Assalto al portavalori, perizia medica sul rapinatore

21 marzo 2022 | 14:03
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Assalto al portavalori, perizia medica sul rapinatore

La Cassazione chiede una valutazione medica per decidere sulle modalità di detenzione del 55enne

Nel 2019 era stato condannato a 5 anni e 7 mesi di reclusione ma poi dal carcere di Lucca una relazione medica aveva portato l’uomo ai domiciliari. Il tribunale di sorveglianza di Firenze mesi fa aveva poi revocato la detenzione domiciliare per motivi di salute e rispedito l’uomo in carcere.

Ora la Cassazione ha accolto parte del ricorso del 55enne residente a Viareggio e nato a Pistoia e rinviato gli atti al tribunale fiorentino chiedendo esplicitamente una perizia medica attuale sulle reali condizioni di salute dell’uomo per poi decidere in merito al tipo di detenzione. L’uomo era stato accusato e condannato perché ritenuto responsabile di aver partecipato a una rapina a un furgone portavalori nel 2016 nella provincia fiorentina. Il tribunale di sorveglianza gli aveva revocato i domiciliari a seguito di una denuncia da parte dell’ex fidanzata e convivente per atti persecutori. E sul punto gli ermellini hanno dato ragione ai colleghi di Firenze.

Si legge infatti in sentenza chiaramente: “La valutazione del tribunale di sorveglianza sul punto ha dato atto della gravità delle condotte dell’uomo in danno della persona offesa, comprovate da copiosa documentazione acquisita agli atti e non smentite dall’indimostrato rilievo difensivo che si sarebbe trattato di condotte reciproche”. Ma sulle questioni relative allo stato di salute del 55enne invece i giudici di Piazza Cavour vogliono vederci chiaro e hanno richiesto verifiche più attuali. Scrivono infatti i giudici della Cassazione nella sentenza depositata nei giorni scorsi: “Residua la necessità di valutare scrupolosamente il profilo delle condizioni di salute dell’imputato, che si denunciano incompatibili con la detenzione inframuraria. Sul punto, il rigetto dell’istanza è stato motivato dalla ritenuta assenza del presupposto principale della gravità delle condizioni di salute, richiamando la perizia medico-legale espletata nel 2019 ed osservando che in quella sede il perito non aveva rilevato una condizione di incompatibilità con il regime carcerario. Invero, a fronte di rilievi medici indicanti una incompatibilità relativa e della menzione di apprezzabili criticità delle condizioni di salute del condannato, come nel caso di specie, il ripristino della detenzione inframuraria deve essere preceduto dalla verifica della compatibilità, basata su dati aggiornati, all’occorrenza valutati con una nuova perizia medica”. Ora il tribunale di sorveglianza di Firenze dovrà dare incarico a un perito di effettuare una verifica scrupolosa sulla stato di salute attuale dell’uomo prima di decidete nuovamente in merito alla tipologia di detenzione.