Green pass falsi venduti sul web, perquisizioni e indagati anche a Lucca

I certificati verdi venivano inviati attraverso i social. Tra le posizioni al vaglio anche quelle di minorenni

Green pass falsi, 25 indagati in tutta Italia, anche di Lucca e provincia, tra cui addirittura alcuni minorenni. Un maxi blitz in corso da stamattina (1marzo) con perquisizioni su tutto il territorio nazionale, disposte dalla procura della Repubblica di Termini Imerese e condotte dagli investigatori della polizia di Stato per debellare un’organizzazione criminale specializzata nel commercio in rete di Green pass falsi venduti e in grado di superare i normali controlli di verifica.

Polizia e Polstrada Pistoia

Controlli e verifiche anche a Lucca e in provincia dove risultano persone iscritte nel registro degli indagati del tribunale siciliano che conduce le delicate e complesse indagini. L’operazione più vasta contro false certificazioni mai realizzata finora in Italia. E nel corso delle ore pare allargarsi a macchia d’olio. Se ne saprà di più nelle prossime settimane. Al momento le operazioni già partite su richiesta della procura siciliana sono coordinate dai servizi centrali della polizia di Stato.

L’operazione, hanno spiegato gli inquirenti, scaturisce da un’attività di contrasto delle condotte fraudolente perpetrate attraverso la rete internet, che mettono a rischio la fede e la salute pubblica. Gli investigatori della sezione della polizia di Stato al termine di complesse indagini informatiche, hanno individuato una struttura criminale che pubblicizzava in diversi canali presenti sulla piattaforma Telegram, la vendita di certificazioni verdi Covid-19 a beneficio di persone senza vaccino. Sono 20 le perquisizioni ordinate in ambito nazionale, tra cui la città di Lucca, che hanno consentito di sequestrare, oltre i Green pass cartacei, oltre 30 dispositivi informatici all’interno dei quali i certificati erano conservati in formato digitale. Al momento sono 25 gli indagati in possesso della falsa certificazione, tra cui cittadini lucchesi. Alcuni di loro sono stati anche individuati sul posto di lavoro, tra questi due gestori di un panificio, un ristoratore, un dipendente comunale, un appartenente alle forze dell’ordine.

Tra gli indagati anche minorenni, a beneficio dei quali – sostiene l’accusa – i genitori avevano acquistato la falsa certificazione per non sottoporli al vaccino. Gli utilizzatori delle false certificazioni verdi e indagati sono stati sinora localizzati in 15 province italiane: Roma, Cremona, Aosta, Cosenza, Lucca, Caltanissetta, Agrigento, Palermo, Bologna, Olbia, Bari, Venezia, Treviso, Mantova e Salerno”. I venditori, secondo i giudici, assicuravano agli acquirenti il rilascio di un certificato Green pass “rafforzato terza dose” personalizzato, chiedendo copia della tessera sanitaria, a fronte del pagamento di circa 300 euro solitamente in criptovaluta, prevedendo anche “sconti famiglia” per coloro che acquistavano più certificati. Le indagini sono ancora in corso e al vaglio degli investigatori si trovano adesso anche i dispositivi telefonici che possono consentire di rinvenire altre certificazioni false acquistate per familiari e conoscenti.

All’esame dei poliziotti, inoltre, anche alcuni conti correnti italiani utilizzati per far transitare i pagamenti per l’acquisto dei falsi Green pass. “Con la collaborazione del ministero della Salute, i falsi Green pass individuati saranno disabilitati, in modo da impedirne ogni ulteriore utilizzo. La presente operazione di polizia giudiziaria ha inteso contrastare, non solo le violazioni di norme penali, ma anche quelle condotte poste in essere da persone a contatto con il pubblico che, attestando falsamente il proprio stato di salute e contravvenendo al rispetto dell’attuale disciplina di tutela al contenimento della diffusione dell’epidemia da Covid-19, hanno potenzialmente posto in pericolo la salute pubblica”.

La polizia di Stato raccomanda agli utenti “di non affidarsi a queste organizzazioni criminali alle quali, peraltro, vengono fornite informazioni personali sensibili (documenti di identità e tessera sanitaria) che possono essere ulteriormente utilizzate per finalità illecite”. L’inchiesta prosegue su vari fronti e a vari livelli. I numeri dell’inchiesta sembrano destinati ad aumentare. Se ne saprà di più col passare dei giorni.

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Lucca in Diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.