Smercio illegale di tabacco, perquisizioni e indagini a Lucca

28 gennaio 2022 | 17:18
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Smercio illegale di tabacco, perquisizioni e indagini a Lucca

La Dda segue un filone che connetterebbe il traffico illecito alle cosche

Esiste un filone lucchese in una delicata e complessa indagine interforze, tra carabinieri e guardia di finanza, condotta dalle Dda di Brescia e Reggio Calabria, ma coordinata dalla direzione nazionale antimafia che si è avvalsa anche degli investigatori di Europol e di Eurojust.

L’inchiesta denominata Tabacco selvatico era partita nel 2020 quando a Brescia la guardia di finanza aveva sequestrato prima a maggio e poi a settembre circa 100 tonnellate di tabacco di provenienza estera che doveva poi essere immessa, illegalmente, sul mercato italiano. Sembrava una “normale” indagine su evasione fiscale, commercio illegale di tabacco e reati simili, ma non era così.

Più le indagini proseguivano, infatti, più venivano fuori scenari ben diversi e molto più inquietanti e pericolosi. A quel punto è scesa in campo la Dda di Brescia ma subito dopo anche quella di Reggio Calabria. Questo perché man mano che si sviluppavano indagini, intercettazioni e altre attività investigative, i nomi che saltavano fuori erano in realtà di persone appartenenti o vicini a potenti clan di ‘ndrangheta. Come spesso accade in questo tipo di inchieste si cerca di andare avanti per cogliere l’anello successivo della catena perché dal tabacco sequestrato si era giunti a elementi di spicco della criminalità organizzata calabrese. Ma ad ottobre dello scorso anno la situazione è precipitata e la direzione nazionale antimafia ha disposto 5 arresti ora convalidati dal gip perché si è scoperto che stavano organizzando un omicidio e due degli arrestati erano indicati dalla Dda di Ancona come mandanti ed esecutori di un omicidio già commesso nel 2018.

Non si poteva quindi più attendere oltre e proseguire quelle indagini che magari avrebbero consentito di smascherare l’intera filiera illegale del tabacco con contiguità ad ambienti criminali della ‘ndrangheta. La gdf e i carabinieri ad ogni modo la notte degli arresti, il 4 ottobre del 2021, fanno scattare anche ben 27 perquisizioni, tra persone fisiche e società, nelle città di Brescia, Bergamo, Verona, Ferrara e Lucca. Certamente queste perquisizioni riguardano il tabacco clandestino e illegale ma ovviamente le bocche di investigatori e inquirenti sono sigillate perché sono tuttora in corso le complesse attività di indagine che si erano interrotte solo momentaneamente per procedere ai 5 arresti di chi, secondo i giudici, stava per compiere un omicidio, all’interno di dinamiche mafiose. A questa convinzione i giudici erano arrivati attraverso attività di intercettazione e soprattutto al rinvenimento di armi e bombe, in Italia e all’estero, legate a questa esecuzione mafiosa che è stata quindi scongiurata. Ma l’inchiesta ora procede per comprendere meglio tutti i contorni delle tante vicende già emerse, anche in relazione alla 100 tonnellate di tabacco già poste sotto sequestro dalle autorità. Le 5 persone già arrestate a Brescia e Reggio Calabria devono rispondere al momento di detenzioni di armi da guerra, con l’aggravante di aver agito per conto della ‘ndrangheta. Armi con cui, secondo le indagini, il gruppo avrebbe voluto uccidere un ex componente di una cosca calabrese che si era nel frattempo dissociato. Due dei 5 sono accusati anche dalla Procura di Ancona di essere i responsabili dell’omicidio di Marcello Abruzzese, fratello del collaboratore di giustizia Girolamo, freddato il giorno di Natale del 2018 a Pesaro. L’inchiesta e le indagini proseguono su tutti i fronti anche in direzione Lucca per capire se e chi, e a che livello, è coinvolto nello smercio illegale del tabacco sequestrato all’origine delle attività investigative che hanno poi preso una piega ben diversa e molto più pericolosa. Di certo la ‘ndrangheta era riuscita a mettere mano anche in questo business calcolato dagli inquirenti in circa 15 milioni di euro di tabacco clandestino e illegale di provenienza estera.