A Sant’Anna di Stazzema anche la presidente del Senato: “Che sia una Liberazione da tutte le guerre”






Casellati sul conflitto Russia – Ucraina: “Sembra di veder tornare indietro le lancette dell’orologio, rispetto ad un cammino di pace e fratellanza avviato dopo la seconda guerra mondiale”
Anche la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati oggi (25 aprile) a Sant’Anna di Stazzema, teatro dell’eccidio nazista il 12 agosto del 1944, alle celebrazioni della Liberazione.
“Qui a Sant’Anna sono state scritte alcune delle pagine più drammatiche del nostro Novecento – ha detto nella sua orazione -. Qui a Sant’Anna abbiamo visto vittime innocenti cadere sotto una guerra feroce. Abbiamo toccato con mano cosa significa violare l’essenza stessa dell’umanità. E difficile dare un senso al dolore delle famiglie, alle sofferenza di una intera comunità, che a 78 anni di distanza continua a vivere nel ricordo di quella tragedia. Eppure proprio la Festa di Liberazione ci dice che quella follia devastatrice non è riuscita ad annientarci, grazie all’umana solidarietà, onore e forte volontà di rinascita”.
“Dopo 77 anni dalla Liberazione -, ha aggiunto Casellati – abbiamo pensato che pace e democrazia fossero scontati, che vivere nella libertà fosse un fatto acquisito e immodificabile. In primo luogo l’emergenza sanitaria ci ha insegnato come la libertà abbia oggi nemici molto più imprevedibili e insidiosi del passato. In poche settimane abbiamo visto sconvolta la nostra idee di libertà. E, oggi, penso alle guerre in tante regioni del mondo, e ora nel cuore dell’Europa con il terribile scontro tra Russa e Ucraina. Un conflitto crudele, che non risparmia nessuno. Sembra di veder tornare indietro le lancette dell’orologio, rispetto ad un cammino di pace e fratellanza avviato dopo la seconda guerra mondiale”.
“Quello che noi oggi possiamo auspicare – ha proseguito, riferendosi alla guerra in corso tra Russia e Ucriana – è soltanto che si trovi una soluzione diplomatica a questo conflitto, e che questo 25 aprile rappresenti, per così dire, una Liberazione da tutte le guerre“.
L’anniversario della Festa della Liberazione celebrato oggi a Sant’Anna è stato caratterizzato dal parallelismo fra i tanti episodi tragici e crudeli avvenuti in queste settimane, come a Bucha e a Makariv, con i fatti accaduti il 12 agosto del 1944 in quello che oggi è il Parco nazionale della Pace di Stazzema, in cui morirono oltre 500 civili uccisi dai nazifascisti. Dai fatti di ieri a quelli di oggi è emersa oggi la necessità di riaffermare quei valori che hanno fondato la Costituzione italiana e i principi dell’Unione Europea.
Sono stati questi i temi principali degli interventi che si sono susseguiti oggi alla Fabbrica dei diritti di Sant’Anna di Stazzema. “In questo 25 aprile ci siamo trovati di fronte ad un conflitto davvero inaspettato, crudele, che non risparmia nessuno, che non ha pietà di donne e bambini. Abbiamo tutti nel cuore il loro grido di dolore”, ha detto la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, che è salita nel Parco nazionale della pace per manifestare la sua preoccupazione per un conflitto che sembra aver fatto “tornare indietro le lancette dell’orologio rispetto a quel cammino di cooperazione internazionale avviato nel secondo dopoguerra”.
La seconda carica dello Stato, dopo aver deposto la corona di alloro al cippo dei caduti davanti alla chiesa di Sant’Anna, insieme al sindaco di Stazzema Maurizio Verona e al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, ha tenuto l’orazione ufficiale nella struttura della Fabbrica dei diritti.
