Ex Safill, Cassazione conferma le condanne per falso ad ex assessore ed ex segretaria comunale

26 aprile 2022 | 14:58
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Ex Safill, Cassazione conferma le condanne per falso ad ex assessore ed ex segretaria comunale

Sentenza definitiva per Marco Chiari e Tiziana Picchi: un anno di reclusione con pena sospesa, 3mila euro di ammenda e pagamento delle spese processuali

Sono definitive le condanne per falso in atto pubblico per l’ex assessore Marco Chiari e l’ex segretaria comunale, all’epoca dell’amministrazione Favilla, Tiziana Picchi. La suprema corte di Cassazione ha dichiarato, infatti, inammissibili i loro ricorsi, confermando la condanna a un anno di reclusione ciascuno (pena sospesa) e a 3mila euro in favore della cassa delle ammende più le spese processuali.

La vicenda riguarda la vendita dal Comune alla Safill dei 65 posti auto a corredo dell’area ristrutturata delle ex officine della latta, con il presunto intervento dell’allora assessore Chiari, a un prezzo notevolmente inferiore a quello di mercato, secondo le ipotesi dell’accusa, in cambio di un ufficio dove il geometra avrebbe potuto svolgere la sua attività professionale.

Alla fine le uniche condanne, quindi, per il collegio giudicante hanno riguardato l’ex assessore Marco Chiari e l’ex segretario comunale del comune di Lucca, Tiziana Picchi, per il reato di falso in atto pubblico in merito a una delibera di giunta, lasciando decadere la ben più pesante ipotesi di corruzione.

Nello specifico il reato di falso scaturirebbe dal fatto che nella giunta in cui si decideva la cessione dei posti auto all’azienda che aveva condotto l’intera operazione immobiliare, nel verbale della seduta del marzo 2011 redatto dal segretario comunale Picchi, Chiari risultava assente, mentre invece avrebbe partecipato a quella assise. Con sentenza del 7 febbraio del 2020 la corte di appello di Firenze, decidendo in sede di rinvio disposto dalla Corte di Cassazione con sentenza del 22 febbraio 2019, aveva parzialmente riformato la sentenza del tribunale di Lucca del 9 febbraio 2015, confermando l’accertamento di responsabilità degli imputati Marco Chiari e Tiziana Picchi per il reato di falsità materiale in atto pubblico, commesso a Lucca tra il 9 ed il 24 marzo 2011, e dichiarate le circostanze attenuanti generiche prevalenti sull’aggravante contestata avevaridotto la pena per entrambi gli imputati ad un anno di reclusione, con i doppi benefici di legge.

La sentenza della Cassazione

Scrivono gli ermellini in sentenza: “Gli imputati sono stati riconosciuti responsabili del delitto di falsità ideologica aggravata dalla natura fidefaciente dell’atto pubblico, per avere il primo quale istigatore e la seconda quale autrice materiale nel suo ruolo di segretario generale del Comune di Lucca attestato falsamente nel verbale della delibera di giunta comunale numero 71 dell’8 marzo 2011, che l’assessore Chiari era uscito dalla seduta, mentre egli vi aveva preso parte esprimendo voto favorevole. In conclusione entrambi i ricorsi risultano inammissibili, da ciò conseguendo la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e della congrua somma indicata in dispositivo, ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, non risultando profili di esenzione da responsabilità in ordine alla determinazione della causa di inammissibilità, a tenore della sentenza della Corte costituzionale numero 186 del 2000”.

Il caso è chiuso.