Scoppiata la guerra in Ucraina: Lucca scende in piazza per dire no alle bombe

Veglie di preghiera e manifestazione in S. Michele. In città 270 cittadini originari del paese invaso dalla Russia: molti avevano fatto ritorno a casa negli ultimi giorni
Veglie di preghiera nelle chiese e una manifestazione di piazza che, già programmata per sabato prossimo (26 febbraio) ora assumerà un senso e un sapore tutto diverso. Nel cuore della notte, infatti, è iniziata l’invasione russa dell’Ucraina con bombardamenti e numerose vittime civile, secondo quanto battono le agenzie internazionali. Una tragedia che tocca in prima linea l’Europa e anche Lucca partecipa allo sgomento generale.
Sono circa 270 i cittadini ucraini che vivono a Lucca, molti dei quali negli ultimi giorni hanno fatto ritorno nel loro paese. Forse per stare vicino ai propri cari in un momento difficile, forse perché fino in fondo si pensava che la diplomazia avrebbe potuto prevalere sulla forza. Non è stato così e la condanna della guerra da parte della politica locale e delle istituzioni toscane è unanime.
La mobilitazione di sabato che dalle 17 sfilerà in piazza San Michele ha un titolo parlante: “Mettiamo la pace al centro”.
Si svolgerà davanti al loggiato di Palazzo Pretorio. L’iniziativa è partita dai soggetti promotori dell’appello Lucca si mobilita per la pace: a cui, in una manciata di giorni, hanno aderito più di cinquanta associazioni del territorio, centinaia di cittadini a titolo personale e istituzioni come i Comuni di Lucca, Capannori, Altopascio e la Provincia.
La manifestazione sarà proprio nel giorno della mobilitazione nazionale della rete di peacelink, a cui l’iniziativa aderisce formalmente: e vuole rappresentare un momento di riflessione e testimonianza, circa i venti di guerra che arrivano dal confine tra l’Ucraina e la Russia, così come per tutti i luoghi del Pianeta in cui il conflitto è palese o latente.
“La decisione di scendere in piazza anche nella nostra città è stata assunta in maniera collettiva, durante l’assemblea pubblica online che si è tenuta nei giorni scorsi, e che ha visto un’ampia partecipazione – spiegano i promotori – Vogliamo infatti evidenziare, con un gesto tangibile, il nostro rifiuto ad ogni guerra. Ma ancora di più, sentiamo il bisogno di impegnarci per una cultura della pace che, pure sul nostro territorio, non si limiti solo a manifestarsi a fronte di conflitti imminenti; ma sia invece motore di cambiamento continuo e fecondo, nei confronti di una politica che faccia della non violenza e della pace principi su cui basare ogni scelta, nel pieno rispetto della nostra Costituzione”.
Gli organizzatori invitano gli interessati a presentarsi all’iniziativa con la sola bandiera della pace, evitando ogni altro simbolo. La manifestazione si svolgerà nel rispetto della normativa per il contenimento della pandemia Covid-19.
Per firmare l’appello promosso da Lucca si mobilita per la pace, si può inviare una mail a luccaperlapace@gmail.com; al solito indirizzo, si può anche richiedere ogni informazione. Il movimento è anche presente su facebook, col gruppo Lucca si mobilita per la pace.
Intanto anche il comitato Lucca contro la guerra dichiara di condividere l’appello dell’Anpi affinché rinasca un grande movimento per la pace e aderisce all’appello nazionale lanciato da PeaceLink; sarà quindi in piazza S.Michele a Lucca, sabato, insieme a tutti coloro che vogliono la pace, per manifestare contro la guerra in Ucraina.
“Saremo lì – dicono – per esprimere la nostra contrarietà a tutte le guerre, perché ci preoccupa fortemente quanto sta accadendo in Ucraina, inserita in un’escalation estremamente pericolosa, ma sono decine le guerre sparse per tutto il pianeta. Saremo lì per chiedere alle istituzioni e ai nostri governanti, il rispetto della Costituzione, che all’articolo 11 recita ‘l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali’, un articolo largamente disatteso a più riprese. Saremo lì contro la follia delle spese militari, mentre quasi un quinto della popolazione mondiale muore di stenti e di fame”.
Dal presidente del consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzeo arriva di primo mattino la condanna della guerra: “Stamane ci siamo svegliati con una notizia che nessuno di noi avrebbe mai voluto leggere: la Russia ha iniziato l’invasione dell’Ucraina – commenta Antonio Mazzeo – Un attacco ingiustificato e ingiustificabile. Putin ha preferito la forza e le armi alla pace. Una scelta che va condannata da tutta la comunità internazionale, con forti sanzioni, affinché nessun altro possa fare quello che sta facendo Putin. Violare in questo modo il diritto internazionale mette in pericolo tutto il mondo. Putin ci ripensi, fermi le operazioni. La Toscana è e sarà sempre terra di pace ed è vicina al popolo e alle istituzioni ucraine in questo momento drammatico”.
“L’attacco della Russia all’Ucraina preoccupa – osserva il presidente della provincia di Lucca, Luca Menesini -. L’Unione Europea deve dimostrare compattezza e lavorare unita per fermare una guerra alle nostre porte. La guerra è sempre sbagliata: questa – in questo momento – ancora di più. Abbiamo bisogno di pace”.
“Impotenza, rabbia e, nonostante tutto, speranza. Come Ufficio di presidenza del consiglio comunale di Lucca – scrivono Francesco Battistini, Maria Teresa Leone e Massimiliano Bindocci – sono questi i sentimenti che ci sentiamo di esprimere. Impotenza e rabbia, davanti all’immenso orrore della guerra, con il suo carico di sofferenza, paura e morte, e sempre a carico dei più deboli. La guerra è una parola che volevamo solo nella storia, ma ci sono tante guerre, dimenticate perchè, in teoria, lontane. Oggi la guerra è qui, in Europa, vicina. E ci fa paura, anche. Pensavamo che nel 2022, nel cuore della civiltà, le questioni geo politiche non si affrontassero più uccidendosi. Ma abbiamo anche speranza, che le menti tornino a ragionare, che la politica torni protagonista, che la Pace ritorni. Ognuno faccia la sua parte, noi ci siamo e faremo quanto è nelle nostre possibilità, perchè si fermino i cannoni e non i cuori.