Sanità, dal 1 aprile un’emorragia di personale: “Mancano all’appello 80 operatori sanitari”

27 marzo 2022 | 12:51
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Sanità, dal 1 aprile un’emorragia di personale: “Mancano all’appello 80 operatori sanitari”

Fp Cgil lancia l’allarme a Lucca: “Una situazione aggravata dalle assenze per coronavirus”

Tra pochi giorni, dal prossimo 1 aprile, al cessare dello stato di emergenza per il coronavirus, nella sanità locale si aprirà un’altra emergenza, quella del personale. Con carenze di organico che in alcuni settori sono impressionanti se si guarda alla ricostruzione che fanno della situazione i sindacati e in particolare Fp Cgil, che lancia un vero e proprio allarme.

Una emorragia di posti che porterà a 80 operatori sanitari in meno nell’Asl Toscana nord ovest.

“Alcuni settori della sanità si trovano in una situazione di allarme – si spiega in una nota del sindacato -. Da anni segnaliamo la necessità di maggiori investimenti ed assunzioni nel sistema sanitario pubblico. In seguito allo stato di agitazione dichiarato a settembre 2021, nel mese di gennaio e febbraio abbiamo riscontrato nuove assunzioni che hanno coperto parte del turn over, ma nonostante l’inserimento di alcuni professionisti, sono ancora molti quelli che mancano: tecnici sanitari di laboratorio, radiologia, prevenzione e riabilitazione, medici, oss, infermieri, e certamente non è meno grave la carenza del personale amministrativo”.

“Ad oggi sappiamo che oltre alla mancanza di nuovi ingressi, l’Asl non sta rinnovando il contratto al personale oss interinale – sostengono i sindacati -. Questo potrebbe essere virtuoso se al contempo l’azienda assumesse personale a tempo indeterminato e determinato. Invece ciò non sta avvenendo, e dal 1° di aprile ci saranno circa 80 operatori socio sanitari in meno all’interno dell’azienda e dei suoi servizi. Pensiamo ai problemi che ciò potrebbe comportare, ad esempio, alle cure intermedie covid, purtroppo oggi ancora aperte a causa del perdurare dell’emergenza, dove non si riscontra alcun calo nelle attività rispetto ai periodi di maggiore intensità della pandemia. L’azienda sta procedendo nel trasferire lavoratrici/ori dai servizi di appartenenza (medicine, terapie intensive, chirurgie ecc…) per sostituire dal 1° aprile le assenze nei servizi di cure intermedie covid, e questo avrà importanti ricadute sull’assistenza al cittadino”.

“Gli 80 professionisti che mancheranno alla forza lavoro della struttura – spiega Fp Cgil -, in una situazione nella quale non sono presenti riduzioni di volumi di lavoro, porteranno ripercussioni negative anche sulla qualità dei servizi e sulla salute del personale, già costretto da tempo a saltare i riposi e a lavorare in organico ridotto. Vi è un indicatore che evidenzia le difficoltà costantemente presenti all’interno di alcuni servizi: il numero di giorni di ferie residue del 2021. Lavoratrici e lavoratori presentano un importante credito in questo senso, in media di circa 20 giorni. In altri servizi, ad esempio nel pronto soccorso, molti hanno oltre 40 giorni di ferie residue del 2021. Inoltre non bisogna dimenticare le decine e decine di lavoratrici/ori assenti dal servizio per positività al Covid-19. Si registrano anche mancate sostituzioni delle gravidanze, delle lunghe assenze, dei congedi parentali, nonché l’assenza di una programmazione del piano ferie estivo. Dove come ben sappiamo, vi è un importante aumento di richieste delle prestazioni sanitarie in molte aree dell’azienda, dovuta ad un elevata presenza di turisti. Un’altra questione fondamentale è che l’azienda garantisca i rinnovi delle assunzioni a tempo determinato. Si tratta di professionisti che hanno garantito e stanno continuando a garantire con la professionalità acquisita sul campo i servizi, anche in questo periodo emergenziale. Chiediamo assunzioni e stabilizzazioni, le attività necessitano della presenza di lavoratori e non di riduzioni del personale”.