Assi viari, i proprietari dei terreni fermano i saggi Anas



Sul posto chiamate le forze dell’ordine. Il comitato: “Stavolta gli incaricati della società hanno dovuto fare retromarcia”
Nuovo capitolo nel braccio di ferro tra comitati e abitanti da una parte e Anas dall’altra, in merito ai saggi che la società sta compiendo in questi giorni, nella zona di S. Pietro a Vico, in alcuni terreni dove dovrebbe passare il tracciato degli assi viari.
Questa mattina (11 aprile), tuttavia, gli incaricati di Anas hanno dovuto fermarsi. Il motivo? Il niet di alcuni proprietari della zona. A riferirlo è il comitato assi viari: “Stamani gli incaricati di Anas hanno dovuto fare retromarcia – affermano i cittadini -, grazie all’opposizione dei proprietari della zona”.
Sul posto sono state fatte intervenire le forze dell’ordine, ma le ruspe si sono dovute comunque fermare: “Nonostante l’intervento della forza pubblica, le ruspe hanno dovuto rinunciare – spiegano dal comitato assi viari -. Evidentemente i nostri dubbi sulle autorizzazioni sono fondati: altrimenti sarebbero entrati senza problemi. Chi sarà che fa pressione per andare avanti coi lavori, nonostante tutto? Le istituzioni dove sono?”.
Questa la ricostruzione del coordinamento del Comitato Altrestrade: “Durante i saggi che si sono svolti nella giornata di ieri, in frazione San Pietro a Vico, è accaduto un fatto particolarmente grave. In mattinata, i mezzi della ditta incaricata da Anas si sono recati presso una delle proprietà private interessate dalle indagini archeologiche. Il proprietario di quell’area, intenzionato a tutelare il proprio terreno ha vietato l’accesso ai tecnici ed ai mezzi pesanti. Vista l’opposizione, gli incaricati di Anas hanno fatto dietrofront, segno evidente che l’autorizzazione in loro possesso non gli consente, per legge, un accesso coatto. Diversamente non si sarebbero di certo fermati di fronte al semplice diniego del proprietario”.
“Ma vi è di più – prosegue la nota – Nel pomeriggio, quanto il proprietario non era sul posto, gli stessi incaricati sono comunque entrati sul terreno per l’esecuzione degli scavi. Il proprietario, allertato da alcuni vicini, è tornato sul posto ed ha invitato i tecnici a lasciare immediatamente l’area. Di fronte alle resistenze di questi ultimi è stato necessario, dapprima l’intervento di un legale del comitato, ed in secondo luogo quello di una volante dei carabinieri, chiamati per identificare i tecnici che rifiutavano di fornire le loro generalità. Le forze dell’ordine, accertato l’accaduto, hanno invitato i tecnici a sospendere i lavori e fornire ai cittadini tutti i chiarimenti del caso in merito alle autorizzazioni necessarie agli accessi. Richiesta che è stata più volte protocollata a mezzo pec da parte del comitato, sia nei confronti di Anas che della prefettura di Lucca, rimasta tutt’oggi priva di riscontro chiarificatore. Gli scavi sono stati, quindi, sospesi in quell’area ma già da oggi continuano altrove, ove i mezzi avranno libero accesso perché privi di recinzioni e di facile accesso”.
“Ci chiediamo perché Anas – conclude il comitato – sia così reticente nel voler chiarire la questione. Se veramente avesse i poteri di accesso, basterebbe veramente molto poco per dare al cittadino le informazioni che chiede ed evitare inutili perdite di tempo e di energie. Questa è la considerazione che il progettista ha per la cittadinanza della Piana. Dall’altro lato meraviglia il silenzio della classe politica che, anziché tutelare l’ambiente ed il territorio scendendo a fianco dei cittadini per chiarire la questione, preferisce fare orecchie da mercante ed appoggiare il comportamento di Anas, ritenendo più proficuo dibattere sulle siepi di alloro e fotinia che hanno effetti depurativi dell’aria. Consigliamo ai Comuni della Piana di ordinare un grosso quantitativo di siepi perché, se mai la tangenziale venisse realizzata, ne serviranno veramente chilometri e chilometri per pulire l’aria”.