Otto mesi agli arresti domiciliari ma viene assolta: avrà 30mila euro per ingiusta detenzione

23 aprile 2022 | 09:17
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Otto mesi agli arresti domiciliari ma viene assolta: avrà 30mila euro per ingiusta detenzione

Una donna era stata trovata con addosso alcune dosi di eroina ritenute dai giudici ad uso personale

Per otto mesi era stata agli arresti domiciliari per poi essere assolta in via definitiva perché il fatto non costituisce reato, ora dovrà essere risarcita per ingiusta detenzione con circa 30mila euro.

La Guardia di Finanza, anni fa, l’aveva ripresa mentre stava acquistando droga in pineta a Viareggio ma poi era riuscita a salire su un treno. Era solo una delle tante persone che avevano comprato droga nel giorno del blitz che voleva colpire i pusher e nella concitazione dell’operazione la 42enne della Versilia era riuscita a prendere un treno in direzione nord. Avvisati i colleghi, delle varie stazioni di fermata di quel preciso treno, era stata poi bloccata alla stazione di Sarzana, dove era scesa pare per andare da amici, e perquisita dagli agenti delle fiamme gialle locali che le avevano ritrovato addosso alcune dosi di eroina. Tutto questo accadeva alcuni anni fa. Dopo il suo arresto il gip l’aveva spedita ai domiciliari dove era rimasta per circa 8 mesi. Poi il tribunale della Spezia, l’aveva ritenuta colpevole di possesso ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, mentre in sede di giudizio di secondo grado la corte daAppello di Genova aveva riqualificato il fatto, definendolo di lieve entità. La sentenza veniva poi addirittura annullata dalla corte di Cassazione che disponeva nuovo giudizio al fine di valutare la sussistenza di indizi chiari di destinazione dell’eroina ai fini di spaccio.

Il giudice daAppello in sede di rinvio, ritenendo non ravvisabili elementi idonei a dimostrare la finalità di cessione della droga, ha assolto quindi la donna, con la formula “perché il fatto non è previsto dalla legge come reato”. Assoluzione divenuta poi definitiva. La donna infatti si era dichiarata sin da subito tossicodipendente e aveva dichiarato che le dosi di eroina erano per uso personale. Lo scorso anno dunque la corte d’appello le aveva liquidato circa 30mila euro per risarcirla dell’ingiusta detenzione subita (circa 118 euro al giorno per gli arresti domiciliari) e il ministero delle finanze (ente erogatore dell’indennizzo) aveva successivamente proposto ricorso per Cassazione che nei giorni scorsi è stato rigettato. La donna nel frattempo ha anche avviato un percorso di disintossicazione e riabilitazione in una comunità terapeutica toscana.

La sentenza degli ermellini

Scrivono gli ermellini in sentenza, spiegando chiaramente i motivi della loro decisione: “Il Mmnistero ricorrente, se da un lato, riproduce gli assunti già sottoposti al giudice della riparazione, dall’altro, pretende che questo giudice di legittimità diversamente valuti gli elementi di fatto già esaminati dall’ordinanza impugnata, al fine di assegnar loro un diverso significato, sotto il profilo sinergico rispetto all’emissione e dal mantenimento della misura. Un’impostazione come quella suggerita dall’avvocatura dello Stato, infatti, secondo la corte territoriale avrebbe quale conseguenza l’inapplicabilità dell’istituto dell’equa riparazione ai tossicodipendenti, ed in particolare a quelli che detengano droghe al fine del consumo personale. Invero, la dimostrazione dell’attività di spaccio compete all’accusa, spettando all’interessato solo fornire elementi di segno contrario, senza che ciò comporti l’inversione dell’onere probatorio, diversamente divenendo la fattispecie basato sul sospetto, con il quale si pone a carico del soggetto trovato in possesso di stupefacenti l’obbligo di giustificarne la destinazione, pena l’assoggettamento a sanzione penale. Per questi motivi la corte rigetta il ricorso e condanna il ricorrente ministero al pagamento delle spese processuali”.

La donna avrà il risarcimento per ingiusta detenzione nella speranza che nel frattempo la riabilitazione abbia avuto pieno successo, come indicato in sentenza.