Bandiera rossa sul pennone, pioggia di solidarietà al Cantiere Sociale

Scendono in campo Repubblica Viareggina, Potere al popolo, i Dada Boom e Viareggio Meticcia
Solidarietà multipla al Cantiere Sociale dopo i fatti di ieri (25 aprile) con l’accusa del sindaco di aver issato la bandiera rossa sul pennone in piazza Mazzini di nascosto, di notte e come ladri.
I primi a scendere in campo i politici di Repubblica Viareggina: “Da Giorgio Del Ghingaro non ci aspettiamo mai niente di buono, ma che si mettesse assieme ad esponenti di Fratelli di Italia e della Lega a dire il falso su di una bandiera rossa è un ulteriore salto di qualità, verso il peggio, del personaggio. “Le bugie hanno le gambe corte.” E’stata la giusta e pronta risposta del Cantiere Sociale Versiliese al quale esprimiamo piena solidarietà. Ci chiediamo chi è che ha consigliato il sindaco di fare quell’uscita infelice, perché non può essere farina del suo sacco dato che lui a Viareggio non c’era come non c’è da diversi 25 Aprile. A dire il vero è difficile trovarlo anche in altri giorni – scrivono in una nota -. La Bandiera rossa è stata messa alla luce del sole,pochi minuti prima che arrivasse la biciclettata antifascista promossa da Viareggio Meticcia con duecento persone e altrettante bandiere rosse. Gli esponenti del Cantiere Sociale hanno filmato la loro azione esattamente come fecereo l’anno scorso sulla Torre Matilde con tanto di fuochi di artificio. Non c’erano né bandiere della pace né tricolori, c’era il vuoto come c’è il vuoto in questa città da quando questo signore e la sua banda di collaborazionisti la occupano Potremmo disquisire ore sull’importanza del 25 aprile ma crediamo che certi personaggi che usano l’antifascismo in modo ipocrita e strumentale farebbero solo orecchi da mercante. Ci conforta, e non poco, avere vissuto anche ieri a Viareggio una bellissima giornata di antifascismo prima con la biciclettata e poi con il bellissimo pranzo al Cantiere Sociale Versiliese. Centinaia di persone dal basso ricordano quei valori che istituzioni guidati da uomini distratti e opportunisti ormai hanno dimenticato”
Poi, a seguire, Potere al Popolo:“Emergenza abitativa, caro bollette e carburante, degrado delle pinete e del verde pubblico, sfruttamento dei lavoratori stagionali, assenza di impianti sportivi e molto altro: ce ne sarebbero di cose su cui il sindaco di Viareggio farebbe bene a prendere parola. E invece, su cosa interviene? Interviene sulla bandiera rossa issata sul pennone in Piazza Mazzini e lo fa il 25 aprile, in modo scomposto e raccontando inesattezze – spiegano dal partito -. Il rosso, simbolo della Resistenza e della Liberazione dal nazifascismo e delle lotte per i diritti dei lavoratori, fa paura solo a chi sta dalla parte di sfruttatori e speculatori. Del Ghingaro di bandiere ne ha cambiate diverse e ieri, come tutti gli esponenti dei partiti dell’arco parlamentare, avrebbe sventolato volentieri quella della Nato. L’accusa di aver rubato nottetempo la bandiera della pace togliendola dal pennone, smentita da un video facilmente visibile sulla pagina fb del Cantiere Sociale, proveniente da chi sostiene riarmo, aumento delle spese militari e invio di armi ha del paradossale. Esprimiamo piena solidarietà ai compagni e alle compagne del Cantiere Sociale Versiliese e li ringraziamo perché anche quest’anno il 25 aprile la bandiera simbolo dell’antifascismo si è stagliata sul cielo grigio di Viareggio”
