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Morti sul lavoro, un inizio drammatico del 2022 in Toscana

1 maggio 2022 | 10:02
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Morti sul lavoro, un inizio drammatico del 2022 in Toscana

La Regione è maglia nera secondo il report dell’Inail

Infortuni e morti sul lavoro, impietoso il report dell’Inail sul primo trimestre del 2022: la Toscana e la Lombardia le regioni italiane dove ci sono stati gli aumenti maggiori di incidenti con esito mortale di lavoratori. Il dossier divide per denunce di infortuni, denunce con esito mortale e denunce per malattia professionale. La denuncia d’infortunio è la comunicazione cui è tenuto il datore di lavoro per segnalare all’Inail l’infortunio, che sia prognosticato non guaribile entro 3 giorni, accaduto al dipendente prestatore d’opera, indipendentemente da ogni valutazione circa la ricorrenza degli estremi di legge per la tutela assicurativa.

La denuncia deve essere effettuata entro 2 giorni dalla data in cui il datore di lavoro ha avuto notizia dell’infortunio; nel caso di infortunio mortale o per il quale sia preveduto il pericolo di morte la denuncia deve essere effettuata entro 24 ore dall’infortunio. Possono essere considerati gli infortuni denunciati entro 3 anni dalla data di accadimento (termine di prescrizione). Nel gergo è qualificata denuncia qualsiasi informazione comunque reperita (relativa all’infortunio): oltre alla denuncia propriamente detta, un certificato medico, o segnalazioni di altro tipo (per esempio, a mezzo stampa). La denuncia di malattia professionale è la comunicazione cui è tenuto il datore di lavoro per segnalare all’Inail la malattia, indipendentemente da ogni valutazione circa la ricorrenza degli estremi di legge per la tutela assicurativa. Il datore di lavoro deve effettuare la denuncia entro i 5 giorni successivi alla data in cui ha ricevuto il primo certificato medico; se il lavoratore non svolge più attività lavorativa, può egli stesso presentare la denuncia di malattia professionale; gli artigiani e i soci titolari, nella loro veste di assicurati e assicuranti, devono effettuare la denuncia della malattia da essi contratta entro 15 giorni dalla sua manifestazione; per i lavoratori agricoli autonomi e gli agricoli subordinati a tempo determinato, la denuncia deve essere effettuata dal medico che accerta la malattia entro 10 giorni dalla prima visita. La denuncia con esito mortale qualifica l’infortunio che provoca la morte dell’infortunato ovvero la malattia professionale che è causa (o concausa) della morte del lavoratore. L’infortunio con esito mortale è caratterizzato dalla data di accadimento dell’infortunio definito come causa della morte, anche se la morte avviene in una data successiva.

Denunce di infortunio per regione

L’analisi territoriale delle denunce rilevate nei primi tre mesi dell’anno evidenzia, rispetto al 2021, aumenti del 64,28% per il sud, del 63,36% per il nord ovest, del 60,72% per le isole, del 51,25% per il centro e del 31,82% per il nord est. Il numero delle denunce è in aumento in tutte le regioni rispetto al 2021. Incrementi maggiori si sono rilevati in Lombardia, con 14.254 denunce in più, in Veneto (+7.544), nel Lazio (+6.497), in Piemonte (+6.020), in Campania (+5.408), in Toscana (+4.332), in Emilia Romagna (+4.148), in Liguria (+3.775) e in Sicilia (+3.758). Seguono, in ordine decrescente, la Puglia (+1.872), l’Abruzzo (+1.789), la Sardegna (+1.223), le Marche (+1.148), la Calabria (+975), l’Umbria (+712), la Provincia autonoma di Trento (+494), il Friuli Venezia Giulia e la provincia autonoma di Bolzano (+476), il Molise (+228), la Valle d’Aosta (+183) e la Basilicata (+123).

Denunce di infortunio con esito mortale per regione

L’analisi territoriale per macroaree geografiche delle denunce di infortunio con esito mortale evidenzia, per il periodo gennaio-marzo 2022, aumenti per le isole (+87,50%), per il centro (+32,35%), per il nord est (+7,89%) e per il nord ovest (+4,26%). Diminuzioni si rilevano per il sud (-32,76%). Le regioni che mostrano aumenti sono: la Lombardia e la Toscana, con 8 casi in più, il Veneto (+6), la Sicilia (+4), la Sardegna e le Marche (+3), la Puglia (+2), la Valle d’Aosta e la Provincia autonoma di Trento (+1). In controtendenza, mostrano diminuzioni: l’Abruzzo (-8), la Campania (-7), il Piemonte (-5), l’Emilia Romagna e il Molise (-3), la Liguria e la Calabria (-2), il Friuli Venezia Giulia e la Basilicata (-1). Infine, non si evidenziano variazioni nel Lazio, dove si sono rilevati 19 casi, come nel 2021, nella Provincia autonoma di Bolzano (4 casi) e in Umbria (2 casi).

Denunce di malattie professionali per regione

L’analisi territoriale mostra, per il periodo gennaio-marzo 2022, aumenti per le isole (+25,57%), il nord ovest (+12,93%), il sud (+8,35%) e il centro (+3,68%). In diminuzione il nord est (-0,87%). Mostrano incrementi: la Sardegna, con 335 denunce in più, l’Umbria (+162), la Calabria (+106), il Lazio (+105), la Lombardia (+83), il Veneto (+82), la Toscana (+81), l’Abruzzo (+76), la Puglia (+39), la Basilicata (+38), la Liguria (+33), il Piemonte (+32), il Molise (+13), la Valle d’Aosta (+7), la Campania (+4) e la Sicilia (+3). Diminuzioni si sono rilevate nelle Marche (-160), in Emilia Romagna (-86) e nelle Province autonome di Trento (-13) e Bolzano (-6). Infine, non si evidenziano variazioni per il Friuli Venezia Giulia, dove sono state protocollate 420 denunce, come nel 2021.