Dal porta a porta alle vendite online, la truffa delle offerte di lavoro corre sul web

4 marzo 2022 | 14:03
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Dal porta a porta alle vendite online, la truffa delle offerte di lavoro corre sul web

Numerosi casi anche a Lucca finiscono in tribunale

All’inizio furono enciclopedie e elettrodomestici ad uso casalingo a far decollare anche in Italia il lavoro di piazzista mutuato dai cugini americani. E tutto sommato si riuscì a creare nuove figure lavorative che sviluppando nuove capacità di vendita in modalità “door to door” consentirono a molti italiani di avere un reddito mensile per poter vivere dignitosamente.

Bisognava avere solo facile parlantina, un po’ di sana faccia tosta, e un minimo di competenze sul prodotto da vendere. Le percentuali per ciascun “pezzo” venduto era buone, bastava pagare le tasse ed eventualmente crearsi una polizza vita per la pensione. Poi negli anni le cose come, spesso accade, purtroppo, mutarono in peggio, a esclusivo vantaggio del “padrone” con meccanismi sempre più perversi di guadagno sulle spalle del lavoratore che si illude e viene illuso per poi il più delle volte non portare a casa nulla se non tanta frustrazione e delusione. Nonostante l’attenzione della politica e deli tribunali ai diritti dei lavoratori. Ma come si dice: fatta la legge trovato l’inganno. Se non si controlla a tappeto, cosa molto difficile da attuare ma resta l’unico modo per evitare sfruttamento e illegalità. Oggi che tra pandemia e guerra, di lavoro se ne trova sempre meno, basta collegarsi e iscriversi ai più noti siti web di “cerca lavoro”, cliccare la città o la provincia, lasciando aperti gli spazi dedicati a che tipo di lavoro si cerca, per rendersi conto facilmente che qualcosa non quadra. E in effetti anche a Lucca, come in quasi tutte le città italiane, ogni santo giorno appaiono annunci di lavoro che potrebbero essere definiti senza ombra di smentita alcuna “sempiterni”. Come è possibile una cosa del genere?

Il meccanismo manipolatorio che inganna e illude chi cerca lavoro, praticato da molte aziende e intermediari

Chiaramente esistono anche molte aziende serie che invece propongono veri lavori e veri contratti. Ma il più delle volte si trovano titoli sempre più stravaganti e suggestivi che annunciano che è in corso una selezione per venditori anche alla prima esperienza per prodotti di ogni genere e tipo, ma che non sono ma, sottolineato cento volte, beni di consumo, ovviamente. Si riceve una telefonata che invita ad un colloquio che spesso avviene online o attraverso chat o tramite webinar, riunioni via web. C’è sempre qualcuno che parla per interminabili minuti di incredibili risultati, di psicologica da baci Perugina, di strategie che nemmeno Topolino, con analisi socioeconomiche da bar, che hanno come unico scopo quello di incuriosire il “malcapitato” che in realtà sta solo cercando un lavoro, spesso disperato. Dal vivo poi si “fa finta” di svolgere un colloquio molto approfondito e serio ma colpisce immediatamente che il profilo del candidato conti poco o nulla. Infatti magicamente si superano tutte le selezioni e si è pronti ad entrare a far parte della grande famiglia x che vende l’incredibile prodotto y che con facilità estrema si riuscirà a vendere a chiunque e con bonus e provvigioni da sistemarsi a vita in pochi anni.

Il lavoro capestro quasi sempre impossibile da portare a termine nel medio e lungo periodo

Dall’oggi al domani, con tanto di materiale e supporti tecnologici, e in affiancamento per i primi giorni si viene catapultati, dopo essere stati gasati a mille, nel lavoro vero e proprio, spesso firmando una specie di contratto che è pura carta straccia perché per il lavoratore non esiste nessuna garanzia se non che verrà pagato ma con modalità “a discrezione del cartaro”, per usare un gergo pokeristico, cioè a unico vantaggio e ad esclusiva e unilaterale modalità individuata di volta in volta da “chi dà le carte”, cioè dal datore di lavoro. In pratica bisogna sin da subito vendere il prodotto innanzitutto a parenti e amici (vero e unico scopo dell’intero meccanismo) per poter accedere al bonus e al primo step di pagamento, altrimenti nisba. Ma tutta la pubblicità che si sta facendo al prodotto e a spese del lavoratore? Questi target sono in genere fissati dall’azienda o dall’intermediario e sono impossibili da sostenere nel tempo perché ripetiamo, non si tratta mai di beni di consumo e dopo essere riusciti a vendere nella propria cerchia di conoscenza un depuratore, un aspirapolvere, una macchinetta per il caffè digitale, un sistema di allarme rivoluzionario ecc. si satura in breve tempo la propria capacità effettiva di vendita, a prescindere dalla bravura e dalla qualità del prodotto. Ma i target sono fissati ogni mese e se i primi mesi basta vendere 3 pezzi poi questo numero sale. L’inganno, l’illusione: la chimera è servita. Sì perché poi si tratta di “andare a giro” a proprie spese a cercare di vendere il prodotto letteralmente urbi et orbi, e spesso in zone assegnate dove sarebbe difficile vendere anche il pane. Perché tutto questo? Cui prodest?

Ovviamente l’unico vantaggio è del datore di lavoro che avrà “finto” di assumere” 100 persone che magari il primo mese sono riuscite a vendere ognuna un singolo pezzo ma nessuno avrà raggiunto il target per il bonus, o pochi, e siccome spesso non sono previsti fissi e rimborsi spese, chi è l’unico che invece avrà venduto 100 prodotti guadagnando davvero soldi reali? I call center outbound che per anni hanno schiavizzato i lavoratori utilizzando in fondo lo stesso metodo di recente stanno ricevendo pesanti sentenze di risarcimento perchè l’hanno fatta davvero sporca, in un unico settore, quello delle vendite telefoniche, che continuano a bersagliare i nostri cellulari perché dietro ci sono esseri umani che sanno benissimo che se non raggiungono il target fissato dall’azienda non avranno un euro o pochi e in pochi casi. Ecco perché sono così assillanti. Ma la magagna è venuta fuori e i tribunali del lavoro delle città italiane, anche Lucca, stanno mano mano emettendo sentenze che porranno fine alla lunga a questo sfruttamento illegale tra l’altro. Ma tutte le altre società che praticano il meccanismo di far lavorare persone in condizioni tutte da verificare andrebbero monitorate una per una da investigatori e inquirenti perché agiscono su diverse tipologie di prodotti e in genere poi il lavoratore semplicemente molla e va altrove senza denunciare nulla e da qui l’annuncio sempiterno alla ricerca del prossimo “pollo” da spennare. Esistono aziende di vendita serie che possono veramente offrire occasioni lavorative concrete con contratti veri, fissi e rimborsi spese, ma sono la minor parte e ovviamente non sono differenti solo le dinamiche ma anche le selezioni che sono molto più professionali e quindi non compaiono ogni giorni sui siti “cerca lavoro” per ovvi e logici motivi. Occhio, dunque, perché le speculazioni sul mondo del lavoro e sui lavoratori alla ricerca di un reddito e di un’occasione, vista la crisi, sono sempre all’opera e in agguato. Nel dubbio meglio lasciar perdere e guardare in altre direzioni. Si risparmiano tempo e delusioni e anche soldi.