Poi l’intervento dei Dada Boom: “Il Rosso da noia ai fascisti e ai tori ma noi di questi mammiferi artiodattili non ne vediamo traccia. Non ci sono tori nella politica viareggina, al massimo qualche bue. Va da sè che le esternazioni contro la bandiera rossa fatte da Riccardo Zucconi di Fratelli di Italia e dalla solita, marionetta monarchica Alessandro Santini, vengono non da da appartenenti alla famiglia dei bovidi ma da una specie politica che niente hanno ha a che fare con la Resistenza. La loro specie, nota, per soffrire di una strana forma di artrite reumatoide che li ha costretti, in passato, ad estendere spesso l’arto destro superiore si è evoluta dall’ homus benitus estinto nel 1945 grazie ai partigiani che portavano orgogliosamente il fazzoletto rosso al collo. Ma a che specie appartiene quel sindaco che ha deciso di stare in compagnia di questa destra becera? Difficile dirlo, visto il suo continuo mutare pelle, o se preferite casacca. Di sicuro anche lui non è un toro, non ha la forza per esserlo. Ma allora questo esemplare migrato da Saltocchio a che specie appartiene? Magari un giorno sarà lui stesso a dircelo, se troverà un po’ di tempo per stare nel municipio della città che dovrebbe amministrare dato che non c’è quasi mai. Ricordiamo che l’anno scorso la bandiera rossa è stata calata dalla Torre Matilde con tanto di fuochi di artificio, quest’anno dal pennone di Piazza Mazzini mentre arrivava una biciclettata antifascista, siamo curiosi di sapere dove apparirà l’anno prossimo? E chiediamo al signore di Saltocchio se non è curioso pure lui dato che dovrà vedersela visto che dovrà rimanere sindaco di questa città dato che a Lucca non l’hanno voluto, nemmeno, come candidato.
Infine Viareggio Meticcia: “Viareggio Meticcia ci tiene a esprimere la propria solidarietà ai militanti del Cantiere Sociale, accusati dal sindaco Giorgio Del Ghingaro di aver sostituito alla bandiera della pace presente in piazza Mazzini una bandiera rossa. Sul post pubblicato sulla pagina Facebook del primo cittadino, difatti, si legge che “Stanotte è stata issata da ignoti una bandiera rossa sul pennone di piazza Mazzini, dove avevamo messo una grande vessillo arcobaleno”. Un’affermazione, questa, che ci ha lasciati esterrefatti per diverse ragioni. La prima è che la bandiera è stata issata in pieno giorno, al mattino, come testimoniato dal video del Cantiere Versiliese, che non solo ha rivendicato apertamente l’iniziativa, ma l’ha condivisa come parte di una celebrazione cittadina (il video è consultabile sulla pagina del Cantiere). Nessun ladro notturno di vessilli arcobaleno, dunque. La seconda è che il presunto oggetto del furto, di fatto, non c’era. La bandiera della pace – che l’indomani della discussione, per altro, è magicamente riapparsa – era stata rimossa da tempo, il che ci ha sinceramente stupito visto lo spirito pacifista che Del Ghingaro continua a dimostrare nel modo in cui si pone ai cittadini sui suoi canali. Com’è possibile, ci chiediamo, che il sindaco non sapesse che la bandiera non c’era? Come mai non gli è venuto in mente quanto meno di verificarlo, prima di puntare il dito? D’altronde sono sviste che possono capitare a chi vive poco la città e si trova spesso occupato in questioni di poltrone. Ciò che non può essere considerato una svista, invece, sono le considerazioni in merito alla bandiera rossa, da sempre simbolo dell’antifascismo, ritenuta divisiva proprio nel giorno della Resistenza (quasi fosse più unitario andare ad onorarla al monumento sbagliato, cosa che il sindaco ha fatto per ben due volte). Ci domandiamo, insomma, se come cittadini possiamo davvero sentirci rappresentati da qualcuno che con una mano impugna la penna (virtuale) per tacciare gli altri di prepotenza; con l’altra banna, esclude, deride e rifiuta il dialogo con la sua città”.