Invasione russa in Ucraina, il colonnello Moretti: “Attacco da condannare, auspico che dopo il conflitto nascerà un’Europa migliore”

Per l’ex militare dell’aeronautica ci sono similitudini con il caso della crisi dei missili a Cuba: “Guerra mondiale? Non ci sarebbe nessun vincitore”
Invasione russa in Ucraina. Per fare il punto abbiamo chiesto un parere al colonnello Alberto Moretti, ex comandante della pattuglia acrobatica nazionale delle Frecce Tricolori, che dopo il comando ha lavorato come attaché militare in Medio Oriente per 4 anni, e, in Toscana, per due anni, è stato istruttore a Grosseto di aerei caccia, sugli F104.
Al di là degli accordi per un negoziato, ancora in corso, tra lo “zar” russo e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo lei cosa ha innescato la miccia del conflitto?
La guerra iniziata da Putin in Ucraina non ha giustificazioni ed è da condannare senza se e senza ma.Per tentare di dare una spiegazione a questo gesto che appare “folle” bisogna tornare indietro di almeno 30 anni, quando con la caduta del muro di Berlino e lo sfaldamento dell’Urss si concretizzò un nuovo ordine nel cuore dell’Europa. Il patto di Varsavia, che si contrapponeva alla Nato realizzando per decenni un equilibrio di forze che si fronteggiavano in quella guerra non combattuta che andava sotto il nome di “guerra fredda” si sfaldò rapidamente.I paesi nell’orbita sovietica bussavano alla Nato per entrare, e sentirsi protetti, forse consapevoli che l’orso sovietico rappresentava pur sempre una minaccia. La promessa fatta dagli Usa di non alterare gli equilibri sul campo, negli anni si è dissolta e pian piano le adesioni sono diventate concrete e oggi sono nell’Alleanza Atlantica paesi confinanti con la Russia come i paesi baltici. L’eventualità che anche l’Ucraina potesse entrare in questo organismo è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha evidentemente fatto saltare i nervi a Putin. Personalmente credo che Putin, ma credo tutto il popolo russo, si sia sentito, e tuttora si sente, scarsamente considerato, per niente ascoltato, quasi come se le sue legittime richieste non meritassero l’attenzione che per anni è effettivamente mancata. Da qui l’innesco di un conflitto nel cuore dell’Europa.La crisi ucraina, drammatica per le possibili conseguenze, mi ha riportato con la memoria alla crisi di Cuba del 1962. Non si tratta di semplici analogie, ma di due crisi incredibilmente identiche. Solo che le parti oggi sono invertite. Nel 1962 la Russia voleva installare missili a Cuba e gli Usa sentivano questo come una reale minaccia vista la vicinanza con il proprio territorio. Oggi gli Usa vorrebbero far entrare l’Ucraina nella Nato con tutto quello che ne consegue: trasferimento di armamenti e militari sul suolo ucraino, a due passi da Mosca. La Russia sente tutto questo come una minaccia. All’epoca della crisi a Cuba il presidente Kennedy pose prima un blocco navale, per evitare che le navi che trasportavano i missili giungessero sul suolo cubano, e poi minacciò una guerra nel caso in cui le operazioni non si fossero fermate. Oggi La Russia sta esattamente facendo la stessa cosa: sta minacciando di invadere l’Ucraina se non riceve garanzie scritte che il paese non entrerà nell’Alleanza Atlantica. La crisi di Cuba, come noto, si risolse bene, con l’annullamento del dispiegamento dei missili ed il rientro alla normalità (se così si può dire) delle relazioni tra i Paesi contendenti. Non sappiamo come si concluderà questa crisi che nasce dal solito antagonismo Usa – Russia ma che coinvolge l’Europa visto che tutti i paesi europei fanno parte della Nato. Le due crisi, identiche nell’innesco e nelle reazioni, sono però lette e scritte in maniera molto differenti.
Le forze russe prevedevano tempi rapidi per la caduta del governo di Kiev ma cosi non è stato…
Seguo anch’io i media occidentali che continuamente fanno passare questa loro ipotesi come una certezza. Personalmente non sono convinto che Putin pensasse di occupare in pochi giorni un territorio grande come due volte la Francia con i 150mila uomini impiegati. Questa guerra mi appare molto strana. Ricorderete che gli ultimi conflitti combattuti hanno delle strategie ben precise. Inizialmente una massiccia campagna di raid aerei per acquisire il controllo assoluto dello spazio aereo ed annullare la volontà di resistere del nemico. Dopo le truppe terrestri entrano nel territorio del nemico per occupare i punti sensibili ed annientarne le difese. La forza aerea non è stata praticamente utilizzata e quanto è avvenuto in Ucraina denota la volontà di Putin di non infliggere grandissimi danni all’avversario e non coinvolgere tanti civili. Credo che l’obiettivo fosse quello di mostrare la sua determinazione a fare sul serio per poi intavolare dei negoziati da una posizione di vantaggio. Secondo me ha commesso l’errore di sottovalutare la capacità del presidente ucraino di gestire con grinta ed intelligenza la situazione. Ha saputo trascinare tutto il suo popolo nel conflitto e con una ben orchestrata campagna di informazione è riuscito a scaldare i cuori di tutti i popoli del mondo, schierati dalla sua parte”.
Quali sono secondo lei i reali obiettivi di Putin? Difendere i confini russi da un potenziale allargamento della Nato ad Est, oppure ricostruire l’impero russo? Il leader della Russia ha parlato di denazificare e smilitarizzare l’Ucraina…
Credo che Putin stia combattendo per vedere riconosciuto l’interesse della Russia a sentirsi sicura. L’allargamento a Est della Nato fa paura; ma ancora di più fa paura il lento e inesorabile innesto di valori di democrazia che l’avvicinamento all’occidente sta producendo. Non a caso il leader russo usa spesso termini che richiamano ai valori, e non c’è dubbio che i valori occidentali appaiono ancora molto indigesti ai russi e a Putin.La democrazia, le libertà fondamentali – di stampa, di parola e critica – ormai acquisite in occidente vengono viste come reali minacce. L’avvicinamento degli ex Paesi del Patto di Varsavia ha prodotto in quelle popolazioni questo cambiamento che è forte e non controllabile dal potere unico che c’era in quei paesi. Per questo credo che Putin miri a mettere un governo amico e sottoposto, che conceda pochi spazi a questo cambiamento. Credo che ormai quest’aspetto sia superato dai fatti. Kiev è già una città occidentale e nessun dittatore convincerà il popolo ucraino a tornare indietro rinunciando alle libertà acquisite negli anni“.
È da escludere una terza guerra mondiale?
Spero e credo di sì. Non ci sarebbe nessun vincitore e questo lo sanno tutti.
Le sanzioni alla Russia indeboliranno maggiormente l’Italia, e gli altri paesi europei, piuttosto che Putin?
Le sanzioni indeboliscono tutti e inaspriscono i rapporti tra gli Stati. Una volta raggiunto un accordo attraverso il negoziato in atto, bisognerebbe valutare pragmaticamente quali sono gli interessi dell’Europa. Siamo certi che questi coincidano con gli interessi statunitensi?Non ne sono convinto, e teniamo sempre conto che comunque vadano le cose il prezzo più alto lo paghiamo sempre noi europei, sia che ci sia una guerra sia che ci sia una cattiva pace con sanzioni insopportabili economicamente.
Che Europa sarà finito il conflitto?
Credo un’Europa migliore. Quanto accaduto ha messo in drammatica evidenza i limiti di una alleanza che per ora è solo economica. Si sente già dire da più parti che è necessario avere una politica estera comune, una politica di difesa ed un esercito comune. Buoni segnali per costruire l’Europa del futuro.