Contesta le prescrizioni dei colleghi, nega i contraccettivi e critica le abitudini dei clienti: legittimo l’allontanamento della socia della farmacia
I comportamenti a dir poco anomali della donna hanno costretto gli altri componenti a estrometterla: il giudice civile ha dato loro ragione
Farmacista lucchese dopo una serie di comportamenti ‘anomali’, per motivi misteriosi, è stata estromessa dalla società che gestisce l’esercizio e ora è stata condannata anche dal tribunale cittadino a pagare circa 20mila euro agli ex soci.
La vicenda risale al 2019 quando a distanza di tre anni dall’apertura di una nuova farmacia in una delle frazioni del comune di Capannori la 51enne ha iniziato a comportarsi in maniera a dir poco stravagante tanto da costringere i suoi soci a emanare una delibera di allontanamento ed estromissione dalla compagine societaria, dai ruoli ricoperti, escludendola definitivamente dalla farmacia per “gravi inadempienze alle obbligazioni che derivano dalla legge o dal contratto sociale” e interrompendo anche il rapporto lavorativo per giusta causa.
La donna ha impugnato al tribunale di Lucca tali provvedimenti ma il giudice ha dato ragione ai suoi ex soci su tutta la linea condannandola anche a pagare circa 20mila euro. La sua condotta è stata ritenuta, in giudizio, assolutamente conforme all’esclusione dalla compagine sociale e all’allontanamento dalla farmacia. Se a seguito della sentenza, a firma del giudice Giacomo Lucente del tribunale lucchese, pubblicata nei giorni scorsi, ci saranno anche risvolti giudiziari di altro genere e in altre sedi, non solo civili, o provvedimenti anche da parte del consiglio dell’ordine dei farmacisti si potrà sapere eventualmente solo nei prossimi giorni.
Nelle varie udienze che hanno portato al rigetto della domanda della farmacista lucchese a rientrare nella società e riprendere il posto di lavoro e alla condanna delle spese di lite, sono emerse circostanze singolari e di difficile comprensione tali e tanti da essere giudicati gravi e irregolari ai fini di poter proseguire l’attività nella farmacia della Lucchesia in cui la donna aveva lavorato per 3 anni ricoprendo anche la carica di amministratrice. Si legge infatti in sentenza. “La gravità dell’inadempimento deve essere cioè valutata in relazione al pregiudizio per il fine sociale, di modo che l’inadempienza può essere considerata grave al punto da giustificare l’esclusione del socio non soltanto quando sia tale da impedire del tutto il raggiungimento dell’oggetto sociale, ma anche quando si limiti ad incidere negativamente sulla situazione della società, rendendo meno agevole il conseguimento dello scopo sociale. Nel caso di specie, l’istruttoria di causa ha confermato la fondatezza degli addebiti mossi all’attrice e posti a fondamento della delibera di esclusione”.
I giudici hanno ascoltato in aula decine di clienti, esterrefatti, prima di giungere alla decisione. Dalle testimonianze è venuto fuori un quadro poco chiaro nelle motivazioni che hanno potuto spingere una farmacista a comportamenti così “particolari” ma univoco per quel che riguardai rilievi mossi dai soci. In particolare alcuni clienti hanno riferito che la 51enne avrebbe dichiarato, e alla presenza di altri clienti in fila, che i suoi soci avevano dispensato, recandosi persino a casa di una cliente per ritirare il farmaco consegnato dalla socia, un farmaco diverso e nocivo rispetto a quello indicato nella ricetta medica; in altre occasioni è venuto fuori che si intrometteva nell’attività di consulenza e vendita compiuta degli altri farmacisti, “contestando le prescrizioni dei medici curanti, mettendo in discussione la posologia da loro prescritta al paziente, dispensava consigli non richiesti ai clienti, spesso spingendosi a criticarne le abitudini quotidiane igieniche e alimentari e talvolta denigrando le loro caratteristiche fisiche”.
E ancora in un’altra occasione è emerso che “ancora più gravemente risulta provato che l’attrice arrivò a violare la privacy dei clienti, spingendosi ad elaborare diagnosi mediche al di fuori delle proprie competenze e a formulare tesi infondate sulle proprietà dei farmaci, riferendo ad esempio ad una cliente che l’assunzione di un farmaco prescritto da uno psichiatra per la cura dell’ansia avrebbe potuto spingerla al suicidio”.
Un giorno sempre secondo la sentenza avrebbe commesso ulteriori stranezze: “Altro grave inadempimento può essere rinvenuto da un lato, nel rifiuto della stessa di vendere farmaci e dispositivi contraccettivi sulla base di un’asserita obiezione di coscienza, dall’altro nella diffusione di informazioni errate e fuorvianti ai clienti circa la minore efficacia dei farmaci equivalenti rispetto ai prodotti tradizionali e di marca”.
E in altre circostanze avrebbe negato l’acquisto a clienti di prodotti contraccettivi invocando l’obiezione di coscienza e sempre davanti alla clientela, facendo sentire ad altri ciò che stava acquistando un cliente: “In relazione all’invocata obiezione di coscienza, peraltro di dubbia applicabilità al farmacista, è confermato da diversi testimoni che l’attrice ponesse in essere comportamenti ostruzionistici alla vendita di farmaci anticoncezionali anche in presenza di prescrizione medica, opponendosi persino alla vendita di presidi contraccettivi come i preservativi, notoriamente protesi ad impedire la diffusione di malattie a trasmissione sessuale. Detti comportamenti sono stati idonei a creare un disagio nella clientela, spingendo parte di essa a recarsi in altre farmacie per comprare i prodotti richiesti e a non tornare più alla farmacia di Capannori. Ulteriore grave inadempimento dell’attrice va rinvenuto nell’aver asportato, all’insaputa degli altri soci, dalla sede sociale, la documentazione fiscale e amministrativa e nell’averla trattenuta per circa tre settimane presso di sé e/o presso il proprio commercialista”.
Insomma troppo per poter accampare ragioni in tribunale contro i suoi ex soci, almeno nel primo grado civile di giudizio, rimane invece il mistero sul perché di tali comportamenti così come su eventuali rilievi penali o di pertinenza del consiglio dell’ordine dei farmacisti. Se ne saprà di più casomai nelle prossime settimane.