporre propri prodotti.

Gli indagati arrivavano a presentarsi telefonicamente anche come agenti della nota Enciclopedia Treccani, per promuovere in maniera subdola ai malcapitati, con la scusa di rivalutare le opere d’arte già in loro possesso, la vendita di quadri, enciclopedie e altri prodotti una volta fissato l’appuntamento.

Attraverso indagini ad alto contenuto tecnologico e strumenti di investigazione all’avanguardia sono stati identificati gli ideatori ed esecutori dell’attività fraudolenta di trattamento illecito dei dati. Nei loro confronti sono state eseguite numerose perquisizioni nelle province di Napoli, Caserta e Milano. Gli approfondimenti di natura economica hanno consentito di ricostruire il rilevante giro d’affari per centinaia di migliaia di euro.

I fatti per la loro gravità sono stati segnalati anche all’autorità Garante per la protezione dei dati personali con richiesta di avviare il procedimento istruttorio propedeutico all’applicazione delle sanzioni pecuniarie previste dal Gdpr