Epatite acuta pediatrica, il primario del Versilia: “Nessun caso. Situazione da tenere sotto controllo”

Adenivirus e Covid probabili cause? Il dottor Luigi Gagliardi: “Il patogeno, al momento, è sconosciuto”
“Nessun caso di epatite acuta pediatrica in Versilia, al momento”. Lo spiega alla nostra redazione il primario del reparto di Pediatria dell’ospedale di Lido di Camaiore dottor Luigi Gagliardi.
“Nessun allarme – aggiunge – ma è ovviamente una situazione da tenere sotto controllo”.
Il caso toscano, di due giorni fa, con il piccolo di Prato, di soli 3 anni, trasferito poi al Bambino Gesù di Roma dove, per ora, i medici hanno escluso il trapianto di fegato e stanno eseguendo ulteriori esami, dopo quelli fatti sia al Santo Stefano che al Meyer, ha creato preoccupazione in molti genitori.
Unica cosa certa è che l’epatite acuta che ha colpito il bimbo pratese non è riconducibile alle forme conosciute, la A, B, D ed E. La causa, al momento, è sconosciuta.
In Italia – Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Sicilia, Veneto e Toscana – i casi sospetti sono 11, due confermati. Lo scorso 15 aprile scorso il Ministero della salute aveva diffuso una circolare di allerta, con particolare riferimento ai bimbi in età pre-scolare. Ieri, dopo video diffuso dal ministero con il punto fatto da Gianni Rezza, una nuova circolare in cui si parla di casi “sporadici e sparsi”. Il ministero ha anche sottolineato che “non è stato identificato alcun legame con il vaccino anti Covid-19”.
La Regione Toscana, in merito ai casi di epatite acuta a eziologia sconosciuta nei bambini, ha inviato una nota informativa ai direttori sanitari delle Asl toscane.
“I casi – si legge nel documento – riguardano bambini al di sotto dei 10 anni precedentemente sani.” Dalla Regione il sollecito a “segnalare ogni eventuale caso di epatite acuta”, a “dare massima diffusione tra i pediatri di libera scelta, i medici di medicina genarle e le strutture di assistenza ospedaliera e territoriale delle informazioni disponibili e aggiornate inerenti i casi, in modo da sensibilizzare i medici su ogni potenziale caso sospetto, effettuare un approfondimento epidemiologico e di laboratorio sui casi sospetti identificati, indagando su eventuali familiari sintomatici o nel proprio ambiente di vita”.
Quali sono i sintomi a cui prestare attenzione?
“Nausea, febbre, dolore alla parte destra dell’addome – precisa Gagliardi – e ittero”
Sono collegati all’Adenovirus?
“Per ora – precisa il primario di Pediatria del Versilia – sono solo congetture. Anche se in alcuni casi i pazienti ne erano affetti. Sono in corso studi. Potrebbero essere virus diversi, ce ne sono molti che danno epatite, non necessariamente un virus nuovo da scoprire. Vedremo”.
Il bimbo di Prato, sottoposto al tampone, ha confermato il primario di Pediatria del Santo Stefano dottor Pierluigi Vasarri, contattato dal nostro giornale, è risultato avere anticorpi del Covid: “Arrivato in ospedale lo abbiamo sottoposto ad una ecografia, trovando il colecisti infiammato. Oltre a problemi respiratori, gli indici di citolisi erano di 30/40 volte superiori ai valori normali”
“Esiste un nesso tra il SarsCov2 e questa epatite “misteriosa”?
“Escludo – risponde il primario del Versilia Luigi Gagliardi – un collegamento con il vaccino. Il nesso col Coronavirus, anche se il piccolo pratese aveva gli anticorpi, al momento non è provato. Gli allarmismi non servono, tanto più che i casi, al momento, sono pochissimi, in Toscana solo uno. Occorre attendere gli studi per trovare una causa”.
Quali precauzioni adottare?
“Quelle igieniche standard – conclude il dottor Gagliardi -, che dovrebbero usate sempre al di là di ogni virus, come anche non scambiarsi cibi e bevande”.
“Ci vuole tempo per definirne la causa e non è escluso che, come avvenuto spesso in passato, la causa resti indefinita. Bisogna aspettare e far lavorare gli esperti – scrive su Facebook l’epidemiologo Pierluigi Lopalco. Nel frattempo una cosa va fatta: dare la corretta informazione. Definirla epatite misteriosa non fa bene. Si alimentano dietrologie e complottismi. Non c’è nulla di misterioso. Di virus in grado di causare epatite virale ne conosciamo tanti. E alla lista se ne possono aggiungere di nuovi. Si tratta, dunque, di una forma di epatite da causa da accertare. Lo so, definirla misteriosa attira più attenzione. Ma la verità scientifica non ha bisogno di attenzione mediatica. Ha bisogno di lavoro metodico e meno pressioni si fanno più è probabile che i risultati siano attendibili” conclude.
Il patogeno, ossia la causa scatenante questa epatite acuta, non è ancora identificato: la “caccia” al virus nei laboratori di analisi è in corso.