Il sindaco di Stazzema, e presidente del Parco nazionale della pace di Sant’Anna, Maurizio Verona ha sottolineato il valore della Resistenza, che oggi lui riconosce nell’impegno in atto di tanti giovani ucraini per difendere la loro libertà e il loro popolo. “Siamo grati ai partigiani, ai resistenti, a quei ragazzi che sacrificarono la loro gioventù, la loro vita per lottare per la libertà, giovani coraggiosi che scelsero di ribellarsi al fascismo, che decisero di schierarsi dalla parte giusta, ma anche quella più difficile in quel contesto storico, si rifiutarono di credere obbedire e combattere”. Il sindaco ha anche ringraziato l’Unione delle Fornaci della terracotta, e il sindaco di Montelupo Fiorentino, per aver donato i vasi con il logo del Parco nazionale della pace. “Sant’Anna di Stazzema – ha proseguito Verona – è stata teatro di un crimine contro l’umanità. Qui sappiamo bene quanto sia importante l’Europa e le sue istituzioni. È necessario che l’Europa diventi forte socialmente e politicamente, vogliamo che assuma il ruolo di protagonista anche per fermare il conflitto in Ucraina. È necessario relegare ad una esigua minoranza i nazionalisti, che auspicano invece il ritorno all’Europa delle Nazioni». Il primo cittadino di Stazzema ha anche fatto presente tutto il suo dissenso per la guerra in corso in Europa: «Putin in Ucraina si sta comportando come si comportarono i nazisti in Italia nel 1944. Di fronte alla crisi ucraina, ai crimini contro la popolazione civile, non ci possono essere né se né ma, ci può essere solo una ferma condanna. Il dato di oggi, è che c’è un popolo che sta cercando di difendere la sua democrazia, sta resistendo, e un esercito che ha violato indiscriminatamente i confini di uno Stato sovrano. Noi siamo dalla parte della povera gente, che non ha più una casa, che deve lasciare tutto, siamo dalla parte di chi ha visto il proprio territorio occupato”. Maurizio Verona ha ricordato anche due superstiti simbolo di Sant’Anna, che hanno dedicato le loro vite alla memoria del 12 agosto 1944: Enrico Pieri scomparso a fine 2021, e Cesira Pardini medaglia d’oro al merito civile e scomparsa poche settimane fa. Oggi inoltre è stata dedicata la sala Europa della Fabbrica dei diritti a l’ex presidente del Parlamento Europeo David Sassoli.
Molto sentito l’intervento di Don Luigi Ciotti, presidente dell’Associazione Libera che ha concluso le celebrazioni del 25 aprile alla Fabbrica dei Diritti. “La guerra è il fallimento della politica umana – ha esordito Don Ciotti -. Fermatevi perché la guerra è una follia. Per le 560 persone trucidate a Sant’Anna in questo modo non ci sono parole. Oltre a quella in Ucraina ci sono altre 33 guerre nel mondo». Secondo Don Ciotti in Italia c’è bisogno di «rigenerare la nostra società con un cambiamento vero, è questa la liberazione di oggi. Liberarci dagli individualismi, dagli egoismi, dall’indifferenza e dall’autoreferenzialità, dagli “io”». Una frase di Don Ciotti ha toccato particolarmente la platea delle autorità e della gente giunta a Sant’Anna nonostante la pioggia: «Ci siamo liberati del fascismo ma esiste ancora una mentalità fascista: sono coloro che fanno i forti con i deboli e i deboli con i forti”.
Il presidente dell’Associazione Martiri di Sant’Anna, Umberto Mancini ha sottolineato che: “Sono motivo di sconforto e di turbamento le immagini delle città e dei paesi devastati che, ormai da due mesi, vediamo sulle televisioni, i racconti raccapriccianti che leggiamo sui giornali, il lugubre conteggio giornaliero del numero delle vittime. Sono immagini, sono racconti che qui, a Sant’Anna, conosciamo bene. I segni della sofferenza, del dolore e dello smarrimento che vediamo sui volti delle donne, dei vecchi e dei bambini ucraini, sono gli stessi che hanno segnato i volti delle nostre donne, dei nostri vecchi e dei nostri bambini”.
Simona Bonafè, parlamentare europea ha detto: “Qui a Sant’Anna ritroviamo i valori pilastro della nostra Costituzione. Oggi ci dobbiamo impegnare perché quei valori vengano salvaguardati. Ecco che allora l’Europa deve essere protagonista di un nuovo processo storico che va riaperto, per trovare una convivenza pacifica fra popoli, che è possibile perché l’abbiamo sperimentata per decenni in Europa”.
Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana ha osservato: “In questa disgrazia l’auspicio è che l’Europa possa trovare una maggiore unione e un nuovo senso di pace. Ma dobbiamo ripartire dai valori dell’antifascismo e dalla resistenza, come quella del popolo Ucraino che stanno mettendo in atto per l’autodeterminazione del proprio popolo e per costruire un mondo di pace